WWF, Giornata mondiale della tigre, ma al mondo meno di 4000 

tigre, storie bestiali 2014

Si celebra lunedì 29 luglio la Giornata mondiale della tigre, la specie simbolo che continua a essere seriamente minacciata: a lanciare l’allarme è il WWF che ricorda come ad oggi, restino nel pianeta meno di 4000 tigri, solo 3.890.  All’inizio del secolo scorso erano circa 100mila le tigri ancora libere in natura.

tigri, wwf

Il loro futuro però adesso continua ad essere incerto, minacciato continuamente dal bracconaggio, ma anche dalla distruzione delle foreste, dal commercio illegale delle loro pelli o di altre parti del corpo. La popolazione delle tigri è calata di circa il 97% rispetto a un secolo fa e il WWF spera di riaccendere l’attenzione sull’estinzione di questi magnifici animali, con la giornata del 29 luglio. 

Giornata mondiale della fauna selvatica, i grandi felini rischiano l’estinzione

wwf felini

È dedicata ai grandi felini la Giornata Mondiale della fauna selvatica del 3 marzo 2018 per ricordare quando la loro sopravvivenza sia a rischio.

Leoni, puma, leopardi, tigri, ghepardi e tutti gli altri grandi felini sono fortemente minacciati dalla presenza dell’uomo e dalle sue attività di bracconaggio, ma anche dal traffico illegale, dalla distruzione degli habitat e dal cambiamento climatico in atto  rischiano di farli scomparire definitivamente.

wwf felini

Il WWF ricorda che l’attacco dell’uomo ai grandi felini si manifesta in modo molto diverso da un luogo all’altro, ma con gli stessi effetti. 

Giornata Mondiale dell’Orso polare, allarme estinzione per il WWF

Si celebra oggi, il 27 febbraio, la Giornata Mondiale dell’Orso polare anche se con il 2018 si rinnova l’allarme lanciato da tempo: il WWF ricorda che entro i prossimi 35 anni rischiamo di perdere il 30% della popolazione di orso polare che è stata stimata nei loro habitat naturali, i poli.

WWF ORSO POLARE

A causa del riscaldamento globale, l’habitat dell’orso polare si riduce sempre più drasticamente e velocemente: le ultime misurazioni di gennaio confermano che l’estensione dei ghiacci artici era del 10% al di sotto della superficie rilevata in passato con almeno 1,36 milioni di chilometri quadrati al di sotto della media delle rilevazioni relative al 1981-2010, mese di febbraio si sta concludendo con un ulteriore flessione rispetto alla media.

Raro gatto dai piedi neri nato con la fecondazione assistita, il video

raro gatto piedi neri estinzione fecondazione assistita

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Si chiama Crystal ed è una micina davvero molto speciale. Si tratta, infatti, di un gatto dai piedi neri (Felis nigripes), razza felina particolarmente rara e tra le più piccole al mondo, diffusa solo a Botswana, Namibia e Sudafrica. Crystal è nata da un embrione fecondato in laboratorio, congelato e in seguito impiantato ad una gatta domestica. I prodigi della scienza…

Tartarughe a rischio estinzione?

Grandi, piccole, domestiche e selvatiche: le tartarughe sono note per la proverbiale lentezza ma da sempre affascinano chiunque rimanga a guardarle e in pochi riescono a resistere al desiderio di toccarne almeno il duro guscio. A questo punto la loro testolina tende a rinchiudersi in segno istintivo di protezione e allora è chiaro che questo timido essere vivente soltanto dopo aver acquistato fiducia in un essere umano sarà in grado davvero di lasciarsi accarezzare. Tuttavia la loro sopravvivenza potrebbe essere messa a rischio dal surriscaldamento climatico.Lo conferma un recente studio portato avanti negli ultimi tempi dai ricercatori dell’University of Queensland di Brisbane (Australia) e i cui risultati sono stati resi noti nel corso della conferenza annuale della Society for Experimental Biology, tenutasi a Glasgow (Scozia).

Rischiano di estinguersi anche le tartarughe d’acqua dolce

Non sono soltanto i cambiamenti climatici e il conseguente aumento delle catastrofi naturali a far preoccupare gli esperti: sono, infatti, sempre di più le creature viventi che rischiano l’estinzione se non si riuscirà ad intervenire in tempo. L’allarme è lanciato continuamente dagli esperti, eppure sembra che non ci siano grossi miglioramenti all’orizzonte e, adesso, anche le tartarughe d’acqua dolce potrebbero scomparire per sempre a breve termine. L’allarme è stato lanciato da poco da Conservation International e sarebbe legato, in particolare, ad alcune specie che devono tenere conto di molti fattori per poter sopravvivere.

Diminuiscono gli abbandoni di cani e gatti, ma l’incuria dell’uomo potrebbe causare l’estinzione dei pinguini

Si vedono camminare goffi e simpatici tra i ghiacci all’interno dei documentari trasmessi in tv, visto che non sono moltissimi poi coloro che hanno la fortuna di vederli di presenza; eppure i pinguini, che sembrano sempre tantissimi, sarebbero in via di estinzione. L’uomo, infatti, che di anno in anno piano piano impara a rispettare gli amici a quattro zampe come cani e gatti, si dimentica che a causa della sua incuria e del suo egoismo, può fare seriamente male ad altre creature indifese. Non importa quanto vivano lontane, ma condividono lo stesso mondo ed hanno diritto di vivere in un ecosistema equilibrato e non carico di polveri ed inquinamento. In realtà, sono vari i motivi che potrebbero causare la loro scomparsa, quasi tutti legati alla cattiva conservazione dell’ambiente. L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi da un gruppo di ricercatori che sono giunti a Boston in occasione della Internazional Penguin Conference. A tal proposito. è stato confermato che almeno dieci specie su diciotto, dovrebbero essere tenute strettamente sotto controllo.

Uomini e animali potrebbero estinguersi entro cento anni

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Non è la prima volta che scatta l’allarme su una possibile estinzione del genere umano e animale e, altrettante volte, per fortuna, tali dichiarazioni sono stata ampiamente confutate. Questa volta però a parlare è uno dei massimi esperti nello studio delle specie e le sue parole risuonano come un annuncio terribile, ma certamente non senza alcuna base scientifica. L’intervista al quotidiano “The Australian” del ricercatore Frank Fenner, è stata chiara e in un secolo, non di più, il genere umano sarebbe destinato a scomparire e così anche tutte le principali specie. Il primo pensiero è quello che tanto ancora c’è tempo e le generazioni saranno tutte cambiate, ma certo gli uomini avrebbero forse potuto porre rimedio quando ancora era possibile e pensare a coloro che ancora dovevano nascere e ancor di più alla fauna che sarà, eventualmente, costretta a subire una sorte, per la quale non ha alcuna colpa.

Orso bianco: diminuiscono gli esemplari

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Sono i continui cambiamenti climatici che stanno velocizzando il processo di estinzione dell’orso bianco e, gran parte della colpa, ancora una volta, è da attribuire all’uomo. Un nuovissima ricerca portata avanti proprio per capire come è possibile scongiurare una drammatica scomparsa di questa specie, per la prima volta ha mostrato le modalità con le quali il riscaldamento globale, causerà una mancata riproduzione e, quindi, pregiudicherà la sopravvivenza degli esemplari. Un numero troppo basso di gravidanze e un indebolimento generale, porteranno a conseguenti morti per il digiuno delle lunghe stagioni non ghiacciate, senza la possibilità che le nuove generazioni moltiplichino il numero dei restanti orsi polari. Ad un certo punto, magari quando gli studiosi avranno abbassato la guardia, si raggiungerà il cosiddetto “punto di non ritorno” e, allora, non ci sarà più nulla da fare.

Tigri, aumenta il pericolo di estinzione

tigriDa anni le associazioni animaliste e i ricercatori, stanno cercando di portare avanti campagne di sensibilizzazione che informino istituzioni e cittadini sul reale rischio di estinzione per le tigri, pericolo che mese dopo mese, si fa sempre più concreto. Nonostante siano delle predatrici come poche e in grado di uccidere anche l’uomo, ultimamente sono diventate delle prede, vittime di bracconieri e dell’inquinamento sempre più presente, anche nei pochi “polmoni verdi” dove continuano a vivere. La caccia senza regole, le ha decimate, anche perchè di questo essere vivente sono molte le parti del corpo utilizzabili e, quindi, intorno c’è un grande commercio. Le zanne, ad esempio, vengono scelte per la produzione di gioielli, le pelli per i tappeti e, ancora, con la tigre vengono prodotti molti filtri  di natura pseudo- terapica, soprattutto dai cinesi.In qualche caso, sarebbero anche in grado di favorire l’amore o il piacere sessuale.

Pericolo estinzione per la foca monaca

focamonaca

Nonostante sia di pochi giorni fa la positiva notizia che la foca monaca sia stata avvistata nella zona delle Isole Egadi, è pur vero che resta praticamente il simbolo del pericolo di estinzione che, del resto, aleggia su molti animali. I cambiamenti alle acque a livello di inquinamento soprattutto, causati dall’uomo, hanno messo in serio pericolo la specie che, comunque, sta timidamente tornando a sguazzare nei mari siciliani dopo 50 anni di latitanza. Probabilmente, come ha ribadito anche il Wwf si tratta di piccole colonie ma, in ogni caso, non è il momento di cantare vittoria e bisogna tenere gli occhi aperti per scongiurare comunque che sparisca per sempre nel giro di pochissimi anni.

In 25 anni, dimezzate 33 specie di uccelli degli ambienti agricoli

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In un mondo dichiarato “malato” dagli esperti ormai da molti anni, non è solo l’aria ad essere inquinata o i mari ad essere carichi di liquami; anche la fauna sta vivendo un periodo di crisi senza precedenti. La biodiversità continua a superare stagioni altamente negative e, attualmente, l’attenzione è tutta puntata sulle specie a rischio di estinzione in particolare degli uccelli, ma non solo. Si calcola infatti, che lo Stivale sia il Paese Europeo con il maggior numero di specie di animali e, quindi, quello dove si nota più facilmente la diminuzione di un gruppo piuttosto che un altro. Ritornando ai volatili, i dati forniti dagli studiosi parlano di almeno 33 varietà tipiche degli ambienti agricoli, dimezzate in meno di un quarto di secolo.Il rischio maggiore, in questo senso, lo corrono l’Allodola, il Balestruccio e la Rondine, secondo quanto riportato sul secondo Annuario per il 2009 dell’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale, Ispra.