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Stop alla sperimentazione animale: divieto diventa legge

Stop alla sperimentazione animale divieto diventa legge

Il disegno di legge che vieta l’allevamento in Italia di cani, gatti e primati destinati alla sperimentazione animale è stato definitivamente approvato alla Camera. Il Governo, inoltre, si impegnerà nella ricerca e nello sviluppo di metodi alternativi. La norma, ratificata ieri con il plauso degli animalisti, preoccupa molti scienziati, in primis Garattini.

Secondo la legge, il Governo dovrà anche impegnarsi affinché nei laboratori siano utilizzate l’anestesia e l’analgesia per tutti quei test che possano arrecare dolore all’animale (ad eccezion fatta per esperimenti riguardanti gli analgesici e gli anestetici). Gli animali, inoltre, non potranno più essere soggetti a esperimenti bellici, per gli xenotrapianti e per le ricerche su sostanze d’abuso, negli ambiti sperimentali e di esercitazioni didattiche (tranne che per l’alta formazione dei medici e dei veterinari).

Gli attivisti della Lav si dichiarano soddisfatti:

La norma restringi-vivisezione rappresenta la base per una legge realmente migliorativa per i quasi 900mila animali utilizzati ogni anno in Italia e un futuro concreto per i metodi sostitutivi e la ricerca innovativa nel nostro Paese.

Di parere contrario Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Mario Negri:

Il provvedimento renderà impossibile fare ricerca biomedica. Abbiamo recepito da ultimi una direttiva europea riuscendo a peggiorarla, a compiere un’infrazione e a creare un danno alla ricerca italiana. Vietando gli eterotrapianti non potremo più sperimentare tumori sui topi, trasferire elementi di maiale, non potremo più condurre studi sulle droghe e saremo impediti anche nell’uso o meno dell’anestesia: una vera stupidaggine.

Eppure, molti studiosi sostengono che la sperimentazione animale non sia attendibile e per svariati motivi. Prima di tutto perché la biologia di un topo o un cane o di un qualunque altro animale è profondamente diversa da quella di un uomo, così come sono differenti nelle varie specie non soltanto le manifestazioni patologiche, ma anche le risposte fisiologiche. E del resto qualcuno dovrà pure spiegarmelo perché più del 90% dei farmaci testati sugli animali non supera nemmeno le prove cliniche sull’uomo…

Photo Credit| Thinkstock

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