Home » News » Monza: aperto il primo centro di recupero per animali da laboratorio

Monza: aperto il primo centro di recupero per animali da laboratorio

Nasce a Monza il primo centro nazionale di recupero per piccoli animali da laboratorio: la struttura, che è stata inaugurata lo scorso 29 gennaio, si trova nel Parco di Monza, all’interno del Cortile degli Stalloni di Villa Mirabello. La struttura, che si sviluppa su di una superficie di circa cento metri quadri, accoglie centinaia di cavie come ad esempio porcellini d’India, ratti e conigli e tanti altri ancora, che precedentemente si trovavano all’interno di laboratori e centri di ricerca di case farmaceutiche, università e centri privati, e fortunatamente ceduti.

Gli animali ospitati vengono sottoposti a una terapia di recupero prima di essere dichiarati adottabili. La Società Italiana Veterinari Animali da Laboratorio (SIVAL)si è dichiarata molto favorevole al centro ed ha dichiarato che:

L’iniziativa di Monza, prima in Italia, si pone all’avanguardia in materia di reinserimento degli animali da laboratorio, un tema estremamente importante ripreso dall’art 29 della nuova Direttiva Europea 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici e già preso in considerazione e valutato con attenzione da SIVAL nel 2005 in occasione deilavori del Comitato di Revisione 116.

Il percorso di recupero, riabilitazione e reinserimento è seguito da volontari con passione, notevole impiego di risorse ed il supporto scientifico e professionale di medici veterinari. La possibilita’ di garantire al singolo animale un futuro reinserimento a fine ricerca, se nella assoluta tutela del suo benessere, dovra’ essere uno dei principi inderogabili da considerare per la futura legislazione nazionale in materia.

Si tratta veramente di una bella iniziativa a cui, si spera, ne possano seguire tante altre in favore delle piccole cavie, che molte spesso non vengono sufficientemente tutelate o che comunque vengono ritenuti, da molti animali di serie B. Fonte www.AnmviOggi.it

Lascia un commento