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Roma: cane salvato dall’asfissia

Ennesimo esempio di insensibilità nei confronti degli amici animali, questa volta a Roma: una famiglia belga, alloggiata presso un bed and breakfast della città, ha pensato di chiudere il proprio cane all’interno dell’automobile mentre si concedeva un giro per la capitale. A lanciare l’allarme sono stati alcuni residenti del quartiere che avevano visto l’animale dentro all’abitacolo e si erano preoccupati per le sue condizioni di salute. E’ stata immediatamente avvertita l’Enpa che ha dichiaratpo:

Ci siamo recati sul posto non appena abbiamo ricevuto la segnalazione Il quattrozampe si trovava all’interno di una monovolume, era abbattuto e aveva il respiro affannato per il caldo, ma non sembrava in immediato pericolo di vita anche se, come abbiamo appreso, si trovava lì dentro da alcune ore. Dei proprietari, ovviamente, nessuna traccia.

I Carabinieri del nucleo operativo Trionfale, contattati dall’Enpa, dopo aver allertato i servizi veterinari, sono riusciti a contattare i turisti belgi intimando loro di presentarsi immediatamente sul posto e di liberare l’animale. Al suo arrivo il padre ha ammesso di avere più volte lasciato il cane all’interno dell’abitacolo e non si aspettava minimamente che per la legge italiana tale gesto configurasse un reato.

Il turista ha tentato di giustificarsi affermando che i finestrini erano abbassati e che il cane aveva acqua a sufficienza. Ricordiamo che gli animali non devono mai essere lasciati all’interno delle automobili, neanche per un tempo ridotto: potrebbe insorgere l’asfissia che li condurrebbe rapidamente alla morte. Il cane belga, invece, è stato fortunato. Per lui nessuna seria conseguenza fisica, se non un leggero affaticamento per il caldo riscontrato dal veterinario.

Questa volta la vicenda si è conclusa positivamente, nessuna conseguenza per il cane, una bella lezione per il suo padrone. Prima di compiere gesti di tale tipo e di parcheggiare all’interno di un mezzo chiuso ed in lamiera un essere vivente, pensiamo a come staremmo noi nelle stesse condizioni: certamente non bene. Fonte: Enpa

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