Cibo per pesci, come prepararlo in casa

Per preparare in casa il pastone per i pesci si possono utilizzare anche alimenti congelati e non necessariamente fresci, dato che andranno essiccati a caldo in forno. In questo modo possiamo fare un mangime di alta qualità, con ingredienti selezionati, senza conservanti e soprattutto a basso costo: questo tipo di mangime potrà essere utilizzato come integrazione alimentare sia per pesci vegetariani che per crostacei come Caridine (faremo un mangime completamente vegetale). Ingredienti:

75g di gamberetto rosso, 100g di petto di pollo, 100g di macinato (vitello) magrissimo, 50g di fegatini di pollo
Un tuorlo d’uovo sodo, 50g di broccoli (la zona del fiore), 50g di foglie di lattuga, Uno spicchio d’aglio, Un tappo di mangime in scaglie ed infine colla di pesce. Dapprima bisogna dare una leggera cottura alla parte vegetale.

Mentre la parte vegetale si raffredda, la parte animale va preparata in modo adeguato: i gamberetti vanno sgusciati, il petto di pollo tagliato a pezzettini, il macinato privato del grasso. A questo punto bisogna ridurre il tutto a dimensioni facilmente ingeribili da qualunque pesce, quindi tritate minuziosamente tutto insieme al mangime in scaglie ed all’aglio.

Chi popola l’acquario: la neocaridina White Pearl

Oggi vi presentiamo un altro abitante dell’acquario: la neocaridina White Pearl, chiamata in questo modo per la colorazione che varia dal grigio chiaro al grigio scuro fino ad arrivare al quasi nero (soprattutto in esemplari femminili), alcuni gamberi hanno nella parte superiore una banda biancastra. Questi gamberetti sono originari della Cina Meridionale dove vengono allevati in grande quantità. Sono molto adattabili anche se occorre tenere presenti alcuni parametri per la creazione di una vasca ideale.

Sono sufficienti piccoli acquari da 20 – 25 litri , con parametri del ph che possono variare da 6.5 a 8, con acque morbide o leggermente dure, anche la temperatura può variare da 20 a 28 gradi: nel caso in cui vogliate fare riprodurre la specie ricordate di creare una vasca esclusiva per le neocaridine, anche perché tendono a ibridarsi con le altre neocaridine. Questi animali solitamente si posiziono nel fondo dell’acquario, oppure in mezzo alle piante: amano nutrirsi di alghe ed alimenti per pesci, come i fiocchi disciolti nell’acqua, pastiglie da fondo per loricaridi, spirulina in scaglie, granulato per discus e scalari.

Si adatta facilmente agli altri pesci presenti nella vasca ma è meglio che non siano presenti pesci aggressivi ed i crostacei di grossa taglia, meglio affiancargli dei gasteropodi, oppure endler o microrasbore: tutto dipende dal carattere della naocaridina, sono animali gregari, tendono a creare dei branchi in vasca. Le White Pearl sono le specie più facili da riprodurre, le femmine dopo la fecondazione depongono uova di colore bianco che dopo circa venti giorni (tempo stimato in base ai valori dell’acqua), si schiudono.

Chi popola l’acquario: La Caridina Multidentata

La Caridina Multidentata (conosciuta anche come Caridina Japonica) è un piccolo gamberetto (dimensioni tra i 3 e i 5 cm) presente nei nostri acquari da quando gli acquariofili orientali l’hanno introdotta come alghivoro (la sua alimentazione è composta da alghe e detriti). In poco tempo la C. Multidentata si è diffusa negli acquari di tutto il mondo sia per la sua bellezza, sia per le abitudini alimentari. Presenta corpo completamente trasparente, intervallato da puntini rossi, con o neri. Con l’età avanzata la colorazione trasparente può assumere tonalità che vanno verso il rosso.

Il riconoscimento del sesso risulta essere difficile, potendoci aiutare solo con le dimensioni (le femmine sono decisamente più grandi rispetto ai maschi) e la disposizione dei puntini rossi molto più ordinata (una linea continua che attraversa il corpo). Gli esemplari maschili presentano invece puntini sparsi sul corpo, senza un regolare disegno. La C. Multidentata predilige vasche con capienza minima sui 15 – 20 litri (non più di 4 -5 esemplari), allestimenti classici e ricchi di vegetazione (soprattutto muschi). La Multidentata si adatta anche alla vita in acquario di comunità.

L’acqua può avere valori diversi ma è meglio attenersi a quelli più adatti alla specie, ovvero temperature tra i 15 e i 30°C, durezza complessiva GH tra 2 e 12, acidità PH tra 5.5 e 7.5, durezza carbonatica KH tra 6 e 10 . Inoltre si consiglia di allestire vasche chiuse dato che ci sono numerose testimonianze di C. Multidentate “saltatrici“.

Acquario: le cure dopo le vacanze estive

Al rientro dalle vacanze estive è possibile che l’acquario dimostri qualche segno di incuria dovuto alla vostra assenza come vetri sporchi, acqua poco pulita, troppe alghe; niente paura: bastano semplici cure e il vostro acquario ritornerà bello e in ordine come prima della partenza.

Per quanto riguarda la presenza delle alghe, sappiate che è perfettamente normale che con il caldo estivo e il metabolismo dei pesci si sia accelerata la produzione di alghe e la crescita delle piante. In ogni caso, la prima cosa da fare è prelevare dell’acqua e analizzarla con l’apposito kit, in modo da valutare gli interventi migliori per riportare l’acqua ai giusti valori di acidità.

E’ tutto pronto: sta per riaprire l’acquario di Livorno

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E’ impossibile non provare delle emozioni quando ci si trova davanti ad enormi vasche al cui interno si trovano pesci così rari e particolari che, senza questa occasione, chi non è esperto di immersioni, non potrebbe mai vedere di presenza nel corso della propria vita. L’acquario di Livorno rappresenta una di queste strutture dove ogni essere vivente ritrova il suo habitat naturale e, nel frattempo, permette ai visitatori di acquisire nuova cultura, riguardo alle tante specie che il mare conserva nelle sue profondità. Ormai è tutto pronto e il 31 luglio, questa struttura riaprirà, alla presenza del Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Al suo interno, le caratteristiche tecniche sono di tutto rispetto: tremila metri quadrati su due piani, 20 vasche, 150 specie per un totale di almeno 1200 animali. Ma i grandi numeri, non sono finiti qui, visto che sarà allestito uno spazio per organizzare delle mostre a tema e si potrà usufruire di una terrazza di mille metri quadri con vista sul lungomare. In quanto a vastità, insomma, è il secondo dopo Genova e Cattolica.

La Micosi nell’acquario

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Oggi ci occupiamo di un argomento che sta a cuore ai molti acquariofili che si aggirano in rete, quello delle micosi presenti all’interno dell’acquario. Purtroppo può accadere che i nostri pesci siano colpiti da funghi, in maniera non appropriata o comunque estrema, quando vi sono ferite, mucose danneggiate o altri parassiti pregressi. Occorre preliminarmente ricordare che i funghi sono sempre preseti nella vasca, utili per aiutare la decomposizione della materia organica che si trova naturalmente nell’acquario: si tratta di funghi inoffensivi e tollerati dai pesci fino a quando le loro barriere immunitarie non subiscono un deficit.

Le più diffuse sono certamente le micosi esterne: i sintomi manifestati dal pesce sono solitamente la comparsa di filamenti bianchi che si depositano intorno alla bocca, sulla pelle e sulle pinne. Inizialmente si tratta di un sottile strato che man mano diviene sempre più spesso fino a ricoprire completamente il pesce.

Cosa può causare tale infezione? Di certo alto inquinamento che porta all’indebolimento del pesce, lo stress, temperature sbagliate, un’alimentazione scadente oppure alimentazione con prodotti nocivi, avariati. Da non sottovalutare neppure il sovraffollamento della vasca che provoca stress ai pesci ed infine l’arrivo in vasca di pesci già colpiti da tali infezioni che la propagano agli altri tramite contagio.

Le Lumache in acquario

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La presenza di alcune lumache in acquario non è un pericolo per il benessere della nostra vasca, a meno che queste non aumentino in maniera considerevole, come in una vera e propria invasione: a quel punto occorre limitare la presenza di tali animali nella nostra vasca asportando le lumache. I metodi per eliminarle sono essenzialmente due: o catturandole con il retino o con altro strumento adatto, oppure intervenendo chimicamente, sciogliendo in acqua prodotti che a poco a poco consentono di eliminare le lumache in eccesso, senza ovviamente mettere in pericolo la salute dei pesci.

Non bisogna però dimenticare che in natura esistono diversi tipi di lumache, dalle lumache della famiglia Melanoides (dalla conchiglia a cono appuntito e molto rigida, vivipare e che trascorrono insabbiate la maggio parte delle ore diurne), a quella della famiglia Planorbidae (dalla conchiglia tondeggiante, a spirale tavolata) a quelle della famiglia Physidae (con conchiglia ovale e traslucida) e Lymnaea (a spire oblique e poco ricurve). Le più resistenti sono senza dubbio le lumache Melanoides, che è particolarmente difficile riuscire a cacciare via dalla vasca.

Roma, al via i lavori per l’acquario

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Confermata la creazione all’Eur, quartiere romano in zona sud, di un acquario veramente innovativo: la zona individuata per la sua creazione è il lago dell’Eur, dove verrà realizzato un museo acquatico multimediale. Un acquario di nuova generazione che, ispirato a quelli di Genova e di Napoli, si caratterizzerà rispetto alle altre esperienze italiane per la sua specificità, l’esposizione sarà infatti dedicata esclusivamente alle ambientazioni del Mar Mediterraneo, per un totale di 16.500 metri quadrati.

I visitatori verranno accolti da una spettacolare cascata ed entreranno nel museo attraverso un tunnel realizzato in materiale acrilico trasparente: squali grigi, cernie degli scogli, barracuda e pesce di passo sono solo alcune delle specie che i visitatori potranno ammirare nell’acquario. Si stima che i lavori termineranno nel 2011, per la gioia dei turisti e soprattutto dei più piccoli, che potranno immergersi, seppur virtualmente, nel Mediterraneo ed esplorare i suoi fondali.

L’opera, ad impatto ambientale minimo, si svilupperà interamente sotto la superficie dell’acqua e sarà finalizzata a recuperare la storia e il ruolo centrale di Roma nella cultura del mare nostrum: il Mediterraneo del resto è sempre stato il punto focale della storia della nostra penisola.

I Ciclidi dell’Africa Occidentale

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Di grande fascino e dal carattere estremamente interessante, in questo articolo parleremo di quelle specie di Ciclidi provenienti dall’Africa Occidentale adatte ad essere ospitate in acquario. Il loro biotopo è formato da ruscelli dalle acque molto limpide e da fiumi con acque provenienti dalle grandi foreste pluviali. Presentano livree dai colori sgargianti, quasi luminosi, che li rendono molto amati. Sebbene le specie cui tratteremo non superano i 12 cm di lunghezza, sarebbe opportuno allestire un acquario di almeno un metro di lunghezza, anche se non deve essere una regola per tutte le specie.

In generale, è consigliabile una vasca da almeno 200 litri per godere appieno delle caratteristiche di questi pesci. Molti Ciclidi sono bentonici, vivono cioè in prossimità del fondale, quindi l’acquario che li ospita deve avere un certo spazio nella parte inferiore per permettere loro di nuotare liberamente. Inoltre, è quasi d’obbligo utilizzare un materiale fine (preferibilmente sabbia) per l’allestimento, dato che non è raro che questi ciclidi scavino nella sabbia ed espellano la stessa dalle branchie.

Al contrario di quanto viene solitamente detto per i ciclidi africani, non è affatto necessario rinunciare alla vegetazione, dal momento che, salvo poche eccezioni, questi pesci non danneggiano le piante.
Esistono diversi generi di questi ciclidi; tra questi, i più diffusi sono i generi Chromidotilapia, Hemichromis, Nanochromis, Pelvicachromis e Steatocranus.

La vasca giusta per il proprio acquario

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La scelta della vasca per l’acquario è fondamentale per tutti coloro che si intendono avvicinare al mondo dell’acquariofilia: in commercio la scelta è vastissima, si va dalle vasche più piccole, fino ai 40 litri, fino alle vasche molto più grandi che possono raggiungere anche i 500 litri ed oltre. Le vasche più piccole sono adatte per l’allevamento di pesci che non superino i 4-5 cm di grandezza, per ovvie ragioni legate allo spazio ed alla possibilità di movimento dei pesci stessi.

La vasca piccola deve essere quasi quotidianamente curata, male si adatta a pesci di acqua marina, ma solo di acqua dolce: i valori del ph dell’acqua sono fondamentali e devono essere controllati per evitare anomalie o l’insorgenza di malattie tra i pesci.

La vasca media, quella che per capirci va dai 100 al 200 litri, sono perfette per chi inizia a muovere i primi passi: si possono anche adattare a pesci di acqua marina, dato che le dimensioni lo iniziano a consentire, ma limitatamente a pochi esemplari. In tali casi la manutenzione è settimanale, ed i valori chimici possono essere controllato in maniera meno metodica in quanto la vasca risente meno degli sbalzi.

Illuminazione dell’acquario

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L’lluminazione è uno degli elementi essenziali per l’acquario e per la sua corretta gestione: analizziamo gli elementi principali per una buona e corretta illuminazione, cercando di offrire praticità agli acquariofili con suggerimenti utili per i loro acquari casalinghi. La luce è fondamentale per i pesci, i quanto ne stimola l’attività e fornisce alle piante il nutrimento e l’energia attraverso la fotosintesi clorofilliana.

Ma la luce naturale, seppur importante, non è sufficiente anzi, spesso è causa della formazione di alghe, per tale ragione l’acquario deve essere illuminato con lampade artificiali. I tubi per fornire la luce possono essere o a fluorescenza o al tungsteno: entrambe hanno vantaggi  e svantaggi che occorre analizzare prima di scegliere l’uno o l’altro metodo di illuminazione.

Il tungsteno è composto da lampade che emettono molto calore dunque consumano parecchio e sono di breve durata rispetto alle lampade a fluorescenza, che invece sono meno costose nel funzionamento in quanto al contrario delle precedenti emettono meno calore e hanno una durata maggiore. Ovviamente è possibile anche optare per una soluzione mista, che può avere innumerevoli vantaggi, soprattutto per quel che riguarda lo sviluppo delle piante preseti in vasca.

Il ciclo dell’azoto nell’acquario

acquario nitratiNitrificazione, ciclo biologico, ciclo dell’azoto. Comunque lo si chiami, il processo di creazione di colonie batteriche nell’acquario è fondamentale per mantenere un ambiente sano per i pesci. L’incapacità di comprendere le tappe fondamentali della nitrificazione è il fattore che porta più spesso alla perdita dei pesci. Saper risolvere i periodi critici durante il ciclo dell’azoto, quando le colonie batteriche iniziano a proliferare, aumenterà notevolmente le probabilità di successo per un buon acquario.

A differenza dell’habitat naturale, un acquario è un ambiente chiuso. Tutti i rifiuti e gli escrementi dei pesci, il cibo avanzato, e le piante in decomposizione rimangono all’interno del serbatoio. Se non si eliminassero i rifiuti, l’acquario si trasformerebbe in un pozzo nero in pochissimo tempo.

Le alghe in acquario: come prevenirle

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Uno dei motivi che più spesso influisce sulla resa del neoacquariofilo e l’abbandono di questo splendido hobby è l’invasione delle alghe nel nostro acquario. Eppure sono sufficienti pochi accorgimenti per contrastare l’avanzata di questi ospiti sgraditi.

I nutrimenti sciolti in acquario, insieme alla luce e all’anidride carbonica, sono le variabili che influiscono sulla crescita sana delle piante. Nel momento in cui questi fattori non sono bilanciati, ecco che le alghe trovano spazio per crescere e proliferare. Le spore vengono di solito introdotte in acquario tramite piante, acqua di trasporto dei pesci o arredi provenienti da altre vasche.

Sono organismi semplici (basti pensare che sono stati i primi ad utilizzare la clorofilla e ad effettuare la fotosintesi clorofilliana) che hanno esigenze molto simili a quelli delle piante, per cui evitiamo di introdurre prodotti miracolosi contro le alghe: molto probabilmente, nuoceranno seriamente anche alla vegetazione. La regola d’oro per combattere le alghe è: prevenzione prima di tutto. Non dobbiamo lasciare spazio alla loro proliferazione, per cui occorre seguire alcune semplici regole.

Un acquario in regalo? Niente panico!

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Certo non è un regalo usuale ma può capitare che per le festività natalizie si riceva in regalo un bell’acquario: per provvedere al meglio alla sua cura ed entrare nell’affascinante mondo dell’acquariofilia, ecco alcuni consigli pratici ed indispensabili. Per prima cosa occorre preparare un sistema di filtraggio meccanico o biologico in grado di smaltire le sostanze inquinanti che possono essere letali per i futuri ospiti. Fatto ciò si può passare alla fase più interessante dell’acquario, quella dell’allestimento.

Scegliamo la tipologia di habitat che vogliamo ricreare e di conseguenza la tipologia di materiali e piante che andranno utilizzate: in tal modo si creano condizioni facilmente gestibili e presto in grado di ospitare la fauna che abbiamo scelto. Dipendentemente dalla tipologia dei pesci, dovremmo scegliere tra ghiaia, sabbia, o fondo morbido, fertilizzato o non fertilizzato, arredi come leglio di torbiera oppure ciotoli, muschi e piante oppure solo pietre per ricreare biotopi tipici.

A questo punto entra in gioco la qualità che ogni acquariofilo deve avere: la pazienza! Occorrerà far maturare la vasca ed attendere che la flora batterica ed i valori chimici dell’acqua si stabilizzino per diventare ospitali: lo ricordiamo ancora una volta, è meglio attendere tra le quattro e le sei settimane prima di introdurre le prime specie di pesci, crostacei o gasteropodi, che diversamente andrebbero incontro a forte stress, potenziali avvelenamenti e quindi alla morte.