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In Salento, Pittbull ucciso e poi bruciato

Prima ancora di leggere la storia del povero Pittbull ucciso e poi dato alle fiamme, mi è bastato vedere questa foto per provare in una volta sola rabbia verso il genere umano, tanto buono quanto capace delle crudeltà più inaudite, e dolore immenso per questa creatura innocente.

Il cane è stato ritrovato abbandonato sul ciglio della strada come un rifiuto. Chi si è imbattuto in questa visione orribile non ha potuto fare a meno di raccontare il suo sconcerto sulle pagine di Facebook:

Non ho parole per esprimere tutto ciò che ho provato e continuo a provare in questo momento. Sconcerto, orrore, rabbia, tristezza, odio, odio e ancora odio verso il genere umano, verso colui o coloro che non hanno un cuore, un’anima, che si sentono forti, potenti sui più deboli e soprattuto sui poveri animali. Maledico te che hai fatto tutto questo, ti maledico e ti auguro di bruciare vivo all’inferno, di provare le sofferenze atroci che hai inflitto a questa povera creatura.

Come ricorda la ragazza, che fa parte dell’Arca di Pimpy, un’associazione che si occupa della tutela degli animali, il Salento non è soltanto mare pulito, coste meravigliose, pizzica e vacanze, ma come molte località del sud nasconde storie di maltrattamento e abbandono, di combattimenti clandestini e canili lager. Il cane, a cui la ragazza ha voluto dare il nome di Vita, come quella che così brutalmente le hanno tolto, sembra essere stato sbranato durante un combattimento e sparato alla guancia.

Come se questo non fosse già abbastanza, le hanno spezzato le zampe, come si può vedere dall’osso completamente rotto, e poi le hanno dato fuoco. L’appello della volontaria di far girare le immagini di questo povero Pittbull, affinché la gente sappia e il mondo dei combattimenti tra cani cessi di esistere, non poteva non essere ascoltato.

Non possiamo chiudere gli occhi e voltarci dall’altra parte fingendo che nulla sia successo, anche se è difficile. Denunciare i casi di maltrattamento è nostro dovere, sempre e comunque.

Photo Credit|Lucia Cavallo

2 commenti su “In Salento, Pittbull ucciso e poi bruciato”

  1. Sei anni fa ho preso con me una gattina abbandonata. Amo gli animali e sono contro ogni forma di maltrattamento. Abito a Napoli. Al Sud ci sarà chi maltratta gli animali, come nel resto dell’Italia, ma molti altri li amano, li curano e soffrono per loro. Leggo con rammarico come una brutta notizia debba essere strumentalizzata per non perdere l’occasione di mettere in risalto solo le cose peggiori di un Sud sempre più abbandonato ed offeso. Sarebbe auspicabile che tutti noi ITALIANI concentrassimo le energie per combattere chi maltratta, abbandona, uccide i nostri amici.
    Firmato: una NAPOLETANA CHE AMA GLI ANIMALI

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  2. Ciao Carla, concordo con il tuo pensiero. Io abito nel Salento, dov’è successo il fatto. Posso dire che non è diverso dal resto d’Italia, anzi, se guardiamo le statistiche sono altrove i maggiori casi di soppressione di animali da compagnia, ma non voglio nemmeno nominare le regioni in cui ciò avviene perchè credo che siano i singoli individui a fare la differenza e non il luogo. E’ bene però che fatti del genere si facciano sapere, anche eventualmente per rintracciare chi ha fatto un’orrore del genere o per far stare più attento chi, come me, ama gli animali.

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