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Green Hill viola le leggi sul benessere dei cani: la conferma dell’Oipa

E’ pazzesco quanto sia intricata e complessa la vicenda di Green Hill, la fabbrica di Beagles destinati alla vivisezione e alle sperimentazioni. E’ un lager e più volte sono state riscontrate delle violazioni alle comuni norme circa il benesere degli animali, eppure la struttura non è ancora stata obbligata alla chiusura. L’ultimo capitolo è quello di ieri ed arriva dall‘OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) ONG affiliata al Dipartimento della Pubblica Informazione dell’ONU, nonché associazione riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente.

Il nucleo di guardie zoofile OIPA di Brescia ha infatti depositato alla Procura della Repubblica locale un documento particolare che integra le motivazioni circa l’istanza di chiusura di Green Hill, presentata a fine ottobre al sindaco di Montichiari oltre che al ministero della Salute. Il tutto si è basato sull’ultimo controllo con perquisizione effettuato dalle stesse guardie zoofile dell’OIPA, lo scorso 30 settembre ed è incredibie come, nonostante il canile fosse già da tempo sotto l’occhio del ciclone degli ambientalisti e dei media, quali infrazioni siano state riscontrate.

Ad esempio manca un registro di carico e scarico degli esemplari, voluto dalla normativa specifica commerciale e sanitaria (e comune ad ogni azienda di qualunque tipo): cosa pericolosa perché non permette di chiarire effettivamente quanti animali passano, nascono, muoiono o vengono venduti. In più per segnalare l’uscita, la vendita di un cane vengono utilizzate liste generiche (vidimate “erroneamente” dalla Asl al posto del Sindaco di Montichiari). La motivazione di tale mancanza è stata giustificata durante i controlli con la registrazione di tutti gli esemplari all’anagrafe canina regionale. Purtroppo però con le verifiche effettuate proprio presso l‘anagrafe canina in questione, i conti non sono tornati: secondo la registrazione presso Green Hill dovevano essere presenti 2.030 cani vivi, ve ne erano 454 in più: non registrati o segnalati in alcuna lista, inesistenti sulla carta, dal punto di vista legislativo, ma concretamente presenti nel canile lager.

Perché questa cosa è particolarmente pericolosa? Ci vuole poco a capirlo, non solo perché le torture saranno riservate a più animali di quanto non si affermi, ma perché significa che questi cuccioli potrebbero essere sfruttati per degli esperimenti non contemplati dalle leggi internazionali, non rispettosi dei protocolli, andando a configurare un’ipotesi di reato penale: maltrattamento ed uccisione degli animali. In questi giorni anche il Parlamento europeo discuterà la questione di Green Hill, perché il problema non riguarda solo l’Italia dove l’azienda ha sede, ma anche altri luoghi dove le sperimentazioni vengono effettuate e dove esistono altre strutture come questa. L’Oipa nel frattempo ha presentato un’ istanza urgente anche alla Direzione Generale del Farmaco Veterinario del Ministero della Sanità affinché venga verificato l’operato della Asl locale.

Fonte: OIPA

Foto: Thinkstock

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