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Lupi a San Pietro per essere ricevuti dal Papa

Tre lupi appenninici si aggirano di notte a piazza San Pietro. Sono scesi dai boschi abruzzesi e arrivati direttamente a Roma nel cuore della cristianità per assediare il Vaticano? O forse vogliono solo essere ricevuti dal Papa in quanto fratelli lupi minacciati e uccisi? In realtà si tratta di una provocazione: è uno dei fotomontaggi realizzati dallo staff del parco nazionale della Majella per lanciare la campagna informativa #Salviamofratellolupo dettatata da ragioni forti e urgenti: porre fine alla persecuzione della specie che invece va protetta e salvata.

 

lupi a san pietro

E’ un paradosso, certo, ma se questo animale potesse parlare, si rivolgerebbe proprio a papa Francesco per porre fine alla persecuzione ai danni della sua specie. In un altro fotomontaggio, infatti, il Papa accarezza un ‘fratello lupo’. Sono fotomontaggi ad effetto, ma le motivazioni che hanno spinto ad avviare questa campagna di sensibilizzazione sono forti e urgenti.

 

 

Lupi in piazza san Pietro per essere ricevuti dal Papa

 

Negli ultimi tre anni centinaia di lupi sono stati uccisi dai bracconieri. E recentemente c’è l’ipotesi di riaprire la caccia  in alcune parti d’Italia. Da ultimo, una nuova minaccia incombe sul povero animale: nel ‘piano di conservazione e gestione del lupo in Italia’ all’esame della conferenza Stato-Regioni, c’è l’ipotesi di un abbattimento selettivo nelle zone dove il conflitto con l’uomo è più problematico. Un’ipotesi fortemente contestata da gran parte della comunità scientifica e dalle associazioni ambientaliste.

Il lupo, da sempre è oggetto di persecuzione e, nella mitologia popolare, incarnazione vivente di perfidia e cattiveria. Siamo sicuri che sia proprio così? Tra le tante dicerie su questi animali, le più dannose sono che i lupi siano stati reintrodotti artificialmente in Italia o che attacchino l’uomo o  che, se non cacciati, invaderanno il Paese. Idee che hanno incrementato il bracconaggio, l’avvelenamento e l’uccisione con i lacci di numerosi esemplari ogni anno.

Con la campagna #salviamofratellolupo – spiega Franco Iezzi, presidente del parco nazionale della Majella – vogliamo recuperare l’idea francescana del lupo come parte integrante e indispensabile dell’ecosistema, che per avere giustizia non vede altra strada se non quella di rivolgersi a papa Francesco per porre fine alla persecuzione ai danni della sua specie”.

 

Fonte e foto parcomajella.it

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