L’erba gatta è davvero pericolosa?

Avete mai sentito parlare della Nepeta Cataria, accostabile alla famiglia della menta e della salvia, in grado di crescere perennemente e facente parte delle Lamiaceae? Probabilmente utilizzando dei termini così tecnici, non vi viene in mente nulla, ma le cose cambiano se parliamo di erba gatta, di cui tra l’altro abbiamo già scritto un post in passato proprio su tutto zampe. Il vegetale è originario del Nord Africa e della zona mediterranea, ma oggi si può trovare con grande facilità pure nel resto dell’Europa e del Nord America e presenta tale nome proprio perchè i felini ne vanno particolarmente ghiotti. Non sanno però a quali rischi vanno incontro, tutt’ora al  vaglio degli esperti, in quanto spesso ha degli effetti allucinogeni.

Perché il gatto fa le fusa?

Se c’è qualcosa che più si avvicina al settimo cielo per noi gattofili è tenere in grembo il nostro amico a quattro zampe e coccolarlo mentre inizia a fare le fusa in un crescendo di beatitudine.
Una sensazione di appagamento che i mici condividono con noi e che è dimostrato rappresenti un ottimo antistress per noi proprietari. Il corpo del gatto caldo e rilassato ci trasmette una sensazione di quiete ed ha un effetto calmante dopo una giornata stressante, per trasmetterci calore e amore.

Ma perché il gatto fa le fusa? E che cosa produce questo suono caratteristico?
Secondo il veterinario Bruce Fogle, autore di The Cat’s Mind, la funzione originaria delle fusa era quella di consentire al gattino di comunicare con mamma gatta un messaggio rassicurante: va tutto ok. Un gattino è già in grado di fare le fusa entro il secondo giorno di vita.

Ci sono molte teorie per spiegare come vengono generate le fusa, a livello acustico. Uno studio ha determinato che le fusa comportano l’attivazione dei nervi all’interno delle corde vocali.

Seborrea nei gatti

La seborrea o pelle sebo-squamosa è frequente negli animali, può definirsi più un sintomo che una malattia. Può essere secca o grassa (seborrea oleosa) ed in commercio esistono diversi shampoo per ogni tipo di seborrea.

Nella maggior parte dei casi, le squame sono conseguenza di un’altra malattia della pelle. In questi casi, di solito, non erano evidenti in giovane età e si sono palesate successivamente a seguito di prurito o di altri problemi della pelle. L’identificazione della causa di fondo è importante per controllare il disturbo.

Diagnosi

Il veterinario farà una diagnosi basandosi sulla storia clinica completa del gatto e vi chiederà a che età è insorto il problema, quando il primo sintomo, se il prurito ha preceduto la comparsa delle squame o si è verificato come conseguenza delle lesioni cutanee.
Successivamente procederà con un esame fisico completo. Se c’è una malattia primaria dietro la seborrea, la malattia è presente anche nell’orecchio.
Altri esami specifici sono il prelievo di campioni citologici per diagnosticare infezioni che potrebbero aver causato prurito al gatto, e le biopsie cutanee.

Gatti, sintomi di malattie in risposta allo stress

I gatti reagiscono allo stress provocato da cambiamenti radicali nel loro ambiente di vita, mostrando sintomi tipici dei gatti malati: vomito, inappetenza, defecazioni al di fuori della lettiera. E’ quanto afferma un recente studio effettuato da un’équipe di ricercatori della Ohio State University.

Il team di veterinari ha documentato il comportamento ed i sintomi sviluppati sia da gatti sani che da gatti affetti da cistite interstiziale felina, una malattia cronica caratterizzata da disturbi ricorrenti, dolore alla vescica e che spesso porta l’animale ad un bisogno urgente e frequente di urinare.

Quando i gatti sani venivano sottoposti a fattori di stress, come ad esempio un cambiamento negli orari di alimentazione, in risposta mostravano gli stessi sintomi dei gatti malati cronici.

La tolettatura del gatto persiano

Il gatto persiano, con il suo lungo pelo morbido e vaporoso, è un animale certamente delicato, che necessita di attenzioni quotidiane da parte dei proprietari: i Persiani necessitano di essere pettinati quotidianamente, su tutto il corpo, in modo dolce con un pettine a denti larghi. Successivamente si potrà utilizzare un pettine a denti stretti per eliminare peli morti o piccoli nodi, molto frequenti nella specie.

E’ importante ricordare che i pettini a denti stretti vanno impiegati per la fronte e per le guance, mentre le zone che richiedono particolare attenzione sono le ascelle e tra le cosce, dove più frequentemente si formano i nodi. Anche gli occhi necessitano di essere puliti ogni giorno, perché nei Persiani si ha spesso una lacrimazione eccessiva, mentre le orecchie vanno pulite una volta alla settimana, seguendo i consigli che il vostro veterinario saprà offrirvi.

Rogna notoedrica nel gatto

La rogna notoedrica è una malattia della pelle contagiosa che provoca prurito al gatto causata da un’infestazione di parassiti, CATI Notoedres. Si tratta di un acaro della rogna che è strettamente legato al Sarcoptes canis, l’acaro che provoca la rogna sarcoptica nel cane. La malattia è altamente contagiosa nel gatto e si diffonde per contatto diretto. Gli acari possono sopravvivere soltanto sull’animale e possono vivere solo pochi giorni lontano dall’organismo ospite.

Anche se è un parassita che colpisce i gatti, questo acaro può occasionalmente infestare i cani e può causare un prurito lieve e temporaneo anche nell’uomo. L’acaro provoca prurito intenso e i gatti infestati possono causarsi danni significativi alla pelle mordendosi e graffiandosi. La malattia inizia alla base dell’orecchio e si diffonde al padiglione dell’orecchio, intorno al viso, e giù per il collo.
Alla fine, le lesioni possono raggiungere tutto il corpo, fino ai piedi e alla zona anale, probabilmente a causa del gatto stesso che, durante le operazioni di igiene quotidiana, la diffonde.

Gatti anziani e perdita di peso

Dopo aver affrontato il problema della diversa reazione ai farmaci del gatto anziano e dell’aumento di peso che spesso affligge il nostro micio con l’avanzare degli anni, causato dai cambiamenti ormonali e dalla riduzione dell’attività fisica, parliamo di un altro disturbo comune negli esemplari più anziani: la perdita di peso.

Non tutti i gatti con l’età tendono ad ingrassare, anche se certamente si tratta dei casi più numerosi. Ci sono anche gatti che deperiscono in maniera preoccupante. Ma quali sono le possibile cause della perdita di peso nel gatto anziano?

Bisogna chiedersi innanzitutto se l’animale sta mangiando. Se i denti sono ancora forti e la bocca e le gengive sane. O ancora se soffre di artrite che compromette la mobilità del collo. Magari non vuole mangiare perché si tratta di un processo doloroso.

Gatti anziani, i dubbi più comuni

Se il ciclo di vita di un gatto sano è di 18 anni, per definizione i nostri mici diventano anziani quando hanno vissuto il 75 per cento di questo arco di tempo, ovvero dopo i 13 anni di età. Alcuni gatti all’età di 13 o 14 anni sono ancora in perfetta forma e scattanti, mentre altri mostrano già molto prima segni evidenti di invecchiamento.

Durante la terza età del gatto si possono verificare sia cambiamenti graduali che improvvisi, relativi sia alla salute che al comportamento. Il vostro veterinario di fiducia vi aiuterà a determinare se questi cambiamenti sono dovuti ad una malattia, piuttosto che ad una reazione ai farmaci, o ancora al naturale processo d’invecchiamento.

Tra gli interrogativi più comuni dei proprietari, ci sono alcuni dubbi che vengono sciolti frequentemente dai veterinari, e che riguardano problemi diffusi tra i gatti avanti con gli anni.
In primis, come cambia la reazione degli esemplari anziani ai farmaci.

Gatti, buoni propositi per il nuovo anno

Chi di noi non si è ripromesso tanti buoni propositi con l’inizio del nuovo anno? C’è chi si impegna a smettere di fumare, chi a non lasciarsi più influenzare da quello che pensano gli altri, chi vorrebbe trascorrere più tempo con la famiglia, chi vuole dimagrire e chi più ne ha più ne metta.

Ebbene, chissà quali sarebbero i buoni propositi dei nostri amici gatti se potessero stilare la loro lista personale.
I nostri birbanti a quattro zampe ne avrebbero di promesse da fare e soprattutto da farci. E noi possiamo aiutarli ad essere migliori.

I gatti in sovrappeso ed obesi è ora che si mettano a dieta e si impegnino a giocare di più con i topi finti, per fare movimento e dimagrire, e al contempo tenersi impegnati e stare lontani dalla ciotola. Per ingannare la noia tanti giocattoli, magari tra quelli portati dalla Befana, e poche leccornie.

Come fare un massaggio al gatto

Il tuo gatto ti sembra teso e rigido? Forse anche un po’ scontroso? In questi casi, un massaggio può essere di grande aiuto. Se eseguito correttamente, infatti, permette al micio di liberarsi dallo stress e dall’energia negativa repressa, rendendo il nostro amico a quattro zampe più calmo e pacifico.

Inoltre, il contatto ottenuto con la stimolazione muscolare è dimostrato rafforzi il legame uomo animale, e tavolta contribuisca addirittura ad instaurarlo qualora non si sia ancora creato un certo feeling. Per i gatti che fanno una vita sedentaria e per quelli anziani, nonché per quelli giovani ed attivi, si può intervenire con un tocco delicato che è di conforto al micio, lo tranquillizza e rassicura.

Ovviamente bisogna essere consapevoli che il massaggio a casa è diverso dal massaggio fatto da un massaggiatore professionale certificato. Mani esperte sono in grado di fornire un trattamento più completo, che comprende una varietà di tecniche.

Cosa fare se il gatto mangia le piante

Il gatto mangia le piante di casa: che fare? Iniziamo con il dire che non è un problema inconsueto e che chiunque possiede un micio sa bene di che si tratta. E’ un comportamento molto diffuso tra i nostri felini domestici.
Abitudine che non è dannosa per l’animale (a meno che la pianta non sia tossica) quanto piuttosto per noi che amiamo le piante.

Escludendo il problema delle piante tossiche per il pet, che in casa non ci dovrebbero nemmeno stare, occupiamoci di difendere le piante che restano dalle grinfie del nostro micio.

Gli esperti ancora stanno cercando una risposta concorde sulle cause che spingono un carnivoro come il gatto ad addentare le piante.
Probabilmente si pensa lo faccia per un qualche beneficio di sopravvivenza e quindi per una ragione ormai divenuta genetica. Oppure per rifornirsi di fibre alimentari per i processi digestivi. A sostegno di questa teoria c’è il fatto che anche i gatti allo stato selvatico, non solo quelli domestici alimentati a crocchette, alternano alle prede uno spuntino vegetale.

Animali domestici, cosa fare in caso di divorzio

In caso di divorzio o separazione, l’animale domestico si trasforma spesso in oggetto di contesa alla stregua di un vaso cinese. Solitamente viene considerato un bene che appartiene al proprietario legittimo ovvero a chi lo ha acquistato o ricevuto in dono o comunque più fortemente voluto.

Non vogliamo entrare nel merito di questioni legali quanto piuttosto spingere ad un’attenta riflessione quanti stanno pensando di ingaggiare una battaglia a suon di avvocati non tanto per avere con sé il cane piuttosto che il gatto di famiglia per motivi affettivi, quanto piuttosto per assestare l’ennesimo colpo a proprio favore contro l’ex coniuge o l’ex convivente.

E’ essenziale porsi alcuni interrogativi cruciali su chi sia, a conti fatti, il vero proprietario, prima di procedere.

Proctite nel gatto

La proctite è l’infiammazione del retto del gatto. L’intestino crasso è l’ultima parte dell’apparato digerente, composto dal colon e dal retto, arriva fino all’ano. Il colon si estende dalla fine del piccolo intestino al retto. Il retto è l’ultima parte dell’intestino crasso poco prima dell’apertura anale. L’ano è l’apertura dell’ultimo tratto del tubo digerente verso l’esterno.

Cause

  • Estensione della colite (infiammazione del colon)
  • Presenza di parassiti gastrointestinali come ad esempio le tenie o i tricocefali
  • Trauma (da abrasione o da corpo estraneo)
  • Malattia allergica
  • Malattia infiammatoria
  • Tumori
  • Polipi

40mila cani e gatti al freddo nei canili

Sono almeno 40mila i cani che rischiano di ammalarsi seriamente per il freddo in Italia e tra di essi non mancano pure i gatti, soprattutto quelli anziani. Si trovano quasi sempre all’interno dei canili, per non parlare poi dei randagi. Nel primo caso, però, è più facile portare loro un piccolo aiuto come conferma Aidaa che a inizio 2011, chiede aiuto a tutti coloro che amano gli animali. Non servono grosse cifre o enormi spese, ma un sacrificio minimo, come ribasisce l’associazione. ”Donate una coperta o un piumone che non usate piu’ a un canile o a un gattile per aiutare un pet malato a passare queste giornate di ulteriore gelo. E se ne avete la possibilita’ portate del cibo e fate delle offerte anche piccole in denaro per permettere a questi animali di poter vivere e sopravvivere in questo periodo di temperature tremende”.