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C’è ricerca medica senza vivisezione?

VivisezioneSempre più spesso i prodotti che finiscono quotidianamente negli scaffali di negozi specializzati e supermercati riportano un’etichetta che fa capire al consumatore che non si è toccato nessun animale per arrivare al prodotto finito dimostrando che si possono ricercare terapie personalizzate, farmaci e organi artificiali, ma anche cosmetici, senza utilizzare discutibili modelli animali: dovrebbe essere questa la ricerca nella ricerca, capace di innovare ed offrire risultati straordinari sul piano scientifico.

A questo proposito lavorano alcuni ricercatori americani che utilizzano cellule prelevate da bambini nati con una malformazione cardiaca rara. Con queste cellule sono riusciti a ricreare in laboratorio un tessuto che replica perfettamente quel difetto al cuore, senza dover sacrificare vite di cani, gatti, topi o altri animali tipicamente usati per queste ricerche.

La natalità del progetto va attribuita al team di Ricardo Dolmetsch che lavora al centro di Medicina rigenerativa dell’Università Stanford (Stati Uniti), capace di ottenere il “cuore” artificiale tramite cellule Staminali Pluripotenti Indotte. I piccoli “donatori” sono bambini con la sindrome di Timothy, una patologia genetica molto rara che causa l’autismo e un’aritmia fatale per il cuore.

La dimostrazione del lavoro svolto, oltre ad offrire speranze di cura per i malati, avvalora che l’abbandono del modello animale a fini sperimentali è possibile ed efficace. Infatti se il team di ricercatori avesse agito con l’uso di animali probabilmente non avrebbe mai scoperto tale cura.

Non si parla solamente del campo medico ma anche di quello della cosmesi, sempre più prodotti per la cura del corpo riportano l’etichetta “questo prodotto non è stato sperimentato su animali” per motivi di marketing, visto che molte utilizzatrici sono animaliste, per un motivo di costi e, si spera, anche perché l’azienda che li produce segue un’etica e riconosce assurdo togliere la vita a poveri animali per trarne un risultato che può essere raggiunto ugualmente senza l’impiego della vivisezione.

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