Zoo di Pechino: animali nelle gabbie e anche al ristorante

ippopotamo

A Pechino, lo zoo presenta una grande varietà di animali che possono essere guardati giocare o sonnecchiare dietro le sbarre delle loro gabbie e, addirittura, mangiati! Si, perchè alcune specie in particolare come gli ippopotami, i coccodrilli e gli scorpioni sarebbero stati inseriti pure nel menù del ristorante annesso. Il Guardian ha ripreso la notizia pubblicata dal quotidiano cinese Legal Daily, il quale afferma che le organizzazioni ambientaliste sono già in fermento per trovare il modo di bloccare questa pratica così macabra. Intanto sembra che anche i clienti scelgano tali prodotti, visto che continuano a far parte dei piatti del giorno. Tra i più comuni, si possono preferire zuppe di scorpioni, coda di canguro o dita di ippopotamo e tantissime altre specialità, per i più da considerare sconcertanti, ma evidentemente gradite alla gran parte di chi si reca in visita al parco.

L’igiene del furetto

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I furetti sono degli splendidi animali da compagnia, e nonostante in Italia non siano ancora così diffusi, pare che l’uomo abbia iniziato a addomesticarli più di 2000 anni fa; sono animali molto intelligenti, riescono a riconoscere il proprio nome e se abituati fin da piccoli usano la lettiera come i gatti.

Il problema principale di chi possiede un furetto è l’odore che emanano, che non è proprio buonissimo; dopo la sterilizzazione quest’odore tende a diminuire ma non va mai via del tutto a causa delle ghiandole presenti sul corpo. Non pensate di far operare il vostro amico per togliergli queste ghiandole: in primo luogo non otterreste dei risultati significativi, e in secondo luogo non rispettereste la sua natura.

Partendo proprio dal presupposto che l’odore fa parte della natura di questi animali, potete adottare degli accorgimenti per ridurlo; innanzi tutto è fondamentale curare la pulizia e l’igiene dell’ambiente nel quale vivono, e poi potete comprare dei deodoranti da mettere nel cibo che aiutano ad eliminare gli odori dalle feci grazie ad alcuni processi enzimatici.

Tigri, aumenta il pericolo di estinzione

tigriDa anni le associazioni animaliste e i ricercatori, stanno cercando di portare avanti campagne di sensibilizzazione che informino istituzioni e cittadini sul reale rischio di estinzione per le tigri, pericolo che mese dopo mese, si fa sempre più concreto. Nonostante siano delle predatrici come poche e in grado di uccidere anche l’uomo, ultimamente sono diventate delle prede, vittime di bracconieri e dell’inquinamento sempre più presente, anche nei pochi “polmoni verdi” dove continuano a vivere. La caccia senza regole, le ha decimate, anche perchè di questo essere vivente sono molte le parti del corpo utilizzabili e, quindi, intorno c’è un grande commercio. Le zanne, ad esempio, vengono scelte per la produzione di gioielli, le pelli per i tappeti e, ancora, con la tigre vengono prodotti molti filtri  di natura pseudo- terapica, soprattutto dai cinesi.In qualche caso, sarebbero anche in grado di favorire l’amore o il piacere sessuale.

Orso Dino, questa volta in pericolo è proprio lui

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Da predatore a rischio di diventare preda: la vita è così, imprevedibile e, per molte specie, anche piuttosto pericolosa. Ne sa qualcosa l’Orso Dino, ormai braccato da tempo e protagonista, a volte positivo e altre negativo, di quotidiani e social network. La paura degli abitanti dell’altopiano di Asiago, non è solo per i poveri asini che continuano a morire dilaniati dalle sue zanne e dagli artigli appuntiti, ma il timore è che possa rivoltarsi pure contro l’uomo. Del resto è un animale selvatico e si sente anche stretto in una morsa, inseguito da giorni e con un radio collare che si porta dietro pure se funziona male. Di contro, su facebook sono 15mila i fans che hanno realizzato anche delle magliette con il suo nome al fine di difenderlo. Ma tra chi lo credeva già morto e chi poco si fida di un essere che può diventare anche molto feroce, il rischio alla fine sembra che sia più per lo stesso Dino.

Maiali al voto, succede in Gran Bretagna (video)

maialinoLo ammetto, è successo anche a me, più di una volta, di credere che il mio cane avesse poteri soprannaturali ed un’intelligenza al di fuori dalla norma. Dopo aver inizialmente divertito e poi annoiato i miei ospiti con la lista e le dimostrazioni pratiche di tutte le sue abilità straordinarie (guardate, sa aprire la porta, balla il mambo e altre stupidaggini di cui ora mi vergogno…) ho deciso saggiamente di lasciarlo in pace. Senza dubbio, però, continuo a credere che sia davvero intelligente. Ma non so proprio come reagirei se mi arrivasse a casa una lettera che lo invita ad andare a votare.

Va bene che sembra capisca tutto, ma questo sarebbe troppo. Eppure in Gran Bretagna, la proprietaria non di un cane ma di un maialino si è vista recapitare sul serio la sollecitazione alle urne per il suo animale domestico.

In costa Rica, l’unico orfanotrofio per i bradipi

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All’amore per gli animali non esistono confini: razze domestiche, specie ritenute aggressive o piuttosto rare e in via di estinzione. I volontari e gli appassionati che si prendono cura di queste piccole creature, ogni giorno, sono milioni nel mondo, combattendo una dura battaglia al fine anche di scoraggiare gli altrettanti esseri umani che, invece, distratti e insensibili, li maltrattano. In Costa Rica e, precisamente, a Limon, esiste il primo e unico orfanotrofio dedicato al benessere e alla cura dei bradipi. Piccoli solitari, come tutti gli esseri viventi, hanno bisogno della mamma che in qualche caso muore e allora rimangono soli e indifesi. La maggior parte di loro, grandi o cuccioli, finiscono per essere investiti mentre attraversano la strada o, addirittura, fulminati dai cavi della corrente elettrica. Quelli più fortunati, però, vengono salvati e portati al sicuro all’interno di questa struttura che si chiama Aviarios del Caribe.

Il coniglio d’Angora (fotogallery)

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Le origini del coniglio d’Angora sono piuttosto incerte; secondo alcuni è di proviene dalla Turchia, mentre secondo altri sarebbe comparso per la prima volta in Inghilterra; di certo è apparso nel 1723 in Francia per importazione di alcuni commercianti inglesi, dove, a seguito di alcune selezioni, è stata migliorata la qualità del pelo.

Infatti le razze Angora sono caratterizzate dal mantello molto lungo e lanoso che può raggiungere anche gli 8 centimetri, dato che il pelo cresce per tre mesi anziché per uno come i conigli normali. La forma del corpo di questo animale è regolare ma è coperta dalla pelliccia molto folta e distribuita per tutto il corpo; la varietà più pregiata è sicuramente il coniglio d’Angora bianco, ma sono apprezzate tutte le varietà di colore.

L’Orso Dino e la polizia, un inseguimento da film

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Sembra quasi un inseguimento da film quello che da settimane, ormai, coinvolge l’orso Dino e la polizia, con un animale che continua a sfuggire e a seminare il panico tra gli abitanti del vicentino e le specie di cui si ciba e gli agenti che lo cercano disperatamente tra i boschi. Nei giorni scorsi, aveva ucciso uno dei tanti asini che sembrano essere le sue prede preferite, adesso torna e colpisce una cavalla già indebolita da un recente parto. Insomma il plantigrado continua indisturbato ad agire nelle zone dove si trova il bestiame, nonostante i pattugliamenti continui tra la Val Capra e Gavelle, in territorio di Foza.

Pet therapy con i leoni marini per aiutare i bambini autistici

pet therapy con leoni marini

Fino ad oggi gli animali comunemente impiegati per la pet therapy erano quelli domestici, ad eccezione del cavallo che viene usato per l’ippoterapia; adesso, grazie ad un progetto di Idi, istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, e Zoomarine, è iniziato un percorso di Terapia Assistita dagli Animali con leoni marini e foche rivolto a bambini di età compresa tra gli 8 e i 14 anni affetti da autismo.

Si tratta del primo esperimento del genere in Europa, nato dall’incontro delle esperienze in Pet Therapy del gruppo di lavoro guidato da Davide Moscato, professore di Neuropsichiatria infantile dell’Università di Roma, responsabile del Centro Cefalee dell’Ospedale San Carlo-Idi, e del know how ventennale di Zoomarine Portogallo, riconosciuto a livello internazionale per gli alti standard qualitativi nella gestione dei mammiferi marini.

I bambini autistici tendono spesso a chiudersi in se stessi e incontrare animali molto particolari può aiutare ad uscire dall’isolamento; in effetti rapportarsi da vicino con un leone marino o con una foca può avere un impatto molto positivo sul paziente.

Il 45 per cento delle specie sono a rischio, secondo Federparchi

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Continuano quotidianamente le denunce da parte di associazioni animaliste o aziende di spessore legate al settore, riguardo ai reali rischi di scomparsa di moltissimi esemplari presenti oggi, seppure in quantità minime, in natura. Questa volta a parlare è Federparchi, che annuncia che in Italia, calcoli precisi, fanno temere per almeno il 45 per cento delle specie di animali.  Una delle ultime occasioni, nel corso della quale si è avuto modo di parlare del pericolo, è stato il festival di editoria ambientale “Parco Libri”, terminato da poco a Pisa.

Jan Fabre: le sue opere offendono la dignità degli animali

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Il celebre artista belga Jan Fabre, questa volta, sta creando una serie di polemiche intorno alla mostra che terrà nei prossimi giorni a Firenze, che lasciano poco spazio ad ulteriori commenti. Le critiche sono partite dalle associazioni animaliste, per poi allargarsi ai gruppi di facebook e al Consiglio Comunale. Sembra, infatti, che le sue installazioni possano offendere la dignità degli animali, in quanto alcune li ritrarrebbero imbalsamati, riempiti di nastri e orpelli esagerati o, addirittura appesi ai ganci. Tra le creature in questione ci sono cani, gatti, renne, vitelli e cigni. L’artista, inoltre, conferma di aver cercato dei soggetti già morti per poterne realizzare degli scatti molto forti, ma quasi nessuno crede a questa sua confessione, molti pensano che si sia “procurato” da solo i protagonisti da immortalare.

Pericolo estinzione per la foca monaca

focamonaca

Nonostante sia di pochi giorni fa la positiva notizia che la foca monaca sia stata avvistata nella zona delle Isole Egadi, è pur vero che resta praticamente il simbolo del pericolo di estinzione che, del resto, aleggia su molti animali. I cambiamenti alle acque a livello di inquinamento soprattutto, causati dall’uomo, hanno messo in serio pericolo la specie che, comunque, sta timidamente tornando a sguazzare nei mari siciliani dopo 50 anni di latitanza. Probabilmente, come ha ribadito anche il Wwf si tratta di piccole colonie ma, in ogni caso, non è il momento di cantare vittoria e bisogna tenere gli occhi aperti per scongiurare comunque che sparisca per sempre nel giro di pochissimi anni.

Otto tartarughe salvate nello Jonio

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La tartaruga comune, detta anche caretta caretta, vive nella acque del Mar Mediterraneo e, ultimamente, viene continuamente tenuta d’occhio dagli esperti in quanto rischia seriamente l’estinzione. Nei giorni scorsi, ben otto esemplari sono stati aiutati e tratti in salvo da un diportista a cinque miglia al largo di Monasterace. Un intervento importante, anche perchè le abitudini di questa specie non sono ancora del tutto conosciute dagli esperti e, quindi, è davvero indispensabile favorire la loro riproduzione, sia per non perdere una varietà di testuggini tra le più conosciute, ma anche per poterne studiare meglio le caratteristiche e abitudini.

L’intelligenza dei corvi della Nuova Caledonia

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Da tempo serpeggiano più certezze che dubbi nella mente degli esperti, riguardo alla possibilità che i corvi abbiano una intelligenza particolare o, comunque, fuori dal comune rispetto a moltissime altre specie di volatili. Quelli della Nuova Caledonia, in questo senso, sono ancora più misteriosi, tanto da aver dimostrato di essere in grado persino di utilizzare tre diversi utensili, pur di guadagnarsi il tanto sospirato cibo. Esperimento riuscito per gli studiosi e prova supertata, quindi, per questi esseri viventi che continuano ad affascinare per la loro apparente prontezza di riflessi. La ricerca in questione, è stata condotta dall’Università di Auckland in Nuova Zelanda, nell’isola di Nuova Caledonia nel Pacifico.