Scandalizzerà più di un cinofilo lo studio realizzato da Robert e Brenda Vale, due architetti specializzati in vita sostenibile alla Victoria University di Wellington in Nuova Zelanda. In un libro provocatorio dal titolo Time to eat the dog: the real guide to sustainable living, i due sostengono infatti che avere un cane è tutt’altro che una scelta ecologica. Gli amici a quattro zampe, in un anno, inquinerebbero infatti più di un Suv. Secondo la teoria elaborata dagli studiosi, riportata da La stampa:
Un cane di taglia media consuma giornalmente 90 grammi di carne e 156 grammi di cereali essiccati, che prima della lavorazione del prodotto equivalgono a ben 450 grammi di carne fresca e 260 grammi di cereali. Ciò significa che nel corso di un anno, Fido fa fuori da solo qualcosa come 164 kg di carne e 95 kg di cereali.
Calcolando che occorrono 43,3 metri quadrati di terreno per produrre 1 kg di carne di pollo all’anno – e ne servono molti di più per le carni bovine e di agnello – e 13,4 metri quadrati per produrre un chilo di cereali, ogni anno un cane medio consuma l’equivalente di 0,84 ettari. E per un grande cane come un pastore tedesco, la cifra è di 1,1 ettari. Mentre un Suv (i coniugi Vale prendono come modello il classico Toyota Land Cruiser) che percorre 10.000 chilometri in un anno utilizza 55,1 gigajoule, cioè, visto che un ettaro di terreno serve per la produzione di circa 135 gigajoule di energia all’anno, l’equivalente di circa 0,41 ettari. Meno di metà di quanto consumato da un cane di taglia media.


Le origini del Chow Chow si perdono davvero nella notte dei tempi, visto che è sicuramente uno dei cani più antichi del mondo e la sua prima raffigurazione risale al 150 a.C., durante il dominio della dinastia Han. Il Chow Chow è originario del territorio nordasiatico, non se ne conosce la provenienza precisa, che comunque è tra la Cina settentrionale, la Mongolia e la Siberia. Anche il nome contribuisce a raccontarne la storia, che lo ha reso un cane serio e duro. Mentre alcuni sostengono che Chow Chow indichi le cianfrusaglie che venivano portate in nave dall’Asia all’Europa, per altri invece il termine chow indica cibo, in cantonese. Il cane infatti veniva mangiato, e anzi, le sue carni tenere erano molto apprezzate, e la pellicia venduta. Destino infame per un cane nato in una terra in cui i cani sono davvero un piatto prelibato.
Un sempre maggior numero di cani sopravvive al cancro. Tra questi ci sono sicuramente gli amici a quattro zampe di proprietari attenti alla salute del loro cane e che osservano molti degli accorgimenti suggeriti dai veterinari per scongiurare l’insorgenza di tumori nel loro animale domestico. A questo proposito il dottor Richard Pitcairn, il dottor Cheryl Schwartz ed il dottor Bob Goldstein hanno redatto una sorta di guida per i padroni di cani con poche semplici regole da osservare per evitare la comparsa di cancro.