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Vivisezione, perché non è utile e le tecniche sostitutive

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La vivisezione, mai come in questi ultimi tempi, è un tema ricorrente. La miccia è stata accesa dall’allevamento-lager di Green Hill, e da quel momento è cambiato qualcosa nell’opinione pubblica. Come ha rilevato una recente ricerca dell’Eurispes, infatti, la maggior parte degli italiani è contraria alla sperimentazione animale.

Eminenti personalità della comunità scientifica sostengono che non esiste ricerca medica senza la sperimentazione animale, ma secondo Equivita, che da anni coordina medici e scienziati contrari alla vivisezione, ogni specie animale è simile solo a se stessa e non può essere usata per provare sostanze o tecniche chirurgiche da trasferire all’uomo: molti prodotti innocui per una specie possono, infatti, essere velenosi per l’uomo e viceversa.

A testimonianza di questo, basta considerare come ben il 92% dei farmaci risultati innocui sugli animali venga poi scartato durante le prove cliniche sull’uomo. Inoltre, oggi possiamo contare su diversi metodi di ricerca alternativi, che non soltanto non prevedono l’uso di animali, ma sono efficaci, hanno un costo minore e richiedono meno tempo.

Un rapporto presentato da Equivita dimostra come oggi molte tecniche di ricerca non-animale rivestano un ruolo fondamentale nello sviluppo di cure e trattamenti terapeutici: colture cellulari, epidemiologia, tossicogenomica e bioinformatica.

L’epidemiologia, ad esempio, è uno strumento molto valido poiché mette a confronto lo stile di vita, l’eredità genetica, lo status sociale, l’ambiente, gli interventi medici, ecc., e ha già prodotto risultati importanti come per esempio la comprensione del legame tra fumo e cancro ai polmoni.

Anche i programmi informatici possono essere impiegati con successo per la sperimentazione non-animale. Dai singoli organi al corpo intero, tutti i sistemi umani possono essere simulati al computer. Ad esempio, sono state sviluppate simulazioni per predire il comportamento di un farmaco nel sistema digestivo.

La tecnologia può essere impiegata anche per lo sviluppo di farmaci, sia per identificare i potenziali bersagli del medicinale, sia per testarne l’efficacia e la tossicità. Fare ricerca senza animali è possibile, e sono in costante aumento le possibilità di studiare le malattie umane sull’uomo.

Via|Equivita; Photo Credits|ThinkStock