Il gatto Burmilla

Il gatto Burmilla è un gatto nato in Gran Bretagna nel 1981 i cui progenitori sono un Burmese e un Chinchilla; questo gatto è diffuso soprattutto in Inghilterra e in Danimarca e ha ottenuto il riconoscimento ufficiale dalla Federazione Felina Internazionale.

Il gatto Burmilla si caratterizza per il corpo muscoloso, dal petto largo e dalla muscolatura ben definita; è un gatto di taglia media, dal pelo corto, fitto e morbido. Il colore base del mantello è sempre un bianco argento con striature di diversi colori.

Il gatto Peterbald

Quanti di voi conoscono il gatto Peterbald? Sicuramente pochi, in quanto è una razza di gatto poco conosciuta, più nota con il nome popolare di Siamese nudo. Il Peterbald è un gatto di origine russa, caratterizzato dall’assenza di pelliccia, nato dall’incrocio tra un gatto Siamese e un Don Sphynx russo.

La selezione portò, nel 1994 alla nascita di una cucciolata di gatti che avevano la pelle nuda degli Sphynx e l’eleganza dei Siamesi; questa caratteristica è stata mantenuta, tanto che, ancora oggi, gli accoppiamenti acconsentiti per la selezione del Peterbald è tra le due razze originarie.

Il gatto bengalese

gatto bengalese

Il gatto bengalese, conosciuto anche come gatto Bengal o Bengala, è il risultato di un incrocio ottenuto abbastanza recentemente tra gatti domestici e gatti selvatici, chiamati scientificamente Felis Bengalensis; all’inizio, questi incroci avvenivano per alcune ricerche sulla leucemia felina, dalla quale i gatti selvatici sarebbero immuni. Successivamente, gli allevatori hanno deciso di continuare questi incroci con l’obiettivo di selezionate dei gatti che avessero il mantello maculato come quello del Felis Bengalensis; il gatto bengalese è riconosciuto come razza dal 1991.

Il gatto bengalese è un animale piuttosto robusto e muscoloso, con il corpo massiccio dalla forma allungata e l’ossatura robusta; gli esemplari maschi arrivano a pesare intorno ai 9-10 chili, mentre le femmine si fermano a sei. La caratteristica principale di questo gatto è il pelo, che è corto, ma molto liscio e setoso e con macchie simili a quelle del leopardo, ben visibili e distribuite orizzontalmente.

Egyptian Mau, ovvero il gatto egiziano

Egyptian Mau

L’Egyptian Mau, è un gatto di origine egiziana che viene considerato dagli estimatori il discendente diretto dei gatti venerati nell’antico Egitto; i primi esemplari di questa razza vennero portati in America attorno al 1950, e solo 18 anni dopo vennero riconosciuti formalmente, mentre in Europa hanno dovuto attendere fino al 1993. Il nome Egyptian Mau significa “gatto egiziano”.

Il mantello perfettamente maculato è la caratteristica principale di questo gatto, come il portamento elegante e aggraziato e il corpo muscoloso che, nella forma, ricorda quello del gatto Abissino. Caratterialmente, l’Egyptian Mau è molto affettuoso e non sopporta la solitudine, e anche se può apparire freddo e poco espansivo, in realtà si affeziona molto al padrone; è molto vivace e per questo ha bisogno di spazio per giocare e arrampicarsi.

Il gatto Ragdoll, caratteristiche e comportamento

gatto ragdoll

Il Ragdoll è una razza di gatto nord americana, frutto di un’accurata selezione da parte di Ann Baker, un’allevatrice californiana che incrociò una gatta bianca simile a un Angora e un maschio che si pensa fosse un Burmese; dall’unione nacquero dei cuccioli che avevano la particolarità di avere un carattere molto affettuoso e per niente aggressivo.

Il carattere dei cuccioli, che all’inizio si pensò fosse frutto di un’anomalia del sistema nervoso trasmessagli dalla madre che aveva avuto un incidente durante la gravidanza, piacque così tanto che Ann Baker iniziò un attento programma di selezione basato sul comportamento e non sull’aspetto fisico dell’animale.

La razza Ragdoll fu riconosciuta ufficialmente nel 1965 ma all’inizio fu molto criticata perché si temeva che questa docilità fosse in realtà dovuta ad una malattia del sistema nervoso; in realtà il comportamento di questi gatti è dovuto all’accoppiamento tra due esemplari già molto docili di per sé. A questa nuova razza venne dato il nome di Ragdoll, che significa “bambola di pezza”, proprio per evidenziare la sua docilità.

Il gatto Himalayano

gatto himalayano

Il gatto himalayano è il frutto di una serie di incroci e di programmi di selezione tra un Siamese e un Persiano; non tutte le associazioni la considerano una vera e propria razza, ma, comunque, viene riconosciuta come varietà o sottorazza del Persiano.

Le punte di pelo più scura rispetto al resto del corpo, che si trovano su orecchie, maschera, arti e coda, sono dovute ad un gene di tipo recessivo chiamato Himalayano, che determina questa colorazione del pelo; quando nascono i gattini sono tutti bianchi e tendono a scurirsi intorno alla terza o alla quarta settimana di vita; un altro effetto del gene Himalayano è rappresentato dagli occhi che variano dall’azzurro al blu. È un gatto di corporatura media dal pelo lungo e folto, con la coda corta ma proporzionata alla lunghezza del corpo; in genere gli esemplari maschi possiedono una maschera più estesa rispetto alle femmine.

Il gatto Somalo

gatto somalo

Il gatto somalo è la versione a pelo lungo del gatto Abissino, ma a differenza di quanto suggerisce il nome, questa razza è nata negli Stati Uniti, durante dei programmi di selezione della razza Abissina; le selezioni non dovevano produrre esemplari a pelo lungo, ma piano piano gli allevatori iniziarono ad interessarsi a questi nuovi esemplari e nel 1960 ricevettero i primi riconoscimenti da parte delle associazioni feline internazionali, fino a ricevere nel 1978 il definitivo riconoscimento. Questo gatto è stato chiamato Somalo per sottolineare la sua stretta parentela con l’Abissino.

La caratteristica principale del gatto Somalo è quella di possedere l’effetto ticking, ovvero ogni singolo pelo ha un colore base spezzato da due o tre bande di pigmento più scuro e termina sempre con la punta scura. Quando nascono, i cuccioli presentano il mantello scuro che si schiarisce con la crescita.

Il gatto Balinese

gatto balinese

Nonostante il suo nome faccia pensare all’isola di Bali, il gatto Balinese è di origine americana, frutto degli accoppiamenti tra un Siamese e un Angora a pelo lungo, effettuati per ottenere una varietà di gatto Siamese a pelo lungo. Solo più tardi si scoprii che il pelo lungo nel Siamese è dovuto a un carattere recessivo e così il Balinese fu riconosciuto come nuova razza solo nel 1961; gli venne attribuito questo nome grazie alle sue movenze aggraziate che ricordavano quelle delle danzatrici dei templi di Bali.

Il Balinese è un gatto a pelo semi lungo, di taglia media, piuttosto longilineo, ma dotato di una buona muscolatura, e dall’aspetto fiero e aristocratico; il suo mantello è molto fine e non presenta né sottopelo né la gorgiera che hanno i gatti a pelo lungo; la colorazione del mantello è quella del Siamese in tutte le sue sfumature.

Gatti e cani per chi soffre di allergie – parte due

malteseContinuiamo la nostra carrellata di gatti e cani, reputati ipoallergenici.
Maltese.
I cani Maltese sono generalmente di piccole dimensioni, pesano tra 1,8 kg e 2,7 kg e sono coperti da un pelo lungo e setoso, che deve essere spazzolato tutti i giorni.
Il dottor Sublett spiega che

spazzolare un cane all’esterno della propria abitazione può aiutare a ridurre gli allergeni al suo interno. Inoltre è consigliabile usare un panno umido e asciugare l’animale verso il basso.

Una semplice pulizia quotidiana con un panno leggermente insaponato rimuove gli allergeni così come gli spray appositi che si trovano in commercio nei negozi specializzati.

Gatti e cani per chi soffre di allergie – parte uno

Se amate gli animali ma odiate le allergie, ovvero siete allergici al pelo dei pets più diffusi, cani e gatti in primis, una soluzione, prima di rinunciare del tutto all’idea di avere un amico a quattro zampe, è quella di optare per le razze più ipoallergeniche di cani e gatti.

In realtà, non è solo il pelo che scatena le reazioni allergiche, bensì anche alcune proteine contenute nella saliva e nella pelle. A dirlo è James Seltzer, portavoce dell’American College of Allergy, Asthma and Immunology che spiega come i soli animali domestici anallergici siano quelli con la pelle squamosa, come iguana e serpenti, per intenderci. Tuttavia ci sono alcune razze di cani e gatti che si pensa siano più adatti, ovvero provochino meno reazioni e soprattutto di minore entità, a chi soffre di allergie, anche se scientificamente non è mai stato provato. Dopo il salto, vediamo nei dettagli di quali specie si tratta.

Ocicat, il gatto dal mantello maculato

Ocicat

Il nome della razza di gatto Ocicat deriva dall’Ocelot, un felino selvatico che vive nelle foreste equatoriali dal mantello molto simile a quello di questo gatto. La razza Ocicat è stata selezionata attorno al 1964 negli Stati Uniti, grazie ad un bellissimo esemplare nato dall’incrocio tra un Siamese Poit Chocolate e una femmina con sangue siamese e abissino; l’Ocicat è stato riconosciuto ufficialmente in America nel 1987.

La sua caratteristica più evidente è il mantello che è perfettamente maculato e soffice al tatto, dall’aspetto lucido, corto e aderente al corpo. Nonostante sia un gatto abbastanza grande, il peso va dai 5 ai 7 chilogrammi, possiede un aspetto atletico ed elegante; il corpo è robusto e muscoloso, e nonostante gli arti siano piuttosto lunghi ha un andamento molto aggraziato. Gli occhi sono a mandorla e la coda lunga e affusolata.

Cymric, il gatto senza coda

Cymric

La razza di gatto Cymric è stata selezionata dal Manx e il suo nome deriva dal celtico e si pronuncia “cumric”. Il Cymric si caratterizza per il mantello dal pelo semilungo ma molto morbido e compatto e dalla mancanza della coda persa in seguito ad una mutazione; proprio a causa di questa sostituzione genetica le femmine partoriscono pochi cuccioli.

Il gene responsabile della mutazione è semi-letale, vale a dire che i cuccioli omozigoti, cioè quelli che hanno ereditato da entrambi i genitori il gene, muoiono nel grembo della madre all’inizio dello sviluppo fetale. I cuccioli che riescono rimanere in vita sono quelli che hanno ereditato solo un gene della mancanza della coda, mentre l’altro gene possiede una coda normale: proprio per evitare questi seri problemi, i gatti di razza Cymric non devono essere accoppiati tra di loro.

Il gatto Devon Rex

devon rex

La razza di gatto Devon Rex è nata nel 1960 in Cornovaglia per una mutazione spontanea che si è verificata in una cucciolata di Cornish, nella quale un gattino nacque con orecchie grandi simili a quelle di un pipistrello e il pelo riccio; in seguito furono tentati degli incroci ma nessuno dette egli esemplari simili a quello del gattino della cucciolata di Cornish, e per questo le due razze sono riconosciute separatamente. Esistono molte razze che presentano anomalie nel mantello e sono identificabili con il suffisso rex, che indica proprio la differenza della struttura del pelo.

Il responsabile del mantello del Devon Rex è un gene recessivo che permette la contemporanea presenza di tre tipi di pelo arricciati al punto da risultare una pelliccia corta e ondulata. Fisicamente possiede enormi orecchie, muso corto e triangolare e occhi grandi, corpo minuto ma piuttosto muscoloso e dotato di un’innata eleganza. La coda è lunga è ricoperta di pelo, il mantello è corto, ma arricciato e ondulato, e uniforme su tutto il corpo; sono ammessi tutti i colori e anche le diverse sfumature.

Il Devon Rex è un gatto molto affettuoso e tranquillo che ama stare in casa al caldo ed essere coccolato; è il gatto ideale per chi passa molto tempo in casa, in quanto è adattissimo alla vita di appartamento, e si affeziona tanto al padrone; gli piacciono i bambini e ama giocare con loro.

Il gatto più adatto, linee guida per una scelta consapevole (parte due) fotogallery

gatto tenero 7Quando si sceglie un gatto, tenete in considerazione anche la vostra famiglia. Gattini e bambini molto piccoli di solito non legano bene, perchè i mici sono fragili e i neonati per giocare potrebbero tirargli la coda, le orecchie, il pelo e spesso non possono resistere allo stritolarli letteralmente di coccole.
Tutto dipende anche dalla personalità del gatto: i gatti, proprio come le persone, sono individui: non ne esistono due completamente uguali, nemmeno se si tratta della medesima razza o della stessa cucciolata.
Alcuni tollerano qualsiasi tipo di manipolazione, compreso l’indossare abitini ridicoli e buffi, altri non amano essere presi in braccio o coccolati a meno che non siano loro a volerlo e a venirvi a cercare.

La personalità è certamente influenzata dalla razza, anche se non bisogna generalizzare eccessivamente le caratteristiche base e considerare sempre che sono variabili da esemplare ad esemplare. Generalmente i persiani sono considerati gatti sedentari, mentre altre razze con i geni dei gatti selvatici saranno ovviamente, per forza di cose, più vivaci e attivi.