Perché scegliere un ratto come animale domestico

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I ratti sono dei roditori simili ai topi, solo con dimensioni maggiori, anche se raramente superano i 500 g. di peso; esistono 56 specie di ratti, ma quelle più comuni e diffuse sono due: il ratto nero, o Rattus rattus, e il ratto marrone, o Rattu norvegicus. A differenza di quello che generalmente si pensa, i ratti possono essere addomesticati, e grazie alla loro straordinaria intelligenza possono diventare degli ottimi animali da compagnia.

Intorno ai ratti esistono molti pregiudizi e il rapporto con l’uomo è spesso problematico a causa dell’igiene; in effetti, un ratto che vive nelle fogne può essere portatore di circa 30 malattie trasmissibili all’uomo, ma a dispetto dei luoghi comuni, se tenuto in un ambiente salubre è un animale estremamente pulito. Il ratto possiede un costituzione sana e robusta ed è in grado di correre e saltare molto velocemente; sono animali molto curiosi, intelligenti e affettuosi, e a differenza di altri roditori sono molto socievoli con i loro simili.

Scegliere come animale da compagnia un ratto ha tanti vantaggi; innanzi tutto, i ratti sono molto intelligenti e questo permette un’interazione con loro, poi amano giocare, non fanno rumore, e fatto da sottolineare, sono molto puliti: non emettono odori forti, a meno che non ci siano problemi di salute delle ghiandole.

Gatti famosi

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Una ricerca dell’università di di Warwick in Inghilterra ha rilevato un fenomeno curioso ed interessante: le persone con grosse responsabilità preferiscono circondarsi da gatti! Le ricercatrici June McNicholas e Glyn Collis che hanno effettuato la ricerca in esame, hanno esaminato diversi campioni di persone effettuando diverse statistiche e giungendo alla conclusione che le persone ambiziose e chi in genere ricopre cariche importanti amano il gatto, anche per combattere efficacemente lo stress.

Oltre a questo primo studio ne venne effettuato un altro di pari importanza dall’università della California, dove i dottori Aline e Robert Kidd hanno dimostrato come gli amanti dei gatti abbiano un forte senso di indipendenza, grande astuzia e riescano a nascondere i loro sentimenti più facilmente apparendo di fatto meno fragili.

Curiosando tra le notizie che si trovano online, si scopre che molte persone di potere effettivamente vivono o hanno visuto con un gatto: primi fra tutti i presidenti americani. Tra questi si ricordano Socks, il micio di Bill Clinton e Tom Kitten, il piccolo amico di John F. Kennedy. Il primo presidente ad aprire la casa ad un felino fu niente di meno che Abramo Lincoln: i suoi biografi raccontano che, prima di prendere un’importante decisione, il presidente se ne stava da solo a pensare accarezzando uno dei suoi gatti.

Padrone aggressivo, cane aggressivo

cani aggressiviTale padrone, tale cane. E’ proprio il caso di dirlo. E finchè si tratta di eredità positive, come allegria e giocosità ci può anche stare. Ma se parliamo di aggressività il discorso si fa un tantino più delicato. Recenti studi hanno dimostrato che un comportamento aggressivo da parte del proprietario del cane ha ripercussioni sullo stesso animale, che tenderà, con maggiori probabilità, a sviluppare lo stesso atteggiamento ostile e rabbioso.

Lo studio, realizzato tramite un sondaggio sommistrato dai ricercatori dell’Università della Pennsylvania ad un campione di proprietari di cani, ha riguardato principalmente il confronto sui vari metodi utilizzati per addestrare i cani aggressivi. Il team di ricercatori in veterinaria ha così scoperto che i cani aggressivi con molta probabilità continueranno a rimanere tali, a meno di un radicale cambiamento nelle tecniche di addestramento, di per sè troppo aggressive.

Collie, il pastore del ritorno a casa

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CollieIl Collie è il cane pastore dei bassopiani scozzesi, il guardiano di greggi che discende dal Borzoi, dal Terranova e dal Levriero scozzese. Il suo nome deriva probabilmente dal termine coalie, o coaly, che significa nero come il carbone. Questo probabilmente si riferisce al muso scuro del cane che pascolava le greggi in Scozia, ma è anche possibile che molto tempo fa il Collie fosse prevalentemente di colore nero e che quindi gli scozzesi gli abbiano dato questo nome riferendosi al pelo scuro e non solo al muso del suo antenato.

Il Collie da sempre possiede due caratteristiche fondamentali, che lo hanno reso nel corso del tempo uno dei cani preferiti dalla letteratura, dal cinema e dalla tv. Ha un senso del dovere innato, non è in grado di non portare a termine un compito, e collegato a questo l’amore che lo lega alla sua famiglia e talmente tanto grande che tante sono diventate le leggende e le storie vere che narrano di Collie indispensabili per il padrone o di cani che sono sempre tornati al nido, anche se lontani chilometri e lottando contro mille difficoltà, perchè non potevano fare altrimenti.

Cura degli scoiattoli: come allestire una gabbia

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Lo gabbia ideale per lo scoiattolo giapponese non è quella lunga è stretta, perché questo roditore non ama solo arrampicarsi, ma anche correre, quindi è opportuno scegliere una gabbia piuttosto grande, indicativamente con le seguenti misure: 60x30x50 nel caso di un solo esemplare e 65x45x60 nel caso di una coppia. Se si dispone di uno spazio molto ampio come un balcone o un giardino, la cosa migliore è costruire una voliera, che garantirà un maggior confort al vostro scoiattolo.

Se avete scelto la gabbia, la prima cosa da appurare è che non sia dotata di una griglia di fondo per facilitare le operazioni di pulizia: lo scoiattolo potrebbe farsi male rimanendo impigliato con le zampine; i materiali per la cura e l’igiene della lettiera sono gli stessi che si usano per la maggior parte dei roditori domestici; anche gli accessori sono quelli “classici”: un paio di mangiatoie e il beverino con la pallina in fondo.

Se, invece disponete di più spazio e avete deciso di sistemare il vostro scoiattolo in una voliera la prima cosa da controllare è dove si appoggia il fondo. Se esso poggia su un cassetto estraibile utilizzate un fondo igienico adeguato; se, invece, la voliera poggia direttamente sul giardino o sulla terra, si può anche fare a meno del fondo igienico.

Il cucciolo e l’igiene

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L’educazione igienica del cucciolo è un problema che riguarda tutte le famiglie, quando portano in casa un tenero batuffolo di pelo: nonostante l’irritazione possa sorgere spontanea si deve ricordare che il cucciolo è pur sempre tale e non si può pretendere troppo, almeno fino a quando non abbia raggiunto i 5 mesi circa di età.

Anzitutto non si deve lasciare che il cucciolo giri per tutta la casa, limitando il suo raggio di azione ad una o due stanze, dove lo si può tenere d’occhio. Se dorme in casa o lo si vuole abituare al giornale, occore tenere a portata di mano un paio di fogli sparsi sul pavimento: quandoil cucciolo inizia ad annusare il pavimento, ad andare di qua e di là senza posa e dunque manifestare segni di incontinenza, ponetelo sul giornale disteso.

Se si comporta bene, lodatelo e lasciatelo di nuovo libero: è meglio insegnargli un buon comportamento piuttosto che punirlo: qualche incidente è del tutto normale, ma l’importante è cancellare per quanto possibile l’odore di urina in quanto il cucciolo tenderà a sporcare sempre nello stesso posto. Una buon soluzione è pulire con acqua e aceto, per eliminare ogni traccia di urina.

Il diabete mellito nei cani e nei gatti

diabete mellito cani gattiIl diabete mellito è una malattia causata dall’incapacità del corpo di regolare i livelli di zucchero nel sangue. Negli animali, ogni singolo caso sembra essere diverso dall’altro, e la terapia prevista per il cane e il gatto diabetici rappresenta una vera e propria sfida per il veterinario. I gatti presentano una sintomatologia particolare a causa delle modeste dimensioni corporee e della quantità di insulina, quasi centellinata, necessaria per controllare i livelli di glucosio nel sangue.

Il problema principale con un cane o un gatto diabetico è che anche in presenza di zucchero (glucosio) nel flusso sanguigno, qualcosa interferisce con l’ingresso di tale zucchero nelle cellule del corpo, processo necessario per l’approviggionamento energetico e dunque la vita di tali cellule. Senza zuccheri (glicogeno) nelle cellule, la cellula muore in un periodo di tempo molto breve, con lo zucchero in calo la cellula non può funzionare in modo ottimale.

Il Terranova, nostromo dei cani

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Le origini del Terranova sono sconosciute ai più, visto che le storie sulla nascita della razza sono troppe e difficili da accorpare. Possiamo affermare con certezza solo che la razza prende il nome dall’isola canadese di Terranova e che lì sono stati così tanti gli incroci di genti (e cani), che qualcosa sarà successo ed è venuto fuori questo splendido cane, enorme e dolcissimo.

Alcuni pensano che i vichinghi lo abbiano portato sull’isola, altri invece che gli inglesi, dopo averla conquistata, vi abbiano portato degli esemplari di Mastino Tibetano, che incrociandosi con i cani del luogo, usati per la caccia agli orsi, abbiano dato vita al nostro Terranova. Altri sostengono che la vicinanza tra le isole Labrador e Terranova indichi che sono stati i Labrador Retriever, attraversando a nuoto, in nave o a piedi lo Stretto dell’Isola Bella, ad arrivare lì a Terranova e ad accoppiarsi con i cani del luogo. E se invece la razza discendesse dal Pastore dei Pirenei, arrivato qui grazie ai pescatori di merluzzo? Poco importa, alla fine pare che esistessero già degli esemplari di cane sull’isola, che cacciavano gli orsi, e questo ci basta, perchè ciò spiega non solo le dimensioni, ma anche il grande coraggio dell’immenso Terranova.

La storia del gatto

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La storia del gatto non è recente. La prima rappresentazione in assoluto a noi pervenuta, dove vi è raffigurato l’antenato del gatto moderno, risale a più di 3000 anni fa, e si pensa trattarsi del Dio Egizio Ra, impugnante nella zampa sinistra un grosso coltello, e nell’atto di recidere la testa ad un serpente; praticamente il Dio Sole Ra, nel momento in cui sconfigge il serpente Aposofis, re della notte.

Studiando la storia dell’antico Egitto, non è raro imbattersi in figure di divinità con la testa di animale e con il corpo umano. Un altro esempio è la dea Bast, con il corpo di donna e la testa di gatto. La legge era molto rigida con chi causava la morte volontaria di un gatto, pene severissime venivano date a chi uccideva l’animale sacro, e quando uno di questi moriva, il proprietario si rasava le sopracciglia in segno di lutto.

A causa del divieto di esportazione e commercio del gatto, la sua diffusione in Europa, fu ostacolata per molto tempo, furono i Greci che, sottraendo alcuni esemplari nel corso dei loro traffici mercantili, e introducendoli presso i Romani e altre popolazioni europee, contribuirono a divulgarne l’utilità sia come cacciatore, sia come animale da compagnia, pur senza mai venerarlo.

Il Betta splendens

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Adatto al neofita alle prime armi così come intrigante per l’acquariofilo esperto, il Betta Splendens risulta essere un pesce dallo spiccato fascino. Tipico delle risaie e delle acque stagnanti dell’Asia, in natura risulta carnivoro, nutrendosi di larve di zanzara, piccoli insetti e crostacei e microorganismi. Anni di selezione ne hanno fatto un pesce resistentissimo, in grado di adattarsi alle più svariate condizioni in termini di acqua e cibo.

Il Betta è un pesce caratterizzato da un grande dimorfismo sessuale: i maschi si presentano con pinne lunghe e colorate e sono più grossi delle femmine, che presentano pinne corte e una colorazione poco appariscente. Il suo nome volgare (Pesce Combattente Siamese) deriva dall’incompatibilità intraspecifica: risulta molto aggressivo verso i conspecifici, soprattutto verso i maschi, che se messi nella stessa vasca danno luogo a vere e proprie battaglie che solitamente culminano con la morte di uno dei due.

Per questa caratteristica viene purtroppo utilizzato, soprattutto in Malesia e Sri Lanka, per veri e propri combattimenti su cui si effettuano scommesse. I combattimenti portano spesso alla morte di uno od entrambi i contendenti.

Il fumo passivo nuoce alla salute degli animali

fumo passivo animali domesticiIl fumo passivo non nuoce soltanto alla salute delle persone che ci stanno intorno, ma è pericoloso anche per il benessere dei nostri amici a quattro zampe. Un motivo in più per decidersi finalmente a smettere di fumare. E sembra proprio che molti proprietari di animali domestici incuranti dell’effetto deleterio che le sigarette avevano sulla loro di salute, si siano però convinti ad abbandonare il vizio delle bionde proprio quando hanno saputo che un ambiente impregnato costantemente di fumo è tossico per cani e gatti. Che l’amore per gli animali superi quello per sè stessi? A quanto risulta da una recente ricerca pare proprio di si, o almeno in molti casi è così.

Lo studio, realizzato dai ricercatori dell’Henry Ford Health System, ha analizzato i dati raccolti su un campione di fumatori, ed è emerso che un fumatore su tre ha smesso o ha in programma di smettere proprio perchè il fumo passivo fa male al suo animale domestico.
I risultati della ricerca, pubblicati sul British Medical Journal Tobacco Control, rappresentano i primi dati raccolti su questo argomento, ovvero sul comportamento dei fumatori che possiedono un animale domestico.

Ambulanza veterinaria a Roma, e non solo

ambulanceTutti abbiamo letto sui giornali e visto in tv la storia di quel povero cagnolino rimasto incastrato nella scala mobile a Roma, per chi non ne sapesse nulla vi racconto in breve. Un nomade passeggiva con il suo cucciolo nell’area commerciale della Stazione di Roma Termini, lo fa salire sulla scala mobile e quando arriva alla fine della scala, invece di sollevarlo, lo lascia lì e il piccolino resta incastrato con le zampette nella scala. Il signore se ne va, e poco importa che fosse uno straniero, un nomade, di qualunque nazionalità fosse forse ho sbagliato a scrivere “signore”, i signori non sono nè quelli che picchiano gli animali, nè quelli che li fanno combattere o che li abbandonano, loro sono più animali che mai!

In sostanza è arrivato questo soccorso veterinario romano che ha liberato il cagnolino e lo ha salvato e curato. Questo servizio, nato grazie all’azienda Pet in Time 24, offre tutta una serie di servizi per gli animali che è bene conoscere e sapere di poterne usufruire, e per chi non è a Roma è importante informarsi sui servizi simili che ci sono in molte altre città italiane.

Scottish Fold, il gatto dalle orecchie pendenti

Scottish Fold

A parte la leggenda che narra di un esemplare a orecchie pendule portato in Europa dalla Cina da un marinaio, i primi soggetti di Scottish Fold, nacquero in alcune fattorie scozzesi verso gli anni ’60 e furono attentamente selezionati da esperti allevatori; questa razza dalle orecchie pendenti è riconosciuta negli Stati Uniti e in Australia.

La testa dello Scottish Fold è rotonda e larga, inserita su di un collo corto e tozzo; le orecchie sono piccole e piegate in avanti, pendenti, appunto. Gli occhi, grandi e molto dolci, sono in tinta con il colore del mantello; il corpo è piuttosto compatto, e bisogna prestare intenzione a non farlo ingrassare, le zampe sono sottili e di media lunghezza. La coda è molto flessibile, ma alcuni piccoli nascono con la coda piuttosto grossa; per evitare ciò bisogna far accoppiare lo Scottish Fold solo con gatti Americani a pelo corto.

Una scuola per i cani bagnino

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Forse non tutti sanno che in Italia esiste la Scuola Italiana Cani Salvataggio, che conta circa 200 cani bagnino, utilizzati nelle spiagge italiane per soccorrere i natanti, coadiuvare l’uomo nelle operazioni a riva, collaborare con la Protezione Civile e l’Aeronautica Militare, oltre che le capitanerie di porto. E’ importante ricordare che i cani al temrine del corso riceveranno un vero e proprio brevetto, riconosciuto dal Ministero dei Trasporti.

Questi coraggiosi compagni a quattro zampe si tuffano da gommoni in corsa o da elicotteri ed affrontano il pericolo con l’unico obiettivo di salvare chi è in difficoltà.

Oltre al valore tecnico il cane fa da trait d’union tra i cittadini e l’istituzione: sulle spiagge si formano capannelli di bambini e adulti e la Guardia Costiera entra ancora più in contatto con i bagnanti. Senza dimenticare che un’unità cinofila addestrata insieme a chi opera in mare trasmette un messaggio molto positivo

spiega Roberto Gasbarri presidente della scuola per cani da salvataggio.