Il passaporto per cani e gatti, adesso è obbligatorio

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Dal primo ottobre del 2004 è obbligatorio, per chi viaggia o ha necessità di spostarsi con cani, gatti o furetti al seguito, il passaporto per i nostri amici animali: tale obbligo è stato sancito da un Regolamento dell’Unione Europea , in particolare il numero 998/2003.

Le norme si riferiscono ai movimenti degli animali da compagnia tra gli Stati europei o in entrata da Paesi terzi: per ora sono esclusi dall’obbligo di tale documentazione gli animali destinati alla vendita o in caso di mero trasferimento di proprietà e sono esclusi anche gli animali tropicali, anfibi, rettili, conigli, uccelli e roditori.

Ma in cosa consiste il passaporto per animali? Innanzitutto consente l’identificazione dell’animale e del suo proprietario grazie al numero identificativo di microchip, elemento importante in caso di furto o smarrimento o di commissione di illecito. Inoltre sul passaporto vengono segnate le vaccinazioni effettuate o ogni altra notizia riguardante l’animale che sia ritenuta importante dalle autorità competenti.

Quello sguardo colpevole del cane…

sguardo colpevole cane fotoUn vaso rotto, un oggetto mancante ed ecco che subito corriamo a cercare il nostro amico a quattro zampe, che si aggira con aria sconsolata per casa. E quello sguardo colpevole non fa altro che confermare le nostre ipotesi: è lui il colpevole del misfatto. Ma ad intervenire in difesa degli occhioni colmi di pentimento del nostro cane è un recente studio condotto da Alexandra Horowitz, del Barnard College di New York, che ha svelato ben altre motivazioni che potrebbero spingere il nostro pet ad assumere un’espressione contrita. La ricerca, pubblicata sulla rivista Canine Behaviour and Cognition, potrebbe scagionare dalla punizione migliaia di cani innocenti.

La Horowitz è stata infatti in grado di dimostrare che la tendenza umana ad attribuire uno sguardo colpevole al cane non era dovuta al fatto che il cane fosse davvero colpevole. I proprietari a volte sono portati a interpretare erroneamente il linguaggio del corpo del loro cane, quando credono che questi abbia fatto qualcosa di sbagliato. Anche quando in realtà l’animale è del tutto innocente.

L’indissolubile intesa tra bambini e cani

cani bimbiTra tutti gli animali domestici il cane è stato quello che fin dai primi contatti con gli umani si è adattato meglio alla vita in comune, in modo attivo e partecipativo, a differenza degli animali da fattoria, come il cavallo, ad esempio, che vive in modo più indipendente e meno bisognoso di continua compagnia, o del gatto, che tutti sappiamo essere assolutamente autonomo e anche passivo nella vita casalinga. I cani non sono stati addomesticati, rinchiusi in recinti (vedi le mucche, le galline, i maiali, e qui potrebbe aprirsi una lunghissima parentesi sulla crudeltà di alcuni esseri umani), ma si è sviluppata un’intesa con l’uomo che li ha portati a dividere la casa, il cibo e quindi a stabilire una sorta di affetto reciproco. Il cane riconosce il suo padrone, lo segue, ne ha bisogno, vive una sua dimensione gerarchica e soffre se colui che aveva riconosciuto come capo branco viene a mancare.

Nelle famiglia il capo è solitamente una figura adulta, un genitore, o comunque sia un adolescente. I bambini vivono con i cani un’intesa silenziosa e quasi ancestrale, dettata innanzi tutto dal fatto che i cani conservano sempre un aspetto puerile, che permette questo tacito accordo che si divide tra gioco e affetto e che a volte stupisce noi adulti quando vediamo dei bambini piccoli non aver paura e giocare gioiosamente con dei cani di grossa taglia, come se fossero davvero due cuccioli.

Gerbilli: i roditori della steppa

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I gerbilli sono dei piccoli mammiferi appartenenti all’ordine dei roditori, originari della steppa della Mongolia, dal corpo lungo circa 12 cm con una coda folta e pelosa lunga dai 6 ai 12 cm, anche se le femmine hanno dimensioni più piccole.

Le caratteristiche principali di questi piccoli animali sono le zampette posteriori molto forti e più lunghe di quelle anteriori che permettono ai roditori di saltare come dei piccoli canguri, e il fatto di essere dei provetti scavatori, anche sotterranei. La pelliccia dei gerbilli è piuttosto folta è può essere di diversi colori, anche se gli esemplari più diffusi hanno il pelo marrone o beige, nero, grigio e bianco con striature rossastre. L’aspetto lucido della pelliccia è dovuta da un olio, una sostanza emessa da una ghiandola posta sulla pancia.

Il loro aspetto gradevole, il comportamento vivace e la forte intelligenza, fanno sì che il gerbillo sia un perfetto animale domestico, soprattutto per chi ha poco tempo da dedicare ad un animale, in quanto questi piccoli roditori sono molto indipendenti. I gerbilli sono molto curiosi, se sentono un rumore ne sono attratti e vanno alla scoperta di questa “novità” inattesa; quando sono eccitati o spaventali si alzano sulle due zampe e sbattono i piedini a terra.

Maltrattamento sugli animali: cosa prevede la normativa

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Nel nostro Paese sono migliaia, ogni anno, i casi di maltrattamento e torture ai danni degli animali. Fino a pochi anni fa i responsabili di questi atti non erano perseguibili per legge e l’abbandono sembrava destinato a rimanere un atto impunito. La legge n. 189 del 20 luglio 2004, che si riferisce nello specifico al fenomeno del maltrattamento ed abbandono degli animali, ha sancito finalmente pene severe per tutti coloro che pongono in essere comportamenti illeciti, violenti, afflittivi nei confronti dei nostri amici a quattro zampe.

I principali cambiamenti rispetto alla precedente  disciplina riguardano l’inserimento di un titolo di reato autonomo, intitolato dei delitti contro il sentimento degli animali e l’elevazioni di sanzioni di un certo rilievo: le sevizie contro gli animali adesso sono un vero e proprio reato. Analizziamo ora le singole fattispecie di reato.

L’abbandono di animali è punito con arresto fino ad un anno e multa fino a 10mila euro, il maltrattamento, in particolare sevizie, lesioni, lavoro insopportabile, ogni altra crudeltà,  è punito con la reclusione da 3 a 18 mesi, tali pene vengono raddoppiate se deriva la morte dell’animale stesso.

Partire con la zampa giusta, un gatto in famiglia

consigli gattinoCi siamo: finalmente avete ceduto alle insistenti richieste dei vostri figli e un gatto è entrato a far parte della famiglia. O ancora, avete deciso di rispondere al miagolìo straziante di qualche trovatello in strada e ora vi ritrovate con un batuffolino di pelo tremante in mano. O più semplicemente vi siete recati in un negozio specializzato e avete acquistato il vostro animale da compagnia. Qualunque sia il modo in cui il misterioso felino è entrato nella vostra vita, la stravolgerà inevitabilmente. In positivo, ovviamente. Anche se questo dipenderà in gran parte dall’atteggiamento adottato verso il vostro animale domestico.

Un gatto è per sempre. Ed è a tutti gli effetti un membro della famiglia. Non farà soltanto le fusa, riscaldando le fredde serate d’inverno con il suo morbido pelo. Avrà delle esigenze da soddisfare, un percorso di crescita, di maturazione, e di invecchiamento da compiere insieme a voi, e non sempre la convivenza sarà facile. Ma con un po’ di pazienza, lo spirito e i consigli giusti, un gatto in casa può diventare un’esperienza indimenticabile, un compagno di cui non potrete più fare a meno.

Il Signor Cane: il Pastore Tedesco

PASTORE TEDESCO

Non so se per tutti i bambini è così, ma per me lo è stato. Quando ho iniziato a chiedere insistentemente la presenza di un cucciolo con cui giocare avevo una gran voglia che mi venisse regalato un Pastore Tedesco. Non è esattamente un cane da appartamento, e i miei genitori proprio non se la sentivano, anche se quel musino tenero che hanno da cucciolotti sicuramente li chiamava a gran voce! Non ho avuto un Pastore Tedesco ma una fantastica meticcia, di cui credo vi racconterò prima o poi, ma se da qualche parte si doveva iniziare a parlare di cani credo fosse giusto iniziare dal corrispettivo del leone, re della foresta, del mondo canino: Deutscher Schaferhund, ovvero il Pastore Tedesco.

La sua nazione d’origine è la Germania e ci sono diverse teorie su come sia nato questo cane da pastore. Potrebbe essere stato generato dall’incrocio di razze di cane pastore già esistenti in Germania, ma anche dall’accoppiamento di cagne pastore direttamente con i lupi. Un po’ come per tutte le  “vecchie” razze, le origini si perdono nella notte dei tempi, le uniche notizie certe sono che le prime specie a pelo lungo furono presentate ad Hannover nel 1882, mentre quelle a pelo corto a Berlino nel 1889.