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L’anemia nel gatto

anemia nei gatti

La parola anemia deriva dal greco e significa “senza sangue” ed è una malattia che colpisce sia gli uomini che gli animali. Nel gatto, l’anemia può diventare un problema molto serio, soprattutto se non è riconosciuta in tempo; in particolare nei gatti anziani che passano gran parte della loro giornata a dormire, infatti il primo sintomo dell’anemia è l’affaticamento, e spesso diventa difficile riconoscerlo tra il normale poltrire del micio.

Non a caso, infatti, i gatti che vengono portati dal veterinario presentano sintomi più visibili come vomito o inappetenza prolungata, piuttosto che l’affaticamento. Il problema è che quando il veterinario effettua le analisi del sangue al micio, esso presenta già condizioni critiche e un numero di globuli rossi molto basso; diverso è il discorso per un gatto giovane, nel quale l’affaticamento non può passare inosservato.

Il gatto può diventare anemico in seguito ad una malattia oppure per una perdita abbondante di sangue, ma anche per colpa di alcuni parassiti in grado di distruggere i globuli rossi, e anche le carenze alimentari possono causare l’anemia. Un gatto anemico, oltre all’affaticamento,presenterà segni di irrequietezza di respiro affannoso e pallore delle mucose. Le cure contro l’anemia consistono nell’eliminare le cause che l’hanno provocata e in cure farmacologiche a base di ferro.

L’anemia più frequente nel gatto è quella legata all’insufficienza renale, che è la malattia che colpisce più spesso i gatti anziani e che con il tempo sfocia in anemia. In questo caso la prevenzione è la soluzione migliore; chi possiede gatti dagli otto anni di età in poi, dovrebbe far controllare il livello di creatinina nel sangue almeno una volta all’anno. Inoltre, per i gatti di casa è importante anche la vaccinazione annuale perché permette di fare una diagnosi precoce.

 

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