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Linfoma nel gatto sintomi, terapia

Il linfoma o linfosarcoma nel gatto è un tumore comune. Ha origine dai linfociti, cellule del sistema immunitario (globuli bianchi) che si trovano in tutto il corpo. Per tale motivo il linfoma nel gatto può svilipparsi in vari organi con sintomi e prognosi diverse, e richiedere una terapia a seconda dei casi. Può riguardare i linfociti T o quelli B e svilupparsi nel midollo osseo, nei linfonodi o negli organi viscerali. Rappresenta il 33% di tutti i tumori nei gatti ed è la causa più frequente di ipercalcemia (un campanello d’allarme da non trascurare). Ecco i sintomi e le terapie in caso di linfoma nel gatto.

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Linfoma nel gatto: sintomi e tipologie

I gatti difficilmente lasciano trapelare sensazioni di malessere, ma un “genitore” attento può rendersi egualmente conto di qualcosa che non va. I sintomi del linfoma nel gatto non sono specifici di questa malattia e tra l’altro sono anche molto diversi a seconda del tipo di cellule e di organo colpito. Per cominciare, esistono due tipi di linfocito, le cellule B e T. Questo tumore può comportare la proliferazione neoplastica di cellule T, B o non-B / non-T, originando forme di tumore diverse tra loro anche per aggressività. Ecco inoltre i di seguito i sintomi a seconda dell’organo colpito:

  • Linfoma del mediastino: difficoltà di respirazione, tosse, perdita di appetito, perdita di peso
  • Linfoma gastrointestinale: anoressia, letargia, vomito, diarrea/stitichezza, feci scure e con sangue
  • Linfoma multicentrico (ai linfonodi) : gonfiore ai linfonodi, inappetenza, perdita di peso, depressione
  • Linfoma renale: anoressia, vomito, letargia, aumento della minzione e la sete ( poliuria e polidipsia )

 

Può inoltre svilupparsi in forma “solitaria”, ovvero in qualunque altro punto del corpo del gatto, siluppando sintomi diversi  a seconda del caso.

 

Linfoma nel gatto cause e leucemia felina

Non si conosce con precisione la causa scatenante di questo o altri tumori nel gatto, ma è certa la sua correlazione al virus della Leucemia Felina ( FeLV ) e a quello dell’immunodeficienza felina (FIV ). Ciò significa che i gatti infettati da questi virus hanno un rischio più alto di incappare in un linfoma.

 

Come si fa la diagnosi di linfoma nel gatto?

Occorre chiaramente portare il gatto da un veterinario. In base ai sintomi, alla storia clinica del micio, alla visita e a test di routine (emocromo completo, profilo biochimico e analisi delle urine) possono dare già un’idea del problema facendo escludere ad esempio la presenza di patologie con sintomi simili, o suggerendo direttamente un problema ai linfociti: ad esempio segnalando linfoblastosi,  creatinina, o urea, azotemia, alti, come pure ipercalcemia. Potranno essere utili immagini ai Raggi X e per la conferma definitiva di linfoma nel gatto, una biopsia del midollo osseo.

 

Quale terapia per il linfoma nel gatto?

Non esiste un protocollo unico per la cura dei linfomi nel gatto. E’ fondamentale far riferimento ad un oncologo veterinario che stabilisca l’iter più adeguato che dipenderà da diversi fattori quali lo stadio del linfoma (precoce o avanzato), l’età del gatto ed il suo stato di salute generale, il tipo di linfoma. Di solito il linfoma felino è trattato con la chemioterapia, con una combinazione di farmaci, per alcune settimane (clorambucile, doxorubicina, ciclofosfamide, vincristina, L-Asparaginasi e prednisolone); in genere i mici tollerano abbastanza bene la chemio. La chirurgia, impraticabile in caso di linfoma al mediastino, può invece essere utile per la rimozione di masse a livello intestinale o nel linfoma nasale. La radioterapia è anche utilizzabile.

Lo scopo di tutti questi trattamenti è quello di migliorare la qualità della vita dei gatti oltre che la guarigione.

 

Prognosi: il gatto può guarire dal linfoma?

I tassi di remissione e di sopravvivenza dei gatti con linfoma variano a seconda di vari fattori (così come per l’essere umano): lo stato generale di salute, compresa la presenza e lo stadio della Felv, la posizione del tumore, il tipo B o T, eccetera. Per citare statistiche (che vanno prese come tali) circa il 55-70% dei gatti trattati può avere una una remissione completa (guarigione) nell’arco di 20-30 mesi. I gatti mici FeLV o FIV positivi hanno un tasso di sopravvivenza molto più basso.

 

 

 

 

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Fonte: PetEducation.com

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