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Cani, gatti e “botti di Capodanno”

I fuochi d’artificio sono molto belli da vedere se fatti da professionisti ed in aree specifiche. Ma quello che avviene la notte di Capodanno è un qualcosa di diverso e che va oltre tutto ciò, mettendo in pericolo, anche nei giorni successivi, persone adulte, ma soprattutto bambini ed animali. Cani, gatti, ed uccelli spesso rimangono feriti se non uccisi da questi “giochi” fatti da gente non sempre consapevole dei rischi connessi. Anzi, per essere precisi ogni anno almeno 5.000 cani ed altrettanti gatti rimangono in un modo o nell’altro vittime dei “botti di Capodanno“, senza contare le decine di migliaia di uccelli e di altri animali domestici e da lavoro, coinvolti.

E’ per questo motivo che l’AIDAA (Assiciazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) riprende anche in questo scorcio di dicembre una campagna informativa circa i rischi dei “botti” chiedendo che vengano messi fuori legge per Capodanno. I primi risultati, dopo circa tre anni di proteste si sono già avuti nei mesi scorsi, quando sia in Italia che in Europa è stata vietata la vendita di alcuni tipi di razzi e petardi, anche con la condivisione degli operatori del settore, certi della pericolosità degli stessi sia per gli eseri umani che per gli animali. Ma molti sono ancora quelli in commerco (anche illegale) che mettono a repentaglio l’incolumità di tutti.

E allora cosa fare? AIDAA propone un telefono amico (3926552051) attivo dal 22 dicembre e fino al 6 gennaio da contattare in caso di necessità, o come si legge nel comunicato emesso dalla stessa associazione:

“per avere informazioni e consigli su  come comportarsi con fido e micio e con altri animali domestici nella notte di Capodanno, ma anche in linea generale in ogni altra occasione che presenta la presenza di botti o fuochi d’artificio. Poco dopo Natale sarà inoltre reso noto il decalogo aggiornato dei comportamenti da tenere con gli animali di casa la notte di Capodanno”.

Non solo, per dire no ai botti di capodanno, sarà possibile firmare una petizione online sul sito firmiamo.it, che ha già raccolto più di 5.500 adesioni solo in Italia e che si vogliono far diventare 10.000 per il 31 dicembre. Mantenere i propri animali in casa in quelle ore non li preserva totalente dai rischi, ma soprattutto non permette ai randagi si salvarsi. Anche tra le mura domestiche cani, gatti, conigli e criceti, possono spaventarsi col rumore intenso dei “botti”. Per loro non c’è nulla di divertente.

Foto: Thinkstock

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