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Pesce pagliaccio: a rischio per l’inquinamento

Il pesce pagliaccio è a rischio di estinzione ed il pericolo viene dal continuo aumento dei livelli di CO2 nell’atmosfera. Questo provocherebbe alla lunga un’eccessiva acidificazione dell’acqua capace in pochi giorni di rendere sordi questi splendidi pesciolini e quindi incapaci di sfuggire ai predatori. Per provare tutto ciò un gruppo di studiosi dell’Università di Bristol (Regno Unito) ha eseguito il seguente test: alcuni pesci pagliaccio sono stati messi in una vasca con l’acqua caratterizzata dai livelli di acidità attuali (390 ppm), altri sono stati inseriti  in un acquario con l’acidità prevista per il 2050 ed altri ancora in presenza dei livelli ipotizzati per il 2100. Dopo 20 giorni, sollecitati da suoni che riproducevano la presenza dei loro predatori, solo i pesci della prima vasca se ne tenevano lontani, gli altri nuotavano indifferentemente in tutto lo spazio a disposizione.

E’ chiaro che la mancanza di percezione del rischio, renderebbe questa specie soggetta all’estinzione in breve tempo. I dati di questo studio Ocean acidification erodes crucial auditory behaviour in a marine fish sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Biology Letters. Un motivo in più per effettuare un inversione di tendenza nei confronti dell’inquinamento ambientale. Basta poi pensare che stiamo parlando di mari preziosi e bellissimi: il pesce pagliaccio vive infatti principalmente nelle barriere coralline dell’Oceano Indiano Orientale, del Mar Cinese e del Pacifico occidentale. Oltre all’intenso colore arancio rosso interrotto da strisce bianche e nere, questo pesce ha un’altra caratteristica importante: vive in una sorta di simbiosi con gli anemoni, letali per altri pesci, innocui per lui. Anzi, solitamente i piccoli pesci pagliaccio, che possono arrivare ad un massimo di 9 cm a seconda delle specie,  vivono in gruppi ristretti, in prossimità di anemoni vicini tra loro. Da qui raramente si allontanano, proprio al contrario di ciò che racconta il cartone animato “Alla Ricerca di Nemo”, perché in questo ambiente sono protetti dai predatori e trovano comunque il loro principale sostentamento ovvero le alghe ed il plancton.  Sapete cosa vi dico? Mi vado a riguardare il delizioso cartoons!

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