Uccelli domestici: i più diffusi

Se per gli italiani possedere un amico a quattro zampe, che sia un cane o un gatto, è quasi d’obbligo seppure piacevole, non solo poche le famiglie che allevano pure degli uccellini domestici. In particolare, sembrano essere i bambini i più appassionati del genere, con queste creature cinguettanti e allegre, con il becco giallo e un pumaggio tutto da accarezzare. Ne esistono moltissimi esemplari e tipi che si possono tenere in gabbia, anche se farli vivere in natura sarebbe sempre l’ideale, vediamo insieme quali sono quelli che più facilmente troverete nell’abitazione di un amico o un parente:

Pappagalli: perchè scegliere la cocorita

E’ probabilmente il pappagallino più comune, quello stesso che lascia perplessi tutti coloro che non sono esperti del genere di volatile e pone il punto di domanda se possa parlare o meno. In ogni caso, non è affatto raro vedere una Cocorita in casa di un amico, un esemplare che appartiene alla famiglia degli Psittacidi. Si calcola che oggi sia uno degli animali domestici più diffusi. Da dove arrivano le cocorite e come si allevano? Scopriamolo insieme:

Uccelli: quello che non sapevate sui pappagalli

Quando si sceglie un animale da allevare in casa, qualunque sia la sua specie, soprattutto se si è alle prime armi, bisognerebbe informarsi non solo sulla sua sussistenza ma in generale su tutte le variabili che possono garantire il suo benessere. Lo stesso vale per gli uccelli, in particolare per i pappagalli, sconosciuti e amati, ancora un pò rari in casa tranne le cocorite e divertenti. Tenerli in gabbia, in effetti, non è il massimo soprattutto se le dimensioni sono notevoli e, come se non bastasse non è del tutto conosciuta e studiata la loro estrema intelligenza e sensibilità.

Pappagalli: come sceglierne uno

Da sempre amate i pappagalli di ogni genere e adesso è arrivato per voi il momento di allevarne uno, ma non sapete da dove cominciare con la scelta? Vi fiderete del vostro istinto d’accordo e magari vi lascerete guidare pure dalle disponibilità economiche, però di sicuro è sempre meglio avere qualche informazione dettagliata in merito. Innanzitutto dovreste preferirne si uno giovane ma svezzato e dato che lo terrete sicuramente in gabbia, meglio se nato in cattività.

Le Cocorite: conosciamo questi pappagallini

Tra i pappagalli da compagnia, i più diffusi nelle nostre case sono senza dubbio le cocorite, conosciute anche come pappagallini ondulati, dei deliziosi volatili dalle soffici piume colorate, dal carattere vivace e dalla capacità di apprendere dei suoni.

Le cocorite sono state scoperte nei primi anni del 1800 in Australia, e già dal XIX secolo sono state importate in Inghilterra e poi diffuse nel resto dell’Europa. Questi pappagallini, però, non sempre riuscivano a sopportare lo stress dei viaggi all’interno delle gabbie, e così, dalla semplice cattura si passò agli allevamenti, anche di carattere commerciale. Proprio in seguito agli allevamenti si sono diffuse diverse varietà di pappagallini ondulati, anche se tre sono i tipi più diffusi: gli australiani, i brasiliani e gli inglesi, un incrocio dalle dimensioni più grandi.

Il colore originario delle cocorite è il verde, ma, sempre a causa degli incroci che hanno provocato delle mutazioni nel piumaggio, si sono diffusi pappagallini con le piume di colore giallo e blu. Anche la taglia delle cocorite ha subito dei cambiamenti a causa dell’allevamento: dagli originari 18 centimetri delle specie selvatiche siamo giunti ai 22-24 centimetri delle cocorite allevate in cattività. Se curate e tenute bene, le cocorite possono vivere all’incirca 10 anni.

Sintomi da non trascurare negli uccellini

Se in casa avete uno o più pennuti e volete sapere se stanno bene, è importante imparare a riconoscere alcuni segnali anomali. A primo impatto può sembrare più difficile che per un cane piuttosto che per un gatto, ma le regole, tutto sommato, sono più o meno le stesse ed obbediscono ad un principio comune: registrare la norma e valutare ogni scarto dalla norma come un campanello di allarme di qualcosa che non va e della necessità, pertanto, di ricorrere alle prestazioni del veterinario, richiedendo un consulto.

Stando al parere degli esperti in materia spesso, quando un volatile si ammala, ce ne accorgiamo quando è ormai in uno stadio grave, perché gli uccellini nascondono bene i sintomi della malattia.

Sindrome di autodeplumazione negli uccelli: cos’è e come curarla

La sindrome di autodeplumazione è il comportamento per cui gli uccelli, in genere i pappagalli, tendono a strapparsi le piume, danneggiandone il normale sviluppo; in alcuni soggetti, l’audeplumazione può degenerare in manifestazioni automutilatorie, dovute alla lacerazione della cute e dei tessuti da parte del becco.

Le cause che portano all’audeplumazione sono diverse, in quanto non esiste un solo fattore che la determina. Generalmente, tra le cause più frequenti di questo fenomeno ci sono la presenza di parassiti esterni che costringono il volatile a grattarsi e a beccarsi, oppure dermatiti cutanee in corso di origine sia batterica che virale, malattie interne come le diverse patologie epatiche; anche i fattori psicologici possono spingere il pappagallo ad autodeplumarsi, come lo stress causato da gabbie troppo strette o un cambiamento delle loro abitudini.

Non da meno sono da considerare eventuali disturbi del comportamento sessuale che li portano a strapparsi le penne, o l’impossibilità di accoppiarsi perché sono soli. Infine, anche le carenze alimentari possono causare fenomeni di autodeplimazione, come l’insufficienza di vitamina A causa una serie di problemi che inducono il prurito.

Inseparabili: cosa fare se si ammalano

Qualche tempo fa su Tutto Zampe vi avevamo parlato degli Inseparabili, dei deliziosi pappagalli molto socievoli e affettuosi che hanno bisogno di vivere in coppia. Purtroppo, però, anche questi uccellini, come gli altri animali domestici, possono ammalarsi, ma a differenza degli amici a quattro zampe, non è sempre facile individuare i sintomi e le cause del loro malessere.

Tra i segnali che potrebbero indicare una patologia in corso ci sono: l’addome gonfio e arrossato, dimagrimento eccessivo, occhi chiusi, starnuti frequenti e muco che cade dalle narici, scarso appetito, feci molli o liquide, cloaca sporca di feci, coda in posizione verticale e piume arruffate.

Come per tutti gli animali, in caso di un qualsiasi segnale di malessere, la cosa migliore da fare è quella di portare l’Inseparabile dal veterinario, che saprà fare la diagnosi migliore, nell’attesa, però, è bene adottare alcuni accorgimenti.

Un’estate a prova di canarini

canariniIntendiamoci, prendersi cura del canarino come si conviene, non trascurando ogni minimo aspetto relativo all’alimentazione, all’igiene e alla manutenzione della gabbia, è importante durante tutto il corso dell’anno. Tuttavia, in estate, diventa fondamentale prendere alcune precauzioni per scongiurare le insidie dovute al caldo. Eccovi alcuni consigli degli esperti per mantenere i canarini sani, felici, freschi e confortevoli durante la bella stagione.

Acqua fresca, pulizia e ombra sono le parole chiave da tenere sempre bene a mente nei mesi caldi, soprattutto se la gabbia del nostro canarino si trova in un luogo che si scalda facilmente o se siamo soliti esporla all’esterno per fargli prendere un po’ di sole.
Il clima più caldo crea condizioni favorevoli per l’insediamento di germi e batteri. Ecco perché d’estate è opportuno pulire e disinfettare la gabbia più spesso del resto dell’anno.
Un aumento di parassiti nella gabbia del canarino potrebbe portare a infestazioni di vermi e ad altre malattie indesiderate.

Un divertente pennuto da compagnia: il merlo parlante

MerloLa sua compagnia è senz’altro molto divertente e poi, insegnargli a  parlare può essere da stimolo anche per i bambini o per gli anziani, che imparano in questo modo a prendersi cura di un a creatura vivente e ingegnano il proprio cervello per fargli dire qualche parola e trasformarlo in un “animale-umano”. Tra gli uccelli parlanti, di solito, si ricorda sempre, il ben più famoso pappagallo con i suoi multicolori e, in particolare, quello di grossa taglia così raro e particolare da attirare l’attenzione di tutti. E’ lui nell’immaginario collettivo a “copiare” la nostra voce e, a ripetere a volte anche termini che non dovrebbe ed, infatti, quando qualcuno copia le parole di un altro si usa proprio associarlo al pennuto. Eppure il merlo è ancora più abile nel riprodurre voci e addirittura timbri e accenti delle voci umane, nello specifico il migliore è il cosiddetto merlo indiano, detto anche gracula religiosa o maina.

Pappagallo si salva chiamando il padrone, succede a Vibo Valentia

pappagallo Enrico con il proprietarioLui si chiama Enrico ed é un pappagallo diventato famoso per un episodio curioso che lo ha visto protagonista nei giorni scorsi. Siamo a Brognaturo, in provincia di Vibo Valentia in Calabria: rimasto impigliato tra i cavi dell’alta tensione, Enrico ha iniziato ad urlare a squarciagola il nome del suo padrone, o meglio l’affettuoso diminuitivo: Cenzo, Cenzo! (da Vincenzo).

Vincenzo Grenci (nella foto a sinistra lo vediamo in compagnia di Enrico) viene immediatamente avvertito dagli abitanti del paese che hanno udito le grida e accorre sul posto chiamando tempestivamente i vigili del fuoco. Tanta la paura. Poteva finire peggio, ma grazie all’intervento dei vigili, dello stesso Grenci, e di un altro aiutante del posto che ha messo a disposizione una scala più adatta di quella dei vigili, si é risusciti a trarre in salvo il volatile. E grazie soprattutto all’appello lanciato da Enrico, sentendosi in pericolo.

Se l’uccello si spiuma

uccello si spiumaGli uccelli si spiumano per diverse ragioni. Allo stato selvatico, essi utilizzano le penne cadute per costruire i nidi durante la stagione riproduttiva. In molti casi, se trovate delle piume nella gabbia, può darsi si tratti di penne cadute durante operazioni di pulizia di routine del volatile.

In cattività, tuttavia, se un uccello si spiuma eccessivamente può essere un segno di problemi di salute o ambientali. Meglio rivolgersi al veterinario che determinerà se l’uccello è afflitto da qualche patologia, oppure se il problema è dovuto all’ambiente e ad una situazione di disagio e disadattamento, questa è in genere la causa più comune.

Uccelli tropicali, consigli… primaverili!

pappagalli fotoL’arrivo dell’aria più calda (ma chi l’ha vista ancora?) dopo un rigido inverno ci procura una gioia immensa, figurarsi agli uccelli tropicali, come i pappagalli. Per godersi l’arrivo della Primavera in compagnia dei nostri variopinti amici, cerchiamo innanzitutto di passare un po’ di tempo in più insieme a loro.

I pappagalli e gli altri uccelli da compagnia hanno bisogno di luce solare in modo che i loro corpi siano in grado di produrre vitamina D, proprio come noi. In primavera e nei caldi giorni d’estate, è possibile spostare la gabbia del vostro animale domestico vicino ad una finestra o all’aperto in un posto soleggiato per pochi minuti. Troverete che può essere molto divertente stare in compagnia del vostro pappagallo godendovi insieme il sole.

Cardellini liberati a Striscia la notizia, una condanna a morte

cardellini  striscia la notiziaStriscia la Notizia è nella bufera per aver (ri)messo in libertà numerosi cardellini, tenuti in ostaggio ed in condizioni igieniche estreme. L’accusa all’inviato del tg satirico, Edoardo Stoppa, che ha realizzato il servizio, viene da Federfauna, che ha depositato una denuncia-querela non solo nei suoi confronti, altresì diretta verso tutti i partecipanti all’operazione di scarcerazione degli uccellini. La motivazione è presto detta. Liberare nel gelido inverno di Mondovì (Cuneo) i volatili equivarrebbe ad una condanna a morte.

C’è chi sostiene si tratti di polemiche sterili, volte ad ostacolare chi fa qualcosa di concreto per gli animali, con tanto di diretta tv, e andando quindi a colpire la sensibilità di una larga fetta di popolazione su temi altrimenti poco dibattuti. In realtà la Società Italiana Veterinari Animali Esotici interviene nella diatriba, confermando le scarse probabilità di sopravvivenza dei cardellini liberati, un bel gesto, senza alcun dubbio, ma che spettacolarità a parte del ridare la libertà ad animali in gabbia perdipiù maltrattati, non tiene conto dei fattori di rischio ancora maggiori della prigionia:

Non basta aspettare che smetta di nevicare –osservano i veterinari – c’é una biologia da considerare attentamente, dato che questi uccelli non possono sopravvivere a condizioni climatiche e ambientali come quelle dell’inverno cuneese.