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Sindrome di Cushing nel cane: sintomi, cura e sopravvivenza

Anche i cani possono soffrire della sindrome di Cushing o iperadrenocorticismo. Si tratta di una malattia endocrina, ovvero legata alla produzione eccessiva (e conseguente alta concentrazione in circolo nel sangue) di particolari ormoni, i glucocorticoidi, secreti dalle ghiandole surrenali, le cui cause dipendono da un’alterazione funzionale delle stesse. In una minore percentuale può dipendere invece dall’assunzione di alcuni farmaci steroidei. Non mi dilungherò sugli aspetti biologici di questa sindrome (ovvero insieme di “condizioni cliniche “ particolari), ma solo su ciò che è più direttamente utile da sapere per salvaguardare la salute e la vita del cane di famiglia.

La sindrome di Cushing colpisce gli animali di ogni razza ed età anche se è particolarmente frequente nei boxer, bassotti, barboncini e boston terrier a partire dai 6 anni di età ed è caratterizzata da una serie di sintomi più o meno concomitanti: obesità (ma con grasso distribuito essenzialmente nel basso addome, che si dimostra disteso), alopecia simmetrica sui fianchi oltre che sulla pancia, iperpigmentazione della pelle (con macchie nerastre) ed ispessimento, comedoni, sete eccessiva (ed altrettanta emissione di urine); a volte si è in presenza anche i difficoltà motorie, infertilità, problemi al cuore, respiratori e neurologici. Insomma un quadro clinico complesso quanto preoccupante che necessita il ricorso ad una consulenza veterinaria.

Tra le cause da escludere e/o curare quanto prima, un tumore dell’ipofisi o altra sua alterazione funzionale o un tumore della ghiandola surrenale (ma raro nei cani). Per fare una diagnosi il veterinario partirà dalla sintomatologia per poi procedere con delle analisi del sangue, essenzialmente dosaggi ormonali ed un’indagine più approfondita per capire se il problema origina dall’ipofisi o dal surrene. Utili spesso anche un’ecografia o raggi x, se non indagini diagnostiche più approfondite.

La terapia dipende ovviamente dalla causa primaria, anche se essenzialmente consiste nell’abbassamento dei livelli di cortisolo nel sangue: purtroppo pochi farmaci sono in grado di offrire al cane un’efficacia adeguata, benché possa far scomparire i sintomi in un breve lasso di tempo.  Nei cani è utile il mitotano, un medicinale che agisce sulla corteccia surrenale per sopprimere selettivamente la produzione di glucocorticoidi. Il protocollo farmacologico è però complesso, richiede uno stretto controllo veterinario e non è privo di seri effetti collaterali. Purtroppo la prognosi è riservata e la vita media di un cane in terapia affetto da sindrome di Cushing o iperadrenocorticismo è di circa 2 anni. In caso di tumore può essere necessario l’intervento chirurgico di rimozione.

Fonte: PetsWM

 

 

 

 

 

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