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Il comportamento del cane: intervista ad un educatore cinofilo

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Proponiamo ai lettori di Tutto Zampe una speciale intervista a Giovanni Padrone, educatore cinofilo ed esperto comportamentalista, che si occupa di cani con problemi comportamentali. L’intervista sarà proposta in due puntate.

Grazie Giovanni in primo luogo per aver accettato questa intervista e per averci dedicato parte del tuo tempo per far conoscere ai lettori in cosa consiste la tua attività. Cosa significa essere un educatore cinofilo? In cosa consiste il tuo lavoro e come hai iniziato?

Per quanto mi riguarda, il lavoro di educatore cinofilo è volto a rettificare quei comportamenti che portano il cane all’esacerbazione o alla depressione. Inoltre, insegno ai proprietari il modo di relazionarsi e di comunicare coi propri cani. Il mio inizio nel mondo della cinofilia è avvenuto attraverso un corso da istruttore cinofilo, per il quale però notai di non essere interessato particolarmente, perché riguardava solo l’aspetto addestrativo dei cani e non ciò che più mi interessava, cioè capire come i cani comunicano tra loro attraverso il linguaggio posturale, feromonale e orale. Perciò, in parallelo al corso, iniziai a studiare testi di psicologia ed etologia canina. Il caso ha voluto che il veterinario dei miei cani è anche un comportamentalista (riconosciuto F.N.O.V.I.) ed all’epoca cercava un collaboratore che svolgesse la parte pratica delle terapie comportamentali che egli prescriveva. Iniziò così la nostra cooperazione (che continua tuttora) con i primi più semplici casi. Col passare del tempo e l’aumento della mia esperienza iniziai a trattare casi più difficili, collaborando anche col canile della mia città, acquisendo una autonomia che ora mi permette di svolgere il mio servizio anche quando non richiesto direttamente dal comportamentalista, col quale vi è comunque uno scambio di opinioni ogni qualvolta i fatti lo rendono necessario.

In cosa consistono nello specifico i problemi comportamentali manifestati dal cane?

Il cane ha un determinato modo di comportarsi per relazionarsi con l’ambiente, con i propri simili (conspecifici), con altre specie animali domestiche e col suo partner sociale naturale, cioè noi umani (eterospecifici). Tutto ciò che avviene al di sopra o al di sotto di questo standard è da considerarsi un problema comportamentale. In effetti, i cosiddetti problemi di gestione non consistono in veri e propri problemi di comportamento, semmai di questioni educative. Le patologie del comportamento spaziano da comportamenti esacerbati (come in varie forme di aggressività, le sociopatie, la sindrome IS/IA) a comportamenti inibiti (come nelle sindromi ansioso/depressive, ad esempio la nota ansia da separazione (peraltro non così diffusa come si crede), la sindrome da canile, la depressione acuta e cronica).

Come si manifestano tali patologie? E soprattutto come possono essere riconosciute dal padrone?

Trattandosi di alcune decine di problemi, non vi è un modus operandi univoco per il quale si può stabilire il modo in cui si presentano genericamente gli stessi. Possiamo dire che tendenzialmente per quanto riguarda i problemi che portano all’esacerbazione (cioè all’esagerazione) dei comportamenti ci si può accorgere che qualcosa non va per la presenza di improvvisa aggressività, iperattività, esagerazione dei rituali di accoglienza, stereotipie, distruzione di oggetti in casa, abbai eccessivi. Per quanto riguarda l’aspetto ansioso/depressivo, invece il cane tende a cercare di evitare gli stimoli che lo disturbano, spesso cerca di scappare o di nascondersi (se in casa), diminuisce i comportamenti di esplorazione ambientale, spesso l’abbaio è sostituito da guaiti ed ululati prolungati, il cane effettua minzioni e/o defecazioni emotive, vomita, respira affannosamente (come se avesse corso per km). Alcuni problemi possono presentare sia comportamenti esacerbati sia comportamenti inibiti. Solitamente chi si presenta dal veterinario comportamentalista (ed in seguito a me) è già stato testimone di alcuni di questi eventi.

Che metodo di lavoro segue in qualità di comportamentali sta?

Il metodo di lavoro da me utilizzato si basa sugli stessi principi che sono alla base dell’approccio etopsicocinologico da me codificato. Dunque, non uso alcun metodo coercitivo, le tecniche usate sono nel pieno rispetto dell’etologia, dell’ecologia e della psicologia del cane. A livello di rettificazione dei comportamenti vengono impiegati quegli esercizi che si rifanno alla psicologia di tipo cognitivista e sistemico. Laddove richiesto utilizzo il metodo di apprendimento gentile classico o operante (clicker training) o tecniche tipicamente behaviouriste (come nel caso di riduzione dei comportamenti fobici).

7 commenti su “Il comportamento del cane: intervista ad un educatore cinofilo”

  1. Pingback: Posts about Amici Bau issue #1
    • dipende dal centro cui ci si rivolge, i prezzi variano anche a seconda del tipo di addestramento da svolgere!

  2. Salve qualche mese fa ho salvato per le strade del mio paese un husky siberian e sin dal primo giorno mi ringhiava e col guinzaglio non camminava, ora comincia a camminare ma quando mi scappa e cerco di fermarlo o di prenderlo mi ringhia con altri cani non socializza ringhia sempre.penso che abbia 3-4…aspetto notizie grazie

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