Hachiko: A Dog’s Story. Una di quelle storie da raccontare davanti ad un falò. Così la definisce l’attore protagonista, Richard Gere, amante da sempre dei cani, che si cimenta nel ruolo del serio professor Parker, che un giorno si porta a casa un cane dando vita ad un sodalizio senza fine.
Alla presentazione (fuori concorso, nella sezione Alice, dedicata ai ragazzi) al Festival del cinema di Roma è stato accolto dagli aggettivi sentimentale e commovente. Un film, quello prodotto dalla Lucky Red per la regia di Lasse Hallstrom, dalla trama semplice, e forse per questo alquanto disarmante, per un pubblico del grande schermo abituato a ben più complessi intrecci ed effetti speciali. In Italia la pellicola approderà nelle sale a dicembre. E per riscaldare una fredda e lunga serata invernale non esiste niente di più appropriato, a giudicare dai primi commenti piovuti sul film. Ma guai a chiamarla favoletta per bambini. La storia si basa su fatti realmente accaduti in Giappone e Gere è pronto a giurare che ci lascerà qualcosa di indelebile dentro, cosa che una comune storiella non potrebbe certo fare.
Un sempre maggior numero di cani sopravvive al cancro. Tra questi ci sono sicuramente gli amici a quattro zampe di proprietari attenti alla salute del loro cane e che osservano molti degli accorgimenti suggeriti dai veterinari per scongiurare l’insorgenza di tumori nel loro animale domestico. A questo proposito il dottor Richard Pitcairn, il dottor Cheryl Schwartz ed il dottor Bob Goldstein hanno redatto una sorta di guida per i padroni di cani con poche semplici regole da osservare per evitare la comparsa di cancro.
Spesso nelle descrizioni sulle singole razze canine si fa riferimento ai sensi dei cani, rispetto proprio alle caratteristiche specifiche di quel cane o quell’altro, la vista acuta, il fantastico udito, l’olfatto che non può essere ingannato. Ma facciamo una breve analisi dell’espressione dei cinque sensi nel mondo canino, in modo generico ma anche specifico, con un piccolo riferimento “magico” sul finale.