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Abruzzo, vietato sfamare i gatti randagi a Cocullo

Vietato sfamare i gatti randagi in città: è questa l’ordinanza di  Sandro Chiocchio, sindaco di Cocullo, un paesino abruzzese. La nuova ordinanza vieta di fatto la somministrazione di alimenti ai gatti per cercare di arginare il fenomeno del randagismo. 

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I cittadini tendono a sfamare i gatti del paese offrendo loro avanzi di pranzi, latte o carne, ma come conseguenza i gatti randagi lasciano i loro bisogni fisiologici lungo le strade del piccolo centro. E fra urina ed escrementi, la situazione è diventata insostenibile tanto che il sindaco ha emanato l’ordinanza come soluzione estrema a causa delle lamentele continue dei cittadini. 

C’è da dire che l’ordinanza vale solo per le strade nel paese e non per le aree verdi dove i felini sono liberi di espletare i loro bisogni naturali. Ma gli animalisti chiedono la revoca immediata del provvedimento.

Il sindaco di Cocullo deve annullare immediatamente l’ordinanza emessa contro i gatti randagi. Se non lo fa daremo mandato ai nostri legali di procedere ai sensi di legge contro la sua persona denunciandolo alle autorità competenti per maltrattamento di animali. 

Riporta in una nota l’Animalisti Italiani onlus che ricorda anche come l’ordinanza sia illegale visto che le “colonie feline sono tutelate dalla legge 281 del 1991 che vieta a chiunque di maltrattare i gatti che vivono in libertà”. 

La Onlus ricorda che il randagismo si previene attraverso la sterilizzazione e la vera responsabile è l’autorità sanitaria competente per il territorio così come è crudele imporre il digiuno ai gatti come ricordano diverse sentenze del Tar. 

photo credits | think stock

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