Tempo fa venne alla ribalta della cronaca una brutta storia risalente al 2004, legata all’uccisione da parte di alcuni veterinari dell’Asl dell’Aquila, di nove cuccioli di cane randagi: i veterinari vennero condannati in primo grado e ieri la condanna è stata confermata anche in secondo grado dalla corte d’appello del capolugo abruzzese. La condanna è stata fissata in due mesi e dieci giorni di reclusione. La Corte ha deciso in tal senso applicando l’articolo 544 bis del Codice penale relativo all’uccisione per crudeltà o senza necessità e dell’articolo 110 del Codice penale concorso in piu’ azioni esecutive di uno stesso disegno criminoso.