Interpretare il linguaggio del gatto, il felinese

interpretare-miagolìo-gattoUn po’ come il pianto per i bambini, miagolare è per i gatti uno dei pochi modi per comunicare con noi, farci delle richieste, o anche semplicemente richiamare la nostra attenzione per un qualsivoglia motivo, e talvolta anche senza una ragione specifica. Dico questo perchè non sempre, quando miagola, il gatto ha fame o vuole le coccole. A volte è solo un modo per manifestare la sua presenza, per dire: ecco, ci sono.
Il linguaggio del gatto non è ovviamente fatto solo di miagolii, bensì comprende una vasta gamma di segnali, dalla posizione dell’orecchio, alla coda, alla postura complessiva, senza dimenticare le da noi tanto amate fusa. Interpretare il felinese non sempre è cosa facile per noi umani. Ci viene in aiuto il veterinario Marty Becker, autore insieme a Gina Spadafori del libro The ultimate cat lover, nel quale è svelato il segreto per una perfetta (o quasi) comunicazione tra noi ed il nostro gatto. In linea generale, secondo i consigli dell’esperta:

…se si vuole veramente interpretare il codice di comunicazione felina, bisogna prima ascoltare il tipo di miagolìo, poi osservare il linguaggio del corpo, e successivamente collegare questi segnali ad un qualche evento che si sta verificando.

Cani attori, casting per star a quattro zampe

cani attoriTutti i cuccioli e cani adulti che vediamo negli spot, nei film, nelle fiction, e anche a teatro o nelle fiere expo prima di diventare degli attori provetti hanno fatto dei casting! In Italia, ormai da un anno, è attivissima l’attività di Cani Attori che si occupa proprio di organizzare casting in tutta Italia e poi di mettere a disposizione e addestrare i nostri piccoli amici per il grande schermo o per degli spettacoli teatrali, e anche per alcune delle nostre serie televisive preferite!

Il modello del casting che hanno adottato è quello americano, e sta ormai prendendo piede in tutta Italia e anche nel resto dell’Europa. I casting sono aperti a ogni cane, di qualsiasi razza o taglia e i cani non devono necessariamente essere già addestrati. Le uniche cose importanti sono che siano socevoli, che non siano paurosi o aggressivi, magari perchè spaventati da tanta gente o dalle telecamere, e anche che vadano d’accordo con gli altri animali, in modo che se dovranno collaborare con altri colleghi cani o con altre specie non vada a finire tutto in una gran confusione!

Alimentazione del gatto: carne, pesce e verdure

alimentazione del gatto

Ancora di più del cane, il gatto è un carnivoro: ha la capacità di assimilare molto bene le carni, le cui qualità sono molto importanti perché l’animale ha un estremo bisogno di proteine. La carne è ricca di vitamine e di fosforo, ma povera di calcio, bisognerà, quindi, soprattutto per i gattini in crescita, aggiungere degli alimenti complementari.

Il valore nutritivo delle diverse carni è differente, ad esempio, la carne rossa è più nutriente del pollo. Generalmente, la carne rossa viene proposta al gatto tritata o a cubetti, sia passata alla griglia, sia cruda; anche le carni bianche devono essere sempre cotte. Il pesce offre un ottimo apporto di proteine, pur contenendone meno della carne: è un alimento che il gatto gradisce, l’importante è non darglielo mai crudo, ma bollito, e preferendo quello magro a quello grasso.

Le necessarie quantità di proteine possono essere trovate nelle rigaglie, ma un eccessivo consumo di alcune di esse può essere dannoso: è il caso del fegato che, in dosi troppo frequenti, può provocare problemi di artrosi, dovuti ad una ipervitaminosi; in compenso la “coratella”, cioè il polmone, presenta limitate qualità nutritive, ed è molto utile in caso di obesità.

una radio per cani e gatti: ecco la DogCatRadio

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Una novità per i nostri amici animali: sul web è nata la prima stazione completamente dedicata agli animali! Si chiama RadioDog ed è tailandese, creata da Anupan Boonchuen, un addestratore per cani che è convinto che ascoltare della buona musica possa avere degli effetti benefici sugli animali . L’addestratore durante i suoi studi, ha scoperto che gli animali riescono a seguire il ritmo della musica, muovendo a tempo orecchie e coda. Inoltre, dopo essere stati sottoposti a questa terapia i cani si dimostravano anche docili e molto più obbedienti: in particolare si lasciavano spazzolare senza emettere proteste.

I proprietari o le proprietarie devono essere attenti al modo in cui i loro amici abbaiano, perché loro sono i nostri ascoltatori e i dj devono poter mettere diversi tipi di musica, a seconda degli abbai o dei gemiti. Ma soprattutto devono essere capaci di comunicare con questi fantastici animali anche senza vederli

dice l’addestratore.

Cani aggressivi, questione di razza: umana

cucciolo rottweilerMolti cani vengono soppressi o abbandonati a causa della loro natura violenta ma, contrariamente alla credenza popolare, la razza ha ben poco a che fare con il comportamento aggressivo di un cane. O almeno incide tutto sommato poco rispetto a tutte le responsabilità che sono invece a carico del proprietario.  Lo dimostra chiaramente un recente studio effettuato da ricercatori dell’Università di Córdoba, che ha preso in esame proprio le razze che sono considerate aggressive per natura, come il rottweiler e il Pit Bull.

Le conclusioni della ricerca sono state a dir poco sorprendenti: sarebbero infatti i proprietari i primi responsabili  degli attacchi dei cani, generati dalla volontà di ottenere una posizione dominante o di concorrere con altri animali.
Il gruppo di ricerca  ha determinato una serie di fattori esterni che sono inerenti ai cani, al fine di comprendere la loro aggressività, e hanno osservato che i fattori dipendenti dal proprietario, e dunque modificabili, hanno una maggiore influenza sugli animali.

Il Boxer, un tenero pugile

boxerIl primo Boxer appare in una tappezzeria fiamminga del 1600, ma ancora oggi non sappiamo se quella sia un’opera di completa fantasia o meno, visto che pare che il Boxer risalga a un periodo molto successivo, oltre il 1850. La razza pare provenga dall’incrocio tra il Bullenbeiszer e il Barenbeiszer, due cani da combattimento, i loro nomi significano quello che attacca il toro e quello che attacca l’orso. Infatti da loro sembra derivi l’indole combattente del Boxer, indole che lo ha portato ad essere uno dei cani da combattimento più attivi, ma che fortunatamente non ha segnato il suo destino, visto che ancora oggi il Boxer è conosciuto come un dolcissimo cane da compagnia.

Basta guardare la sua fisicità per capire il motivo per cui venne utilizzato come cane lottatore per tanto tempo. Mascella sporgente e naso all’insù, in modo da poter agguantare la presa e non lasciarla, senza essere intralciato da un tartufo imponente. E anche il corpo, muscoloso sul dorso e snello nella parte inferiore, gli ha fatto guadagnare il nome che porta, visto che alcuni sostengono che il cane fosse in grado di alzarsi sulle zampe posteriori e colpire con quelle anteriori! Comunque sia già nel XIX secolo si impose come compagno di vita dell’uomo, senza soprusi, e il boom corrispose con quello del Beagle, negli Stati Uniti nel dopoguerra.

Il Geko: un’alternativa al classico animale domestico

geko

Non più solo cani, gatti e criceti: la vera novità in fatto di animali da compagnia sono i geki! Si tratta di lucertoline lunghe in media una ventina di centimetri, innocue per l’uomo che vivono in tutti i paesi a clima temperato.

La maggior parte dei geki che abitano nelle nostre zone sono di colore grigio o beige, mentre quelli diffusi nei paesi esotici possono avere anche colori brillanti. La caratteristica principale di questi piccoli rettili e la capacità delle loro zampe di aderire perfettamente a qualsiasi tipo di superficie, senza bisogno di emettere liquidi superficiali, ma soltanto grazie alle microscopiche setole che gli ricoprono le zampe.

Cani, l’obesità si combatte facendo esercizio fisico con il padrone

obesità cane corsaL’obesità, che affligge molti dei nostri amici a quattro zampe, deve essere innanzitutto prevenuta con la giusta alimentazione. Qualora il peso del nostro cane fosse  pericolosamente al di sopra della norma, l’ideale è l’esercizio fisico da svolgersi insieme. Stando a quanto afferma Susan Nelson, un veterinario della Kansas State University, pare infatti che non ci sia niente di meglio per combattere il sovrappeso del cane che svolgere attività fisica insieme al suo padrone. Con duplice beneficio:

  1. si migliorano le condizioni di salute di ambedue
  2. si rafforza ulteriormente il legame tra l’uomo ed il cane

I cani, proprio come le persone, traggono molti vantaggi dall’allenamento, sia  a livello fisico che psichico. Ed esercitarsi insieme al proprietario amplifica questi benefici, perchè l’animale è contento del tempo trascorso in esclusiva insieme al padrone.

STREEX: expo e allevamento di rettili a Reggio Calabria

rettiliCerto, siamo un po’ in anticipo rispetto alla data in cui questo Expo avrà luogo, 7 e 8 novembre, però siamo sicuramente in tempo per fare un salto nel  mondo dei rettili, visto che in Italia, appassionati, collezionisti e curiosi sono in continuo aumento.

Il sito www.gcreptiles.it offre diversi spunti per immergersi un po’ in questa dimensione strisciante, spaventosa a volte e tutto sommato affascinante… In fondo sappiamo che Eva fu attirata e ingannata da un serpente e l’immaginario legato a questo animale, così come a molti altri rettili, fa ancora parte della nostra cultura. Chi non ricorda Ka, il serpente incantatore de “Il libro della giungla” e chi non è rimasto nemmeno una volta incantato a guardare un documentario sui coccodrilli o sulle iguana, immobili, silenziosi, pronti all’attacco. Ma comunque sempre la Disney ci ha insegnato a sdrammatizzare anche quel senso di diffidenza nei confronti di animali così “selvaggi”: Bis, il serpente consigliere del Re, in Robin Hood, è davvero goffo e divertente, per niente complottatore, e il coccodrillo che ha mangiato la mano a Capitan Uncino in realtà non fa paura a nessuno!

Ma torniamo al sito e a ciò che ci offre.

Il ritorno degli animali estinti

animali estinti

“Resuscitare” animali estinti è possibile? Sì, a patto di avere a disposizione l’intera sequenza del Dna dell’animale: un patrimonio che per ogni essere vivente è scritto in ogni cellula ma che degenera facilmente, in quanto i raggi del sole lo alterano, come le aggressioni di germi e batteri, rendendolo inutilizzabile. Quindi, se può essere relativamente facile recuperare peli, frammenti di ossa o pelle di animali estinti, occorre che questi siano perfettamente conservati e non oltre un certo limite di tempo. I genetisti concordano che non valga la pena studiare materiale più vecchio di 100 mila anni, quindi i dinosauri non possono essere riportati in vita perché sono si sono estinti molto prima.

Il New Scentist ha stilato una lista di 11 grandi animali del passato che, con l’aiuto della moderna scienza e tecnologia, potrebbero tornare; vediamo quali sono.
Tigre dai denti a sciabola: estinta da 10 mila anni, presentava canini di 15 cm di lunghezza; le fauci si aprivano formando un angolo di 120 gradi che permetteva l’utilizzo di questi denti.
Orso dalla faccia corta: un terzo più alto dell’orso polare, ritto sulle zampe arriva a 3 metri e pesava fino ad una tonnellata.

Moa: è un uccello non volatore della Nuova Zelanda; alto 3 metri, era un parente alla lontana dello struzzo. Di questo animale c’è molto Dna disponibile, quindi la “resurrezione” appare possibile.
Gliptodonte: nella forma ricorda l’armadillo, che però e molto più piccolo
Rinoceronte lanoso: è un animale estinto da 10 mila anni, e anche i suoi discendenti attuali dono a rischio di estinzione.

Le pellicce di cani e gatti, divieto di import ed export

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Nel 2002 il ministro Sirchia, rendendosi conto del problema pressante ed evidente dell’importazione e vendita di pellicce realizzate con pelliccia di cane e gatto, ha emanato un’importante ordinanza: viene fatto divieto di cani e gatti per la produzione o il confezionamento di pelli, pellicce, capi di abbigliamento e articoli di pelletteria. A tale ordinanza è seguito un regolamento dell’Unione Europea emesso nel 2007.

Oltre a ciò è ovviamente fatto divieto di consentire l’ingresso nel territorio dello stato di pelli e pellicce di tale tipo ed anche oggetti costruiti con tali materiali: nel caso in cui non venga rispettato tale divieto vi sarà una condanna penale, con sequestro e distruzione di tutto quanto raccolto. La condanna penale tuttavia si riferisce unicamente all’inosservanza della legge, non è stato previsto un’inasprimento delle sanzioni, che ci si auspica possa presto essere fato.

È evidente l’importanza assoluta di tale norma: ma nonostante ciò vi sono ancora moltissimi capi che non riportano sull’etichetta una chiara dicitura circa la provenienza della merce. Attenzione dunque quando si acquista un capo dotato di pelo o con rifiniture non ben chiare: dogues du chine, gae wolf, gou-pee, gubi, kou pi, loup d’asie, pemmern wolf, sobaki.

La museruola: quando usarla e come usarla

museruola

Con un’ordinanza del 3 marzo 2009 il ministero della salute ha voluto tutelare l’integrità pubblica dall’aggressione dai cani: in particolare nel primo articolo si fa riferimento all’uso della museruola. L’ordinanza prevede che ai fini della prevenzione dei danni o lesioni a persone, animali o cose il proprietario e il detentore di un cane devono adottare le seguenti misure: utilizzare sempre il guinzaglio ad una misura non superiore a metri 1.50, portare con sé museruola rigida a morbida da applicare al cane in caso di rischio per l’incolumità di persone o animali o su richiesta dell’autorità competenti.

Tale norma è stata adottata in seguito ai numerosi episodi di violenza causati da cani di grossa taglia, cani che si sottolinea nel 90% dei casi erano liberi o comunque non adeguatamente educati. In ogni caso sia per frequentare luoghi pubblici affollati che per poter viaggiare su mezzi pubblici, i nostri amici animali devono essere dotati della museruola.

La museruola, che può essere sia di tipologia rigida o morbida, dovrà essere usata in tutti i casi in cui vi è un potenziale pericolo: essendo tuttavia un oggetto che spesso il cane sopporta poco, occorre una buona educazione che deve avere inizio quando il cane è ancora cucciolo.

Le nove vite dei gatti, superstizione o verità?

nove vite gatto fotoE’ una superstizione che i gatti abbiano nove vite, nata probabilmente perché essi riescono a sopravvivere a cadute da luoghi elevati, uscendone illesi o cavandosela eventualmente con poche lesioni. Questo dà l’impressione che i nostri amici a quattro zampe ritornino alla vita dopo aver subito incidenti mortali.

La capacità del gatto di sopravvivere a questi traumi in realtà deriva da alcune particolari doti e conformazioni fisiche che gli sono proprie. Il senso di equilibrio interno che gli deriva dalle orecchie molto sviluppate e che gli consente di atterrare sulle quattro zampe e di recuperare immediatamente la posizione orizzontale anche quando precipitano a testa in giù. Inoltre, quando toccano il suolo, l’impatto viene attutito e ripartito non solo attraverso le ossa che potrebbero rompersi facilmente, ma anche attraverso le articolazioni ed i muscoli.

Samoiedo, il cane bianco che viene dal nord

samoiedoIl popolo nomade dei Samoiedi, pescatori e cacciatori, vive da sempre in Siberia. Il popolo possedeva dei robusti cani bianchi di cui si serviva per tirare le slitte attraverso le steppe e per mantenere le mandrie e anche difenderle dagli attacchi degli animali selvatici. Fin dal primo momento il Samoiedo, che prende il nome proprio dal popolo con cui si è sviluppato, è stato considerato un amico indispensabile e portentoso. Gli inverni siberiani sono così freddi che sulle ali dei corvi si forma la brina, ch rende difficoltoso il loro volo, e il Samoiedo riesce a sopportare queste temperature e ad essere sempre attivo, forte, tenace e ad adattarsi a mille situazioni diverse. Il cane arrivò il Inghilterra nel 1889, grazie all’esploratore Robert Scott, e da lì la razza si diffuse in tutto il mondo visto che il Samoiedo si dimostrò immediatamente non solo un forte lavoratore ma anche un compagno affidabile e affettuoso.

La mitologia ha sfornato diverse storie sui cani bianchi, e il Samoiedo è protagonista di alcune di esse. Purtroppo questi miti riguardano riti sacrificali, diffusi in tutto il mondo proprio per la particolarità del cane, Indiani D’America, Cinesi e anche alcune popolazioni della Gran Bretagna hanno sviluppato strane credenze intorno al nostro piccolo amico bianco. Per gli Apache Jicarilla il cane bianco rappresenta il sole e la luna e il suo sacrificio serve loro per portare al Grande Spirito i messaggi degli umani. Un antica pratica cinese invece garantiva sicurezza agli abitanti che avevano cosparso sulle porte delle loro case il sangue del Samoiedo, e in più un boccale di sangue caldo pareva potesse far guarire dalla febbre e dalla pazzia, e allontanare gli spiriti. Nel Galles fortunatamente non ci sono credenze legate all’uccisione dell’animale: se una persona in fin di vita incontra un cane bianco sarà salvata dall’Inferno e andrà in Paradiso.