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Diritti animali, l’impegno del Governo italiano

Vizsla in versione giudice

Per la prima volta l’Italia s’impegnerà ad attuare una serie di misure per la tutela dei diritti degli animali, nell’ambito del Semestre di Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea. A deciderlo, l’Aula della Camera dei Deputati, che ha approvato molte delle istanze delle 7 mozioni presentate da diversi parlamentari, formulate in buona parte dalla LAV.

Il Governo italiano, dunque, dovrà impegnarsi affinché sia introdotto a livello comunitario il divieto di soppressione di cani randagi e gatti vaganti (vedi i massacri in Romania ed altri Paesi dell’Est); contrastare il traffico dei cuccioli; vietare importazione e commercializzazione delle specie esotiche prevedendo inoltre il loro contenimento in natura con unicamente misure incruente; sostenere il riconoscimento e l’utilizzazione dei metodi sostitutivi di ricerca all’uso di animali ed estendere il divieto di test animali ai prodotti di detergenza della casa e loro ingredienti; sostenere l’emanazione di normative specifiche sugli allevamenti di vacche da latte, conigli, tacchini, pesci con divieto della clonazione degli animali per la produzione di cibo; potenziare l’Ufficio Veterinario della Commissione Europea per maggiori controlli sull’applicazione delle normative.

Inoltre, il Governo si dovrà impegnare a promuovere l’estensione in tutta Europa del divieto di ingozzamento di anatre e oche (già vigente in Italia); a evitare l’aggiramento dell’obbligo di autorizzazione degli zoo attraverso la normativa sui circhi e gli spettacoli viaggianti; a sostenere la proposta di legge europea sul benessere degli animali annunciata dalla Commissione di Bruxelles.

Hanno ricevuto, invece, parere negativo le proposte di cambiamento sull’uso degli animali nei circhi, sull’allevamento degli animali destinati a diventare pellicce, sulla macellazione rituale senza stordimento preventivo, sul trasporto degli animali destinati alla macellazione, sulla caccia nei territori protetti dalla rete comunitaria “Natura 2000”. Per questo motivo la LAV continuerà a lottare, affinché vengano riconosciute anche le altre istanze a favore dei diritti animali.

Via| LAV; Photo Credit| Thinkstock

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