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Chi maltratta gli animali maltratta anche le donne: occorre dire basta alla violenza

Chi maltratta le donne maltratta anche gli animali e viceversa. Si è svolta ieri la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, spesso fragili, sole tra tante persone che non comprendono, e senza possibilità di uscita da una situazione disperata. Nel corso degli anni è stato fatto molto, ma la strada da percorrere è ancora molta. Per comprendere meglio il fenomeno che nella maggior parte dei casi si svolge tra le impenetrabili mura domestiche alcuni studiosi, negli Stati Uniti ed in Spagna hanno provato ad analizzare i racconti delle donne che sono riuscite a salvarsi: ne è emersa una violenza inaudita, anche verso gli animali:  esiste una correlazione diretta tra le due forme di aggressione. Come?

I dati emersi sono chiari e lampanti: secondo fonti americane riprese da Link Italia oltre il 70% delle donne che hanno denunciato maltrattamenti ha segnalato anche violenza sugli animali domestici o minacciato di farla per intimorire la donna stessa. Ciò che è peggio e purtroppo naturale nella maggior parte dei casi, è che tale aggressività si è poi trasmessa ai figli degli aguzzini: il 30% delle madri maltrattate ha riferito che anche questi a loro volta, nel 30% della casitica totale avevano usato violenza su animali indifesi arrivando ad ucciderli. E’ ciò che hanno recepito: la mancanza di rispetto e l’aggressività nei confronti dei più deboli. Altri dati parlano del 40% di queste donne costrette a partecipare ad atti sessuali con gli animali. Spiega Ilaria Ferri, direttore scientifico dell’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali):

“Questi dati parlano da soli: denunciare il maltrattamento contro gli animali è un atto di civiltà che non riguarda solo loro ma può contribuire a prevenire episodi di violenza simili anche ai danni delle donne. Infatti, proprio in ambito domestico si riscontrano violenze nei confronti delle donne e degli animali. E’ giunto il momento di invertire la rotta e mettere fine a questi atti di brutalità che non conoscono confini di specie.”

E’ vero, e a proposito, la “bestia” chi è in questi casi?

[Fonte: Enpa]

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