Tutti i vantaggi di un cane meticcio

cani meticciTutti i cani che sono piombati nella mia vita stravolgendola ci sono capitati per caso, alcuni erano di razza pura, altri erano degli adorabili trovatelli che mi hanno conquistato al primo sguardo, senza mostrarmi il loro pedigree. Con i canili e le strade piene di cuccioli che desiderano solo essere amati, a crescere è solo il mercato delle adozioni di cani di razza. Ci affascinano per le loro caratteristiche fisiche e senza dubbio li ameremo. Ma qualsiasi cane, indipentemente dalla razza, con il tempo ci conquisterebbe e sarebbe in grado di darci lo stesso amore di un esemplare di razza. Chiamateli meticci, chiamateli bastardini, oppure semplicemente chiamateli cani speciali, perchè è di questo che si tratta.

Oltre cento razze di cane sono riconosciute dalla American Kennel Club. C’è quella più adatta alla famiglia, quella di stazza piccola, quella che vive meglio nei climi freddi. E poi ci sono loro, dall’altro lato, a morire nei canili ogni anno perchè non ci sono persone disposte ad adottarli. E loro sì che si adattano a qualsiasi stile di vita e personalità del proprietario. Cani di poche pretese capaci di dare tanto amore. Prima di acquistare un cane di razza, è bene dunque considerare la magia che un cane di razza mista  può portare nella vostra vita.

Lhasa Apso, il piccolo cane del Dalai Lama

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Le terre d’origine di questo cane antico sono state probabilmente l’India, la Cina e il Tibet e comunque sia il Lhasa Apso ha seguito il Buddismo e il Dalai Lama lungo tutte le peregrinazioni del culto religioso, fino a una stabilizzazione proprio in Tibet, luogo in cui il Dalai Lama, intorno alle metà del 1600, si stabilizzò e divenne anche il capo temporale, oltre che spirituale, di quel Paese, sotto la sovranità della Cina.

Abbiamo visto l’importanza del Pechinese, cane leone, in quelle regioni e nelle credenze buddiste, e così anche il Lhasa Apso aveva la sua importanza, tra le montagne del Tibet, un ruolo che non era mitologico, ma reale, infatti la presenza di questi cani era ben radicata all’interno del culto.

La razza rimase pura per moltissimo tempo, visto che il Dalai Lama dava in dono solo degli esemplari maschi. All’interno del monastero, il Lhasa Apso, oltre ad essere anch’esso un cane leone, per la sua criniera leonina che lo contraddistingue, era considerato anche il cane della preghiera e il cane del cristantemo. Il primo appellativo derivava dal fatto che si dicesse che il piccolo cagnolino fosse stato addestrato per far girare i rotoli delle preghiere davanti al Dalai Lama; il secondo invece deriva sempre dal suo aspetto, dal muso incastonato nel fluente pelo bianco, in una forma vagamente floreale. L’appellativo Apso dovrebbe derivare invece da Rapso, che in tibetano significa “simile alla capra”, altro appellativo che deriva dal mantello del cagnolino, e comunque nei monasteri buddisti si sentivano pronunciare le parole apso seng kye: il cane leone, sentinella che abbaia.

Il Microgeophagus Ramirezi

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Un bellissimo ciclide nano sudamericano che ormai da anni fa parte degli ospiti delle vasche di mezzo mondo è il Microgeophagus Ramirezi (ex Apistogramma Ramirezi), un simpatico e coloratissimo pesce che da solo può cambiare il volto di un acquario.

Si tratta di un pesce territoriale, come tutti i ciclidi, ma non risulta essere particolarmente aggressivo al di fuori del periodo di riproduzione, per cui ben si adatta in vasche abitate anche da altri pesci. Di dimensioni ridotte (6 cm per la femmina, 7 per il maschio), abita acque non troppo dure (Gh tra il6 e il 10), leggermente acide (Ph 6,5 circa) e temperatura attorno ai 25° C. necessità di acqua con inquinanti ridotti al minimo, dato che soffre particolarmente la presenza di nitrati nell’acqua e di altre sostanze nocive. Consigliamo quindi cambi frequenti e controlli al filtro, che deve lavorare sempre nelle migliori condizioni.

Il dimorfismo sessuale tra maschi e femmine è piuttosto evidente: a parte le dimensioni, la femmina è leggermente meno colorata del maschio, ha i primi raggi della pinna dorsale più corti ed è caratterizzata da ventre rosato.
A causa della sua diffusione, è stato a lungo protagonista di veri e propri esperimenti genetici, che hanno portato sul mercato varietà di colori particolari (completamente dorati, blu, ecc), pinne a velo o baloon. Come sempre, sconsigliamo l’acquisto di questo tipo di pesce, che risulta essere spesso più debole e meno longevo delle varietà comuni.

Agopuntura per cani e gatti

agopuntura caniL’omeopatia funziona anche sugli animali domestici e a quanto sembra in America è già tra le terapie alternative offerte dai veterinari per curare gli animali sofferenti, in particolar modo quelli che soffrono di malattie e dolore di tipo cronico. Mal di schiena cronico, disturbi neurologici, artrite: la clinica veterinaria di Jordan Kocen a South Paws (Fairfax) in Virginia, appena fuori la capitale degli Stati Uniti, Washington, ha una soluzione, che offre l’agopuntura come cura alternativa ai suoi molti pazienti. Lo spiega lo stesso Kocen, veterinario di cinquant’anni che dirige la struttura:

Io uso l’omeopatia, l’agopuntura e le erbe cinesi. E impiego lo stesso tipo di aghi che vengono utilizzati per curare le persone. I canali di base dell’agopuntura sono gli stessi. L’agopuntura stimola allo stesso modo il sistema nervoso.

Cani e gatti come regalo di Natale: secondo l’Aidaa saranno 15.000

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Ci eravamo già occupati del fenomeno dei cuccioli regalati a Natale e avevamo sottolineato più volte che adottare un animale deve essere un gesto ben ponderato al quale seguirà una responsabilità che dura per tutta la vita dello stesso. In ogni caso, consapevolezza a parte, secondo l’Aidaa, l’Associazione italiana difesa animali e ambiente, per questo Natale 2009 le adozioni di cani e gatti aumenteranno del 35% rispetto allo scorso anno; secondo le stime dell’associazione, i cani che troveranno una famiglia saranno 12.000, mentre i gatti 3.000.

Sono cifre veramente importanti che fanno ben sperare, sempre secondo l’associazione, ad una diminuzione degli abbandoni nella prossima estate, in una percentuale riconducibile a ben il 25% in meno rispetto all’estate scorsa.

Weimaraner, le leggende degli anni Cinquanta sul cane grigio

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Abbiamo parlato ieri del Weimaraner, cane bellissimo e complicato, avvolto dalla nebbia misteriosa della Boemia e anche da quella delle leggende e dei miti che si sono sviluppati sul suo conto. Ebbene si, il Weimaraner, così come molti altri cani, si porta dietro tutta una serie di credenze e dicerie, ma la differenza sta nel fatto che per le altre razze si è trattato di legami con i culti antichi e con le religioni, di storie che parlavano del legame profondo e intenso con uomini, donne e bambini, storie arrivate fino ai nostri giorni, affascinanti e suggestive. E invece questo grande cane grigio ha dovuto subire, negli anni Cinquanta, durante la sua diffusione negli Stati Uniti, una serie di voci sul suo conto eccessive, esagerate, fasulle e ridicole, rischiando che con la popolarità si perdesse la sua magnifica purezza di razza.

Nel dopoguerra gli americani erano alla ricerca di tutta una serie di cose “super”, con una marcia in più, accellerate. Nel 1950 comparve sulla rivista “Look” l’immagine di questo sconosciuto cane tedesco, il Weimaraner, che sulla copertina veniva definito come “cane delle meraviglie”. E così all’improvviso comparvero ovunque, tutti ne volevano uno e per citare due personaggi che iniziarono a farsi accompagnare dal cagnone grigio ecco il presidente Eisenhower e Grace Kelly.

Il foie gras, sofferenze per le oche

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Ogni anno nel periodo natalizio molti menù propongono quello che è ritenuto da molti un piatto sopraffino: il foie gras, un patè molto delicato ottenuto con il fegato delle oche. Purtroppo le pratiche che portano all’ottenimento di tale patè non sono spesso conosciute, non si conoscono le sofferenze cui le anatre vengono sottoposte quotidianamente.

Le oche devono ingrassare in breve tempo ed il loro fegato deve ingrossarsi fino a dieci volte la dimensione normale per essere utilizzato nella produzione del foie gras: tale ingrossamento avviene tramite un’alimentazione forzata cui i pennuti sono sottoposti stipati in gabbie singole nelle quali sono impediti i movimenti.

Gli animali vengono nutriti quindi più volte al giorno dalle 3 alle 8 volte, con un pastone di cerali misti ad olio, o con un pastone di mais cotto e salato: l’alimentazione avviene attraverso un tubo metallico di circa 28 cm, che viene crudelmente inserito nella gola fino a quando raggiunge il gozzo. E’ evidente come tale pratica provochi lesioni interne all’animale, come l’ingente quantità di cibo faccia si che il fegato raggiunga dimensioni spropositate.

Il pesce rosso, il pet ideale

pesce rossoIl pesce rosso è l’animale domestico ideale per chi è alle prese per la prima volta con un pet. La sua cura non è eccessivamente pretenziosa e non richiede molto tempo né una lunga esperienza, al contrario di quanto avviene per altri tipi di pesci e per gli amici a quattro zampe, per non parlare dei rettili. Resistente e facile da gestire, il pesce rosso, se curato adeguatamente, può vivere a lungo. Un modo per soddisfare la voglia di pets dei bambini quando non si vuole concedere loro un cane, un gatto o un animale che richiede più dispendio di tempo, denaro, energia e spazio.

Prima di acquistare un pesce rosso, fate ricerche approfondite. Acquistate da un negozio affidabile. Quando si sceglie un pesce da una vasca in un negozio è importante controllare in che stato sia. È sporco? L’acqua è torbida? Guardate da vicino i pesci nell’acquario. Se galleggiano in superficie, si muovono troppo lentamente o troppo velocemente, l’acqua potrebbe essere contaminata e il pesce malato. Scegliere sempre i pesci che sembrano più vivaci contenuti in acque rigorosamente pulite.

Weimaraner, il fantasma grigio, re dei cani da caccia

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Il nome di questa razza canina non mi diceva niente. Sono quindi andata a cercare delle immagini e mi sono imbattuta in questo cane, di cui non conoscevo nome e provenienza, ma che mi è capitato spesso di incontrare in giro per le città. Allora mi sono avventurata dentro le leggende, dalle origini fino alla diffusione folle durante il secolo scorso e ho deciso di raccontarvi la storia di questo cane, bellissimo e misterioso, dal manto meravigliosamente grigio, che ha bisogno di una doppia puntata per ricevere i giusti onori.

Le origini del Weimaraner si perdono nella nebbia della Boemia.  Lì, all’inizio dell’Ottocento, il principe Esterhazy presentò all’arciduca Carlo Augusto di Weimar certi strani cani da caccia. Un’altra storia invece racconta che l’arciduca, grandissimo e stimatissimo cacciatore, allevò questa razza in una proprietà della Germania centrale. Altri invece sostengono che sia il Weimaraner ad essere stato rappresentato in alcuni arazzi medievali, e che quindi le sue origini siano ancora più antiche.

Fatto certo è che la sua nobiltà di razza è percepibile ad occhio nudo, osservando il suo manto grigio, che oltretutto sta anche a rappresentare proprio le origini remote e le leggende e i miti che hanno accompagnato questo cane dalle origini fino alle più recenti del secolo scorso.

Sicuramente questo cane discende dai migliori segugi e dai cani da fiuto della vecchia Europa, ma provando a essere precisi, a quale epoca si può far risalire il suo lignaggio? Come per tutte le razze antiche le tracce ci portano in Egitto, anche se stavolta non arriviamo ai tempi dei faraoni, ma all’epoca egiziana che corrisponde al nostro Medioevo.

Il criceto Roborovskij

criceto roborovskij

Il criceto Roborovskij è una delle specie di criceto più piccole, tanto da arrivare da adulto ad una lunghezza massima di 4 o 5 centimetri. Il nome di questo criceto deriva da quello di uno spedizioniere, Roborovskij, appunto, che nel 1894 insieme al suo compagno di esplorazione Koslov, catturò un esemplare di questo roditore. Il luogo naturale di questo criceto è il deserto della Mongolia, nel quale vive in piccoli gruppi con altri esemplari.

I criceti Roborovoskij non hanno la classica striscia di pelo scuro culla schiena e le zampe sono un po’ più lunghe rispetto agli altri criceti; la pelliccia possiede un colore marrone sulla parte superiore mentre è bianca sulla pancia; le zampette sono ricoperte di pelo e hanno la particolarità di concentrare l’urina, in quanto il Roborovskij proviene da ambienti aridi. A differenza dei criceti dorati, ma come quelli Winter White, possiedono un ghiandola ventrale all’altezza dell’ombelico.

La durata media della vita di un criceto Roborovskij è più lunga di quella degli altri esemplari, infatti si aggira sui 3 anni. Essendo animali di piccolissima taglia, i Roborovskij hanno bisogno di apposite gabbie con sbarre molto ravvicinate o di terrari, in ogni caso molto profondi perché questi piccoli roditori adorano scavare, e vanno posizionati lontano da televisori, stereo, cucine, bagni e balconi.

Malattie dei pesci, parte terza

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Nel nostro ed ultimo appuntamento per scoprire le malattie dei pesci d’acquario e cercare di combatterle, ci occuperemo dell’affanno: se notiamo i nostri pesci nuotare a pelo d’acqua e boccheggiare, significa che vi è una carenza di ossigeno nella vasca. Tale mancanza può essere causata sia dalla scarsa pulizia della vasca sia dal sovraffollamento oppure da una ossigenazione sbagliata.

Lo Shimmyng è invece provocato da un aumento del ritmo respiratorio: si verifica soprattutto se il pesce soffre di freddo nella vasca o versi in uno stato di shock. Il moto è troppo ondeggiante, talora vibratorio, ed il pesce fatica concretamente a nuotare e ad avanzare: in tali casi è importante aumentare la temperatura poco a poco fino a quando il pesce non si sia stabilizzato.

Tale instabilità e perdita di equilibrio si verifica quando il pesce non è in grado di stabilizzare la sua posizione nell’acqua: oltre alla causa delle malattia indicata sopra, tale sintomatologia può essere causata da un disturbo della vescica natatoria. Tali disturbi si verificano a causa della tossicità dell’acqua, contusioni degli organi interni o ancora a causa di infezioni batteriche e sbalzi di temperatura. Nel caso i cui questa, disgraziatamente si rompa ed il pesce resta sul fondo, non vi è purtroppo soluzione alcuna: negli altri casi meglio isolare il pesce in modo che questo si ristabilizzi, evitare soprattutto di provocargli paure e stress.

I cani e la paura dei tuoni

cani paura dei tuoniSe il nostro cane ha paura dei tuoni, sappiamo bene che in una notte tempestosa si fa non poca fatica a dormire mentre lui ci gira intorno ansimante e tremante, cercando di nascondersi sotto le coperte e chiedendo la nostra protezione.
I cani che temono il rombo dei tuoni spesso si rivolgono ai proprietari per essere consolati, ma sono in un tale stato di panico, che riesce difficile calmarne le ansie, per quanto ci si sforzi di trovare la soluzione più consona. Molto spesso, anzi, azioni come sgridarlo e punirlo perchè ci impedisce di dormire o chiuderlo in un’altra stanza per non sentirne i guaiti ed impedirgli di infilarsi nel letto, provoca la reazione opposta a quella desiderata, ovvero non fa che rafforzare le sue paure e mandarlo ulteriormente nel panico.

I rimedi potenziali, prescritti dai veterinari, includono anche l’uso farmaci in casi estremi, ed una desensibilizzazione progressiva del cane al tuono, che comprende la creazione di un posto sicuro in cui il cane può rifugiarsi che sia isolato acusticamente. Oggi sono diffuse anche delle speciali cuffie ed un abbigliamento aderente che fanno sentire il cane al sicuro e riescono a calmarlo durante i temporali.

Chiedete maggiori informazioni al vostro veterinario se il problema persiste e per sapere quale accessorio e terapia fanno al caso vostro.
Qualcosa che può aiutare un cane può non essere d’aiuto per un altro, ecco perchè occorre rivolgersi a veterinari comportamentisti per ottenere la terapia più adeguata e scoprire se la paura è dovuta solo al tuono o c’è qualche altro fattore dietro.

Dingo, il cane-lupo selvatico e misterioso

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In Australia sono state dissotterrate le ossa di un Dingo che risalgono a seimila anni fa, ma questo cane selvatico che non abbaia potrebbe anche non appartenere a queste regioni. Sembra imparentato con delle razze che noi non conosciamo affatto e che personalmente non ho nemmeno mai sentito nominare: il cane Cantatore della Nuova Guinea e il cane Paria del Medio Oriente, entrambi forse discendenti dal “dhole” indo-malese, lontano e feroce progenitore che sta tra la volpe e il lupo.

In Australia il Dingo è molto temuto dagli allevatori per la sua fama di squartatore di pecore, proprio come i lupi. In realtà il popolo aborigeno rispetta molto questo cane, e ha un particolare attaccamento per lui, consentendogli anche di dormire con i bambini o di montare di guardia.

Esistono comunque opinioni discordanti sulla storia e sul carattere di questo cane, così come sui suoi comportamenti standard. Alcuni sostengono che il Dingo, chiamato Warrigaul dagli aborigeni, viva nelle loro famiglie fino a quando non arriva il momento dell’accoppiamento, e allora se ne va per la sua strada. Secondo altri invece, questo cane si ferma nelle famiglie aborigene per lunghissimo tempo, anni e anni, diventando un ottimo compagno, addomesticato nonostante la sua natura di lupo. Esistono prove di cuccioli di Dingo allattati dalle donne aborigene, forse unica testimonianza di affetto nei confronti di questo cane, che pur essendo “cane da unico padrone”, non è uno di quei cani verso cui i padroni si prodigano con dolcissime carezze e coccole.

Piante ornamentali, occhio a quelle tossiche per i nostri pets

gatto stella di nataleLe piante ornamentali sono un ottimo modo per decorare la casa durante le vacanze e colorare un grigio inverno. Durante le fredde serate invernali si trascorre più tempo tra le mura domestiche, si ricevono ospiti durante le feste natalizie e dunque è più che normale voler abbellire la propria casa rendendola ancora più accogliente. Occhio però alle piante che possono risultare tossiche se ingerite da animali domestici e bambini. I proprietari di animali domestici devono essere consapevoli che molte di queste piante comuni sono velenose per cani e gatti.

Il livello di tossicità varia da lieve a grave, e la quantità di pianta ingerita determina la gravità più o meno intensa degli effetti collaterali. In generale, i disturbi gastrointestinali sono le conseguenze più comuni, ma se il gatto o il cane ne hanno mangiata in quantità eccessive allora possono svilupparsi anche convulsioni, coma e addirittura la morte è possibile.