Tre casi di rabbia silvestre in Alto Adige

volpe

Tre volpi sarebbero risultate positive alla rabbia silvestre in Alto Adige, secondo quanto riferisce il Centro di referenza di Padova. Nello specifico, due sono state trovate senza vita nel territorio comunale di Dobbiaco e Badia e l’altra è stata abbatutta sempre in quest’ultima area. Ovviamente, senza inutili allarmismi, sono subito scattati i controlli e i divieti a portare lontano dai centri abitati e nei comuni coinvolti dal caso o adiacenti ad essi, vaccinazioni per i gatti, tenuti sotto stretta sorveglianza.

Pericolo estinzione per la foca monaca

focamonaca

Nonostante sia di pochi giorni fa la positiva notizia che la foca monaca sia stata avvistata nella zona delle Isole Egadi, è pur vero che resta praticamente il simbolo del pericolo di estinzione che, del resto, aleggia su molti animali. I cambiamenti alle acque a livello di inquinamento soprattutto, causati dall’uomo, hanno messo in serio pericolo la specie che, comunque, sta timidamente tornando a sguazzare nei mari siciliani dopo 50 anni di latitanza. Probabilmente, come ha ribadito anche il Wwf si tratta di piccole colonie ma, in ogni caso, non è il momento di cantare vittoria e bisogna tenere gli occhi aperti per scongiurare comunque che sparisca per sempre nel giro di pochissimi anni.

Anche gli animali vittime della malasanità

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C’è la storia di Chicca, in piccolo chiwawa al quale non è stata diagnosticata una grave disfunzione e adesso, a distanza di due anni, ha perso la vista e l’uso parziale delle gambe e come questa piccola creatura, in Italia ci sono milioni di casi di malasanità. Un problema che, evidentemente, non riguarda soltanto gli uomini ma, ancora di più gli animali, vittime di poca preparazione da parte di qualche medico o forse soltanto di noncuranza, a volte persino da parte dei padroni che magari sottovalutano il problema. Il dramma che si consuma in questi casi, forse, è ancora più grave, per il semplice fatto che la comunicazione non può avvenire come fra le persone e, quindi, un cane, un gatto o qualsiasi altro amico domestico, è condannato ad una sofferenza silenziosa e incomprensibile, fino a quando si scopre che forse si poteva intervenire in tempo.

No alla carne di animali clonati

bovini

Il Parlamento Europeo ha votato pochi giorni fa l’esclusione dal mercato comunitario del cibo ottenuto da animali clonati, per i possibili pericoli legati alla salute e alla sicurezza: in particolare si è occupato della questione, piuuttosto spinosa ed attuale, il Comitato per l’ambiente presente all’interno dell’istituzione europea. Il voto finale è previsto per luglio, ma sono già ben chiare le linee che il Parlamento prevede di seguire al suo interno sulla questione.

I legislatori hanno respinto la proposta della Commissione europea, sostenuta dagli stati membri, di includere il cibo proveniente da animali clonati all’interno di una lista di alimenti ammessi alla vendita e al consumo nei paesi dell’Unione. Sono sottoposti all’approvazione delle autorità europee tutti i così detti cibi innovativi, ovvero il cibo prodotto usando nuovi processi di produzione, come la nanotecnologia o che non erano largamente consumati nelle 27 nazioni del blocco prima del 1997.

L’obiettivo è quello di effettuare sempre maggiori controlli sui cibi consumati all’interno dell’UE, in particolar modo consumati dai minori, attraverso un monitoraggio costante e specifico: la clonazione animale infatti ha reso possibile una su applicazione sugli animali da fattoria o comunque produttivi di carni. Tale processo, che si sta diffondendo in larga scala, preoccupa molto i legislatori per i possibili effetti negativi sulla salute anche dei prodotti ottenuti grazie alle nanotecnologie.

Addestrare il cane: il comando “fermo”

comando fermo cane fotoQuando viene insegnato correttamente, il comando “fermo” è un segno distintivo di un cane ben educato.
Ad esempio se si sta camminando velocemente per la strada con il cane impaziente all’altro capo del guinzaglio, sulla strada verso il parco, e si incontra una vecchia conoscenza. Il vostro cane, scontento di questo ritardo verso la sua mèta, esprime la sua disapprovazione avvolgendo il guinzaglio attorno alle gambe. Il comando “Siediti!” potrà farlo sedere ma da seduto continuerà ad avvolgersi attorno al guinzaglio e a scalpitare e non manterrà a lungo la posizione. Cosa manca a questo scenario? Che il cane non si muova e questo può avvenire solo con il comando “fermo”.

Una volta che il cane ha imparato a stare seduto, un importante passo successivo è l’apprendimento di questo comando. Il comando “fermo” presuppone che il vostro cane mantenga la sua posizione (seduta, sdraiata o in piedi) fino a che non lo lasciamo libero di riprendere a muoversi. Senza questa abilità, quando gli chiediamo di sedersi otterremo semplicemente che il cane si sieda temporaneamente pronto a scattare alla minima distrazione.

Clan utilizzava animali come cavie per provare le pistole

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Facevano fuoco sugli animali, per provare le pistole da utilizzare successivamente nel corso dei loro movimenti. E’ accaduto a Napoli, dove un clan camorristico, non si faceva problemi a scegliere creature indifese per verificare la potenza degli spari. Le operazioni di prova avvenivano all’interno di una vecchia fabbrica dismessa e, tra i dettagli che confermano quanto avveniva, è stato trovato anche un gatto morto non per cause naturali ma con segni evidenti di violenza. Gli agenti del commissariato San Giovanni, hanno trovato un vero e proprio arsenale della criminalità organizzata che, purtroppo, risucchiava nei traffici illeciti anche dei cuccioli innocenti.

Chi investe un animale, ha l’obbligo di soccorrerlo

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Fra pesanti critiche e timidi accenni di assenso, le associazioni dei consumatori e i cittadini si trovano d’accordo sul nuovo codice della strada ed, in particolare, su un passo che riguarda il diritto degli animali a ricevere immediato soccorso se vengono investiti. Tra l’altro, l’automobilista che porta d’urgenza un piccolo paziente in un ambulatorio veterinario, non riceverà alcuna sanzione anche se viola qualche norma del codice stesso. Una notizia che sa di svolta e che, ovviamente ha segnato una profonda vittoria per chi rispetta tutti gli esseri viventi e per la Lega Antivivisezione.

Aidaa: è nato il consulente di condominio per gli animali

consulente condominiale animali

Nuova iniziativa dell’Aidaa, l’Associazione italiana difesa animali e ambiente, che questa volta ha creato un servizio di consulenza legale per gli animali che vivono in condominio, del quale se ne occuperà il consulente in condominio per gli animali, una nuova figura legale che va ad affiancarsi a quella dell’avvocato e del tribunale degli animali.  

Il consulente condominiale è un legale che si occuperà esclusivamente di controversie condominiali che hanno come protagonisti gli animali, e parteciperà alle assemblee condominiali in cui sono previste discussioni sul tema animali, oppure per questioni relative alla presenza di colonie feline in condominio. L’idea del con consulente condominiale nasce in quanto si registrano sempre più liti tra condomini per questioni che hanno come protagonisti gli animali.

Arriva l’Agriasilo, per vivere a contatto con gli animali e la natura

Agriasilo

Giocare con gli animali, che non siano solo i domestici gatti, cani e conigli e respirare aria pura, imparando il nome dei vari prodotti che la terra produce, sono tutte abitudini alle quali nessuno, ancora meno i bambini, è praticamente più abituato. Per aiutare, soprattutto i più piccoli, a ritrovare un contatto con la flora e la fauna che non sia soltanto legato a quelle poche aree presenti nel caos cittadino, stanno aumentando in Italia i cosiddetti “agriasili“. L’iniziativa nasce da una collaborazione con Donne Impresa della Coldiretti e, nello specifico, vengono interessati dal progetto spazi agricoli, come ad esempio, gli agriturismi e le ore scolastiche vengono gestite da tali luoghi. Con gli animali, quindi, comincia a crearsi un rapporto speciale, di amore e confidenza e, quando è ora della pausa, si possono gustare pure degli alimenti naturali e biologici.

Sexy toys anche tra le scimmie

Ridimensiona disaimiri, scimmia scoiatolo

L’autorevole rivista Science qualche giorno fa ha pubblica uno studio di William McGrew, un professore di antropologia dell’Universita’ di Cambridge, piuttosto interessante: anche le scimmie utilizzerebbero tra di loro dei sexy toys nel periodo dell’accoppiamento. Nel suo studio McGrew non parla di un particolare Viagra per scimmie, ma solo di innocenti foglie che se strappate a dovere, emettono un suono in grado di attirare le femmine.

Si tratterebbe di una vera e propria sorta di sex toys tutto naturale! La tesi dalla quale parte l’antropologo nel suo studio è molto semplice e accomuna tutti gli esseri viventi, umani e no: i maschi per avere successo, sostanzialmente devono suscitare la curiosità femminile e cercare di farla durare nel tempo.

Per raggiungere questo obiettivo gli scimpanzè strappano delle foglie secche che rompendosi producono un rumore stridente. Lo scimpanzè talvolta è costretto a fare a pezzetti decine di foglie, prima di essere notato. Poi però se la femmina è interessata, la conquista è garantita

Addestrare il cane: il comando “seduto”

cane seduto fotoIl comando “seduto” è probabilmente l’abilità più pratica che potete insegnare al vostro cane. Sia che siate in attesa sul marciapiede di una strada affollata o in una competizione che preveda esercizi di obbedienza, ed in mille altre situazioni della vita quotidiana, questo ordine è fondamentale.

Insegnare al cane a sedersi è un po’ anche una sorta di ponte per tutti gli altri esercizi di base, tra cui: seduto-fermo, vieni, terra. L’addestramento dovrebbe essere divertente e relativamente semplice: utilizzate come rinforzo positivo ricompense in cibo molto ghiotte. Sessioni brevi aiuteranno il cane ad imparare rapidamente, anche se i giovani cuccioli saranno impazienti di allenarsi se la ricompensa è abbastanza allettante.

Il gatto Ragdoll, caratteristiche e comportamento

gatto ragdoll

Il Ragdoll è una razza di gatto nord americana, frutto di un’accurata selezione da parte di Ann Baker, un’allevatrice californiana che incrociò una gatta bianca simile a un Angora e un maschio che si pensa fosse un Burmese; dall’unione nacquero dei cuccioli che avevano la particolarità di avere un carattere molto affettuoso e per niente aggressivo.

Il carattere dei cuccioli, che all’inizio si pensò fosse frutto di un’anomalia del sistema nervoso trasmessagli dalla madre che aveva avuto un incidente durante la gravidanza, piacque così tanto che Ann Baker iniziò un attento programma di selezione basato sul comportamento e non sull’aspetto fisico dell’animale.

La razza Ragdoll fu riconosciuta ufficialmente nel 1965 ma all’inizio fu molto criticata perché si temeva che questa docilità fosse in realtà dovuta ad una malattia del sistema nervoso; in realtà il comportamento di questi gatti è dovuto all’accoppiamento tra due esemplari già molto docili di per sé. A questa nuova razza venne dato il nome di Ragdoll, che significa “bambola di pezza”, proprio per evidenziare la sua docilità.

L’Enpa ricorda di non disturbare i cuccioli della Val Bormida

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Qualche volta si fa del male agli animali volutamente, con violenza e cattiveria, altre volte avviene esattamente il contrario. La dolcezza dei nuovi arrivati e un improvviso slancio d’amore verso creature che sono apparentemente indifese, fa accorrere decine di persone in aiuto di chi, francamente, in quel momento non ne ha alcun bisogno. Come riporta anche il sito Savona news, la Protezione Animali della stessa città invita sia i turisti che i cittadini e lasciar stare i cuccioli che si incontrano appena fuori dai luoghi abitati, in particolare nell’entroterra e nella Val Bormida, anche se sembrano abbandonati. I giovani di capriolo e di lepre, infatti, spesso si trovano adagiati nei boschi o nei prati, in attesa che arrivi la mamma, la quale sta cercando del cibo e l’avvicinarsi di un estraneo, può solo rovinare il perfetto quadretto familiare. Chiunque tocchi il piccolo, infatti, causerà un danno terribile, visto che modificherà il suo odore e quest’ultimo verrà abbandonato.

Gli animalisti denunciano la presenza di troppi cani e gatti nei laboratori

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Gli animalisti lanciano un allarme che si spera non finisca nel dimenticatoio, come più o meno è sempre stato: troppi amici a quattro zampe sono ancora utilizzati per atroci esperimenti, all’interno di laboratori. Una situazione insostenibile che porta a cifre incredibili, considerato che nella sola Europa, ci sono ancora 4.000 gatti e addirittura 21.000 cani che entrano a far parte di sperimentazioni terribili, al limite della  tortura, metodi che tra l’altro potrebbero essere tranquillamente sostituiti con tecniche più dolci. Piano piano però, sembra che qualcosa si stia muovendo in questo senso e per molti di questi esseri viventi, sarà possibile tornare ad una vita normale, seppure con qualche trauma da dimenticare.