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Cani randagi in Puglia, l’appello al governatore della regione Vendola

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La situazione dei cani randagi in Puglia, tra maltrattamenti e inadeguatezza dei rifugi, è preoccupante. A denunciarlo è l’Eurodeputato IdV Zanoni, che, in seguito alle segnalazioni di cittadini e associazioni animaliste, ha deciso di rivolgere un appello al governatore della Regione Nichi Vendola per caldeggiare una soluzione definitiva.

L’Eurodeputato, infatti, ha ricevuto segnalazioni che parlano di animali denutriti, spesso maltrattati, feriti, e a volte addirittura lasciati morire nell’indifferenza generale. Le condizioni in cui versano i rifugi non sono da meno, purtroppo, dove i cani vivono spesso in condizioni di eccessivo sovraffollamento, soffrendo di denutrizione, mancanza di cure veterinarie e dei requisiti igienici di base.

Il randagismo, come ci insegna anche il caso del massacro dei cani in Ucraina, anche se per scopi diversi e alquanto discutibili, diventa un problema serio quando non viene affrontato nel modo giusto. Come suggerisce anche Zanoni, solo con una campagna di sterilizzazione capillare e metodica è possibile limitare l’aumento della comunità canina e al contempo tutelare i nostri amici a 4 zampe da violenze gratuite e maltrattamenti di cui troppo spesso sono oggi vittime.

E’ necessario, dunque, predisporre azioni concrete, che portino ad una soluzione definitiva. Quello che Zanoni chiede a Vendola è un’indagine approfondita su quanto riferiscono cittadini e associazioni. Ha concluso l’appello al governatore della regione Puglia scrivendo:

Mi auguro che anche per lei, come per me, sia importante e urgente risolvere in modo efficace e decisivo il grave problema della gestione dei randagi in Puglia. Problema che non può e non deve essere demandato alle sole forze di volontari appassionati e motivati, ma necessita di un ulteriore sforzo da parte delle autorità competenti.

Il fenomeno del randagismo, tuttavia, non è un problema che riguarda esclusivamente la Puglia, e a distanza di oltre 20 anni dalla Legge 281/91 (in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo) in Italia la situazione è tutt’altro che risolta, i dati, infatti, sono ancora allarmanti.

Via|Andrea Zanoni

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