Cani, l’obesità si combatte facendo esercizio fisico con il padrone

obesità cane corsaL’obesità, che affligge molti dei nostri amici a quattro zampe, deve essere innanzitutto prevenuta con la giusta alimentazione. Qualora il peso del nostro cane fosse  pericolosamente al di sopra della norma, l’ideale è l’esercizio fisico da svolgersi insieme. Stando a quanto afferma Susan Nelson, un veterinario della Kansas State University, pare infatti che non ci sia niente di meglio per combattere il sovrappeso del cane che svolgere attività fisica insieme al suo padrone. Con duplice beneficio:

  1. si migliorano le condizioni di salute di ambedue
  2. si rafforza ulteriormente il legame tra l’uomo ed il cane

I cani, proprio come le persone, traggono molti vantaggi dall’allenamento, sia  a livello fisico che psichico. Ed esercitarsi insieme al proprietario amplifica questi benefici, perchè l’animale è contento del tempo trascorso in esclusiva insieme al padrone.

Samoiedo, il cane bianco che viene dal nord

samoiedoIl popolo nomade dei Samoiedi, pescatori e cacciatori, vive da sempre in Siberia. Il popolo possedeva dei robusti cani bianchi di cui si serviva per tirare le slitte attraverso le steppe e per mantenere le mandrie e anche difenderle dagli attacchi degli animali selvatici. Fin dal primo momento il Samoiedo, che prende il nome proprio dal popolo con cui si è sviluppato, è stato considerato un amico indispensabile e portentoso. Gli inverni siberiani sono così freddi che sulle ali dei corvi si forma la brina, ch rende difficoltoso il loro volo, e il Samoiedo riesce a sopportare queste temperature e ad essere sempre attivo, forte, tenace e ad adattarsi a mille situazioni diverse. Il cane arrivò il Inghilterra nel 1889, grazie all’esploratore Robert Scott, e da lì la razza si diffuse in tutto il mondo visto che il Samoiedo si dimostrò immediatamente non solo un forte lavoratore ma anche un compagno affidabile e affettuoso.

La mitologia ha sfornato diverse storie sui cani bianchi, e il Samoiedo è protagonista di alcune di esse. Purtroppo questi miti riguardano riti sacrificali, diffusi in tutto il mondo proprio per la particolarità del cane, Indiani D’America, Cinesi e anche alcune popolazioni della Gran Bretagna hanno sviluppato strane credenze intorno al nostro piccolo amico bianco. Per gli Apache Jicarilla il cane bianco rappresenta il sole e la luna e il suo sacrificio serve loro per portare al Grande Spirito i messaggi degli umani. Un antica pratica cinese invece garantiva sicurezza agli abitanti che avevano cosparso sulle porte delle loro case il sangue del Samoiedo, e in più un boccale di sangue caldo pareva potesse far guarire dalla febbre e dalla pazzia, e allontanare gli spiriti. Nel Galles fortunatamente non ci sono credenze legate all’uccisione dell’animale: se una persona in fin di vita incontra un cane bianco sarà salvata dall’Inferno e andrà in Paradiso.

Labrador Retriever: la storia del cane pescatore

Labrador RetrieverHa srotolato carta igienica di spot in spot, è uno dei cani più ricercati da chi mette su famiglia e non vede l’ora di verderlo scondinzolare nel suo nuovo giardino, gli allevamenti specifici per la razza sono numerosissimi anche in Italia, ma il Labrador Retriever è molto di più. Non è solo uno dei cuccioli più teneri e belli in assoluto, un fedele compagno sia per chi ama la vita all’aria aperta che per chi preferisce una quotidianità casalinga, un compagno di giochi per i più piccoli, uno dei cani più ricercati, fotografati e allevati, il Labrador Retriever ha una lunga storia, fatta di fatica per l’affermazioni della razza, pesca, leggende e lavoro.

Fu il conte Malmsbury, uno dei primi a possedere questo cane, a dargli il nome di Labrador Retriever, nonostante la razza sia nata sull’isola di Terranova. Fu portato in Inghilterra all’inizio del 1800 e questa denominazione deriva probabilmente dal fatto che veniva utilizzato per trasportare il pesce catturato, o recuperare reti e attrezzature varie, sulle desolate coste della penisola canadese del Labrador. Si distinse immediatamente come ottimo nuotatore e venne impegato fin dall’inizio del suo rapporto con gli esseri umani come cane da caccia, sia di terra che di mare.

L’alimentazione del cane anziano

alimentazione cane anziano

Come gli umani, anche i cani invecchiano, e proprio come noi, necessitano di un’alimentazione appropriata. Nel processo d’invecchiamento si assiste al declinare dell’attività di molti organi preziosi, responsabili dell’assimilazione e dell’impiego degli alimenti: i fegato, i reni, i muscoli e le varie cellule non hanno più le stese funzioni fisiologiche, inoltre, la vita sedentaria favorisce l’obesità che può costituire un vero problema.

I principi fondamentali del nutrimento saranno quindi incentrati sulla riduzione delle calorie, il rigoroso equilibrio delle razioni e l’adeguamento ai bisogni di minerali e di vitamine. Bisognerà diminuire i grassi, e dare la preferenza agli oli vegetali, più ricchi di acidi grassi non saturi. Le necessarie proteine saranno fornite dalle carni scelte in base alla loro digeribilità; per evitare un affaticamento dei reni, il cane dovrà essere abituato alle carni bianche, e per facilitare la digestione aggiungete al cibo delle verdure.

Una simpatica canaglia: il Beagle!

beagleEh si, musino simpatico e un po’ irriverente, posa da cane da caccia un tantino fanfarone, atteggiamento da presa in giro, è lui, una delle razze di moda degli ultimi anni, lord inglese, cane elisabettiano: il Beagle.

La razza nasce in Gran Bretagna, inizialmente si pensava durante il periodo elisabettiano, invece sembra che il Beagle sia antecedente a quel periodo di circa 5 secoli. Esistevano due segugi differenti: quelli più grossi, chiamati Buck Hounds, che cacciavano i cervi, e quelli di taglia minore, ovvero i Beagle, utilizzati per la caccia alla lepre e ai conigli, e in seguito anche per la caccia alla volpe.  Negli anni ’50 il Beagle è diventato il cane da compagnia per eccellenza negli Stati Uniti. In realtà il simpatico cagnolino è arrivato in America già alla fine del 1800. Diventò molto di moda il beagling, ovvero la caccia alle velocissime lepri, meno costosa e più divertente della caccia alla volpe. Il Beagle quindi entrò nelle famiglie dei cacciatori, e il suo dolce tartufo, le orecchie penzolanti e gli occhi sporgenti e vispi, poco alla volta conquistarono intere famiglie, rendendolo così il cane da compagnia numero uno.

Pet therapy, una cura a quattro zampe

pet therapyUn sempre maggior numero di esperti e ricercatori provenienti dalle università di tutto il mondo concorda sulle proprietà terapeutiche degli animali domestici. Una cura a quattro zampe sembra un valido supporto per numerose patologie e in molti casi è capace di accelerare sostanzialmente il processo di guarigione nel modo più naturale possibile: aiutando a mantenere il buon umore nei pazienti e alleviando ansia e paure.

Cani e gatti vengono già da tempo impiegati negli istituti psichiatrici, negli ospedali, nelle case di riposo per anziani, con i bambini autistici, nelle carceri, o più semplicemente vengono affiancati a chi soffre di depressione. Ma quali sono i benefici dell’utilizzo della pet therapy? Primo tra tutti, avere un animale domestico al proprio fianco combatte il nemico numero uno delle persone molto avanti con gli anni: la solitudine.

Il tempo e la memoria secondo i nostri piccoli amici

mouse in a glassUna ricerca canadese effettuata nell’Università del Western Ontario da William Roberts, pare abbia stabilito che solo l’uomo ha la percezione dello scorrere del tempo, del passare delle ore, dei mesi e degli anni. Insomma, sembra che questa ricerca abbia dato una risposta alla domanda che molti si sono sempre posti, ovvero cosa ricordano gli animali e perchè ci sembra che loro ricordino perfettamente tutto quando gli studiosi hanno sempre affermato i limiti del loro cervello e della loro percezione.

Roberts ha effettuato i suoi studi con degli esperiementi sui roditori, lasciandoli liberi in un labirinto e ponendo davanti al loro cammino formaggio, cibo sgradevole, trappole. E’ arrivato alla conclusione che la loro memoria, come quella degli altri animali, non si rifaceva al tempo, ma solo alle esperienze acquisite. In pratica gli animali non sono in grado di ricordare quanto tempo prima ci sia stato un tale evento, ma tramite associazioni imparano dal loro vissuto e così non ripetono gli errori e cercano di ripetere invece le esperienze piacevoli. Questo tipo di memoria è stata definita episodica.

Quello sguardo colpevole del cane…

sguardo colpevole cane fotoUn vaso rotto, un oggetto mancante ed ecco che subito corriamo a cercare il nostro amico a quattro zampe, che si aggira con aria sconsolata per casa. E quello sguardo colpevole non fa altro che confermare le nostre ipotesi: è lui il colpevole del misfatto. Ma ad intervenire in difesa degli occhioni colmi di pentimento del nostro cane è un recente studio condotto da Alexandra Horowitz, del Barnard College di New York, che ha svelato ben altre motivazioni che potrebbero spingere il nostro pet ad assumere un’espressione contrita. La ricerca, pubblicata sulla rivista Canine Behaviour and Cognition, potrebbe scagionare dalla punizione migliaia di cani innocenti.

La Horowitz è stata infatti in grado di dimostrare che la tendenza umana ad attribuire uno sguardo colpevole al cane non era dovuta al fatto che il cane fosse davvero colpevole. I proprietari a volte sono portati a interpretare erroneamente il linguaggio del corpo del loro cane, quando credono che questi abbia fatto qualcosa di sbagliato. Anche quando in realtà l’animale è del tutto innocente.

L’indissolubile intesa tra bambini e cani

cani bimbiTra tutti gli animali domestici il cane è stato quello che fin dai primi contatti con gli umani si è adattato meglio alla vita in comune, in modo attivo e partecipativo, a differenza degli animali da fattoria, come il cavallo, ad esempio, che vive in modo più indipendente e meno bisognoso di continua compagnia, o del gatto, che tutti sappiamo essere assolutamente autonomo e anche passivo nella vita casalinga. I cani non sono stati addomesticati, rinchiusi in recinti (vedi le mucche, le galline, i maiali, e qui potrebbe aprirsi una lunghissima parentesi sulla crudeltà di alcuni esseri umani), ma si è sviluppata un’intesa con l’uomo che li ha portati a dividere la casa, il cibo e quindi a stabilire una sorta di affetto reciproco. Il cane riconosce il suo padrone, lo segue, ne ha bisogno, vive una sua dimensione gerarchica e soffre se colui che aveva riconosciuto come capo branco viene a mancare.

Nelle famiglia il capo è solitamente una figura adulta, un genitore, o comunque sia un adolescente. I bambini vivono con i cani un’intesa silenziosa e quasi ancestrale, dettata innanzi tutto dal fatto che i cani conservano sempre un aspetto puerile, che permette questo tacito accordo che si divide tra gioco e affetto e che a volte stupisce noi adulti quando vediamo dei bambini piccoli non aver paura e giocare gioiosamente con dei cani di grossa taglia, come se fossero davvero due cuccioli.

Il Signor Cane: il Pastore Tedesco

PASTORE TEDESCO

Non so se per tutti i bambini è così, ma per me lo è stato. Quando ho iniziato a chiedere insistentemente la presenza di un cucciolo con cui giocare avevo una gran voglia che mi venisse regalato un Pastore Tedesco. Non è esattamente un cane da appartamento, e i miei genitori proprio non se la sentivano, anche se quel musino tenero che hanno da cucciolotti sicuramente li chiamava a gran voce! Non ho avuto un Pastore Tedesco ma una fantastica meticcia, di cui credo vi racconterò prima o poi, ma se da qualche parte si doveva iniziare a parlare di cani credo fosse giusto iniziare dal corrispettivo del leone, re della foresta, del mondo canino: Deutscher Schaferhund, ovvero il Pastore Tedesco.

La sua nazione d’origine è la Germania e ci sono diverse teorie su come sia nato questo cane da pastore. Potrebbe essere stato generato dall’incrocio di razze di cane pastore già esistenti in Germania, ma anche dall’accoppiamento di cagne pastore direttamente con i lupi. Un po’ come per tutte le  “vecchie” razze, le origini si perdono nella notte dei tempi, le uniche notizie certe sono che le prime specie a pelo lungo furono presentate ad Hannover nel 1882, mentre quelle a pelo corto a Berlino nel 1889.