Seborrea nei gatti

La seborrea o pelle sebo-squamosa è frequente negli animali, può definirsi più un sintomo che una malattia. Può essere secca o grassa (seborrea oleosa) ed in commercio esistono diversi shampoo per ogni tipo di seborrea.

Nella maggior parte dei casi, le squame sono conseguenza di un’altra malattia della pelle. In questi casi, di solito, non erano evidenti in giovane età e si sono palesate successivamente a seguito di prurito o di altri problemi della pelle. L’identificazione della causa di fondo è importante per controllare il disturbo.

Diagnosi

Il veterinario farà una diagnosi basandosi sulla storia clinica completa del gatto e vi chiederà a che età è insorto il problema, quando il primo sintomo, se il prurito ha preceduto la comparsa delle squame o si è verificato come conseguenza delle lesioni cutanee.
Successivamente procederà con un esame fisico completo. Se c’è una malattia primaria dietro la seborrea, la malattia è presente anche nell’orecchio.
Altri esami specifici sono il prelievo di campioni citologici per diagnosticare infezioni che potrebbero aver causato prurito al gatto, e le biopsie cutanee.

Cosa fare se il gatto mangia le piante

Il gatto mangia le piante di casa: che fare? Iniziamo con il dire che non è un problema inconsueto e che chiunque possiede un micio sa bene di che si tratta. E’ un comportamento molto diffuso tra i nostri felini domestici.
Abitudine che non è dannosa per l’animale (a meno che la pianta non sia tossica) quanto piuttosto per noi che amiamo le piante.

Escludendo il problema delle piante tossiche per il pet, che in casa non ci dovrebbero nemmeno stare, occupiamoci di difendere le piante che restano dalle grinfie del nostro micio.

Gli esperti ancora stanno cercando una risposta concorde sulle cause che spingono un carnivoro come il gatto ad addentare le piante.
Probabilmente si pensa lo faccia per un qualche beneficio di sopravvivenza e quindi per una ragione ormai divenuta genetica. Oppure per rifornirsi di fibre alimentari per i processi digestivi. A sostegno di questa teoria c’è il fatto che anche i gatti allo stato selvatico, non solo quelli domestici alimentati a crocchette, alternano alle prede uno spuntino vegetale.

Inscatola il gatto e lo getta nei rifiuti

Ha buttato un gatto nei riufiuti

Ha buttato un gatto nei riufiutiIl 2010 non è finito bene per un povero gatto in Alabama che è stato chiuso in uno scatolone con tanto di nastro adesivo e gettato tra i rifiuti.

La storia fortunatamente ha un lieto fine e viene fuori grazie ad una signora che stava portando il suo cane a fare i bisognini, ad un certo punto il quadrupede punta un cassonetto della spazzatura, subito la signora avrà pensato a del cibo ma avvicinandosi nota delle unghie spuntare da uno scatolone.

Proctite nel gatto

La proctite è l’infiammazione del retto del gatto. L’intestino crasso è l’ultima parte dell’apparato digerente, composto dal colon e dal retto, arriva fino all’ano. Il colon si estende dalla fine del piccolo intestino al retto. Il retto è l’ultima parte dell’intestino crasso poco prima dell’apertura anale. L’ano è l’apertura dell’ultimo tratto del tubo digerente verso l’esterno.

Cause

  • Estensione della colite (infiammazione del colon)
  • Presenza di parassiti gastrointestinali come ad esempio le tenie o i tricocefali
  • Trauma (da abrasione o da corpo estraneo)
  • Malattia allergica
  • Malattia infiammatoria
  • Tumori
  • Polipi

Pica nel gatto

Pica è il termine usato per descrivere l’ingestione da parte del gatto di prodotti non alimentari. Una forma di pica è la coprofagia, che è l’ingestione delle feci.

Cause

  • Disturbi gastrointestinali: cattiva digestione e malassorbimento, insufficienza pancreatica esocrina, una grave malattia infiammatoria intestinale, linfosarcoma intestinale

Megaesofago nel gatto

Il megaesofago si verifica a causa della diminuita o assente motilità dell’esofago del gatto. L’esofago è il condotto che porta acqua e cibo dalla gola allo stomaco. A causa del megaesofago, per il cibo che passa, tutta la strada verso lo stomaco diventa difficile, e può essere rigurgitato. Questa motilità ridotta provoca solitamente la dilatazione dell’esofago.

Il disturbo può essere presente già alla nascita e manifestarsi poco dopo lo svezzamento, oppure può essere acquisito più tardi nella vita. Esso può essere secondario ad una varietà di malattie che causano disfunzioni neuromuscolari, o può manifestarsi come un disturbo primario per il quale la causa è sconosciuta (idiopatica). La causa può essere associata ad ostruzione esofagea a causa di un oggetto estraneo, stenosi o restringimento, neoplasia (tumore), o alla compressione delle masse adiacenti del petto.

I gatti colpiti possono avere difficoltà a mantenere una nutrizione adeguata a causa della loro incapacità di far giungere cibo allo stomaco, e dunque potrà registrarsi una perdita di peso. Essi possono anche sviluppare una polmonite secondaria a causa del rigurgito e dell’aspirazione dei prodotti alimentari nei polmoni.
Il megaesofago è stato riscontrato sia nel cane che nel gatto, ma è molto più comune nei cani. Il megaesofago congenito è raro ma è stato documentato nel gatto siamese.

Megacolon nel gatto

Con megacolon si intende  un’estrema dilatazione accompagnata da scarsa motilità del colon, di solito associata ad un accumulo di materiale fecale e all’incapacità del gatto di evacuare.

La maggioranza dei casi (il 62 per cento) è idiopatica, il che significa che non vi è alcuna ragione evidente per lo scatenarsi della condizione. Alcuni casi sono secondari, il che significa che qualcosa ha interferito con la defecazione normale per un periodo di tempo prolungato, causando stipsi cronica, con conseguente megacolon. Recenti studi hanno dimostrato che i gatti con megacolon idiopatico hanno un difetto nella capacità del muscolo del colon di contrarsi.

Il megacolon può verificarsi in gatti di qualsiasi età, razza o sesso anche se la maggior parte dei casi si sviluppa in gatti di mezza età (l’età media di insorgenza è di 5,8 anni). La maggior parte dei casi riguarda i gatti maschi (70 per cento maschi, 30 per cento femmine). Il megacolon può  essere frustrante e difficile da affrontare per l’animale.

Esofagite nel gatto

L’esofagite è un’infiammazione dell’esofago. Ci sono una varietà di cause e non c’è una maggiore predisposizione in base all’età, alla razza o al sesso del gatto.

Cause

  • Ingestione di sostanze chimiche irritanti
  • Ernia iatale
  • Corpo estraneo nell’esofago
  • Reflusso di succo gastrico causato, tra le altre cose, dall’anestesia generale

Iperestensione del carpo nel gatto

Le lesioni da iperestensione carpale nei gatti producono un crollo dei legamenti che sostengono la parte posteriore del carpo nel polso con conseguente incapacità del gatto di mantenere la posizione eretta normale.

L’infortunio può sfociare nella zoppia che progredisce gradualmente fino a mostrare un aspetto scomposto del carpo. La zoppia di solito persiste e porta a significativi cambiamenti artritici nelle articolazioni colpite.

Non c’è una particolare predisposizione di razza, età o sesso. Più comunemente, la lesione è il risultato di un atterraggio sbagliato sulle gambe anteriori da un’altezza significativa come una finestra del secondo piano.

Crescita irregolare dell’arto nel gatto

La deformità angolare dell’arto nel gatto è la crescita dell’arto in forma anomala o storta che deriva dallo sviluppo anormale delle ossa. Le deformità dell’arto sono più comuni nell’avambraccio (radio/ulna), ma possono essere riscontrate anche nella parte inferiore della coscia (tibia/perone).

Le lesioni subite dalle ossa in crescita possono portare a una deformità dell’arto. Questo può capitare, ad esempio, se il gattino viene investito da una macchina, calpestato pesantemente o chiuso per sbaglio in mezzo alla porta.

La forma storta delle ossa provoca anomalie anche nelle articolazioni, con il rischio più alto di sviluppare artrite e in generale dolore.

Come capire se il gatto è disidratato

La disidratazione è un’evenienza comune negli animali domestici, e può portare a problemi di salute anche molto seri per i nostri piccoli amici.

Se il vostro gatto non si sente bene, ha smesso di mangiare, è stato esposto a quantità eccessive di calore senza avere accesso alla ciotola dell’acqua, o ancora se presenta sintomi come il vomito, e non riesce a deglutire nemmeno i liquidi, è probabile che sia disidratato.

I veterinari suggeriscono, quando il gatto non mangia e non beve, o vomita e sviluppa diarrea, di escludere prima di ogni altra cosa proprio la disidratazione.

Dermatite da contatto nei gatti

La dermatite da contatto è una rara malattia della pelle di cani e gatti causata dal contatto con alcune piante (in particolare le piante della famiglia Ebreo errante), farmaci e sostanze chimiche varie. La dermatite da contatto non è molto comune negli animali o almeno non come nelle persone, perché la pelle degli animali domestici è protetta dal pelo. Per questo è facile che si sviluppi in quelle zone del corpo in cui i peli sono radi.

La dermatite da contatto può essere di due tipi: allergica o irritante.
Le reazioni allergiche richiedono un periodo di sensibilizzazione più o meno lungo durante il quale si sviluppa la reazione immunitaria. In media, la sensibilizzazione impiega da sei mesi a due anni per svilupparsi. Pertanto, i farmaci e le sostanze chimiche che sono state usate in passato senza problemi possono, apparentemente all’improvviso, essere responsabili di una reazione allergica qualche tempo dopo.

L’allergia da contatto presenta sintomi che si verificano da 24 a 48 ore dopo il contatto con la sostanza incriminata.
La reazione è simile a quella che si verifica nelle persone a causa dell’edera velenosa.
I sintomi tipici comprendono prurito ed una eruzione papulare. Il prurito può essere grave. Negli animali vengono colpiti generalmente le zampe ed il muso e, a volte, l’interno delle orecchie.

Pippi, un gatto diventato sindaco

Pippi avrebbe avuto una vita breve e terribile se fosse rimasta per strada dove l’avevano crudelmente abbandonata e, invece, il suo destino è cambiato improvvisamente. Ritrovata da un volontario ancora piccola, è stata portata al gattile di Vigevano e curata dai due responsabili e dai volontari del Rifugio del Micio. Questo fino allo scorso anno, quando la gattina ha conosciuto un nuovo padrone in un impiegato del municipio di Gravellona Lomellina, un paese in provincia di Pavia. Da quel momento ha iniziato ad accompagnarlo al lavoro sempre più spesso, presenziando in ufficio come un dipendente modello e, in poco tempo, è diventata la mascotte dell’ente. La sua dolcezza e simpatia e, soprattutto, la sua affidabilità, hanno portato l’intera struttura a decidere all’unanimità di eleggerla “gatta sindaco”.

Non regalate al gatto una museruola per Natale

Museruola per Gatto

Museruola per GattoNe ho viste di tutti i colori, a strangolo, di stoffa e di pelle ma quella che vedete in foto si contraddistingue dalle altre museruole non per forma e dimensioni per l’animale a cui è destinata.