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Il Betta splendens

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Adatto al neofita alle prime armi così come intrigante per l’acquariofilo esperto, il Betta Splendens risulta essere un pesce dallo spiccato fascino. Tipico delle risaie e delle acque stagnanti dell’Asia, in natura risulta carnivoro, nutrendosi di larve di zanzara, piccoli insetti e crostacei e microorganismi. Anni di selezione ne hanno fatto un pesce resistentissimo, in grado di adattarsi alle più svariate condizioni in termini di acqua e cibo.

Il Betta è un pesce caratterizzato da un grande dimorfismo sessuale: i maschi si presentano con pinne lunghe e colorate e sono più grossi delle femmine, che presentano pinne corte e una colorazione poco appariscente. Il suo nome volgare (Pesce Combattente Siamese) deriva dall’incompatibilità intraspecifica: risulta molto aggressivo verso i conspecifici, soprattutto verso i maschi, che se messi nella stessa vasca danno luogo a vere e proprie battaglie che solitamente culminano con la morte di uno dei due.

Per questa caratteristica viene purtroppo utilizzato, soprattutto in Malesia e Sri Lanka, per veri e propri combattimenti su cui si effettuano scommesse. I combattimenti portano spesso alla morte di uno od entrambi i contendenti.

Consigliamo quindi di immettere in vasca un solo maschio, accompagnato da una o più femmine solo nel caso in cui l’acquario sia abbastanza grande (dai 60 litri in su) e ben piantumato. Meglio evitare anche la convivenza con altre specie che presentano grandi pinne colorate, che potrebbero essere scambiati per altri maschi.

Attenendosi alla zona di provenienza, possiamo abbinare il nostro Betta a piccoli pesci di branco quali Rasbora, Puntius Titteya, Microdanio, Pangio Kuhlii, oltre che a gasteropodi e crostacei di ogni genere, pur che non troppo piccoli. Solitamente ama acqua pulite e poco mosse (non è un grande nuotatore, a causa delle pinne voluminose), con valori di acidità attorno alla neutralità e non troppo illuminate, con temperature variabili tra i 24°C e i 30°C.  Molto apprezzata la presenza di piante galleggianti.

Questo pesce risulta particolare anche per quanto riguarda la respirazione: è dotato di un organo, chiamato Labirinto, che gli consente di respirare aria. Di conseguenza è consigliabile utilizzare vasche chiuse per ospitarlo, in modo da non provocargli un contrasto termico tra aria fredda e acqua calda.

Molto suggestiva risulta essere la riproduzione: dopo che il maschio ha creato un nido di bolle sulla superficie (ecco spiegate le necessità di acqua poco mossa e piante galleggianti), i riproduttori si rincorrono e lottano fino a che, esausti, si abbracciano per la fecondazione delle uova, che il maschio inserisce poi nel nido. A questo punto occorre spostare la femmina, che potrebbe mangiare le uova, e lasciare le cure parentali al maschio, che si occupa dei piccoli fino a che questi non nuotano liberamente.

Suggeriamo al neofita di iniziare con questo pesce anche nel caso di vasche piccole (dai 30 litri in su) dato che anche la sua sola presenza è già in grado di riempire lo spazio presente, oltre a presentare un costo contenuto ed elevata resistenza.

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