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Stress post-traumatico, anche i cani ne soffrono: la storia di Gina

Anche i cani soffrono di stress post-traumatico. Lo dimostra il caso di Gina (la vedete nelle foto), un pastore tedesco in cura dopo essere rientrata dall’Iraq. Il cane che in guerra aveva il compito di rintracciare gli esplosivi, al suo ritorno a casa (in Colorado, USA), dopo sei mesi di missione, si rifiutava di entrare in qualunque stanza.

E fa discutere, proprio in questi giorni, dopo le proteste sollevate dall’ENPA (l’Ente Nazionale Protezione Animali), l’utilizzo di animali come soldato in operazioni militari di vario genere. Non solo cani per identificare gli ordigni, ma anche leoni marini impiegati come kamikaze, asini imbottiti di esplosivo e impiegati in missioni suicide, ratti, furetti, api impiegati su campi minati. Terribile, vero?

Un vero e proprio esercito di animali, in guerra al seguito dell’uomo e che spesso non fa ritorno, senza ricevere alcuna medaglia o riconoscimento. Morti di esseri viventi silenziose, un sacrificio chiesto a chi non può rifiutarsi ed è completamente indifeso nelle mani dell’uomo. Morti, nel peggiore dei casi, ma anche traumi, come abbiamo visto nel caso di Gina, che segnano l’animale a vita.

E tornando proprio a questo povero cane, il sito del New York Daily News riporta che, prima di partire per la guerra, Gina aveva un carattere molto socievole. Purtroppo in guerra è stata spesso vicina a forti esplosioni che l’hanno traumatizzata ed è stata inoltre coinvolta in un grave incidente, avvenuto al convoglio vicino a quello in cui viaggiava.
Il cane non ha retto allo stress: oggi ha un carattere completamente stravolto dal trauma subito, rifiuta di entrare nelle stanze e sta seguendo una terapia volta a cercare di reinserirla nella vita militare.

Il veterinario gli ha diagnosticato la sindrome da stress post-trauma, sollevando non poche polemiche: se da un lato medici e veterinari ritengono che uomini e pets possano soffrire degli stessi choc, dall’altro, ovviamente, gli ambienti militari reputano addirittura degradante il paragone tra soldati e animali. Ebbene, se il paragone tra animali e soldati è così degradante, perché continuare ad usare animali-soldato? Riconoscere che i cani sanno svolgere compiti ancora più delicati degli umani ma non ammettere che hanno paure, stress e traumi psicologici proprio come gli umani è troppo comodo. Conosco cani terrorizzati dall’aspirapolvere, per non parlare dei botti e dei tuoni,  figuriamoci l’effetto che hanno su di loro le bombe! Piuttosto che cercare di reinserire Gina nella vita militare, bisognerebbe riconoscerle i suoi meriti e concederle il dovuto riposo ed un ritorno ad una vita da cane normale.

[Fonte: Lazampa]

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