Home » Cani » Canili e rifugi a rischio chiusura, la denuncia di Aidaa

Canili e rifugi a rischio chiusura, la denuncia di Aidaa

Canili rifugi rischio chiusura denuncia Aidaa

400 canili e rifugi per animali sono sull’orlo del collasso a causa del mancato pagamento delle rette da parte di Comuni e Regioni. La domanda ora è: che ne sarà di quei 40 mila cani che si troveranno a pagare lo scotto di non “appartenere” a nessuno? A lanciare l’allarme è Aidaa l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente.

Moltissime strutture pubbliche o gestite da associazioni sono purtroppo a rischio di chiusura a causa di un debito di proporzioni considerevoli, che secondo Aidaa ammonterebbe a 400 milioni di euro. Le drammatiche condizioni in cui versano i canili e i rifugi italiani era già stata denunciata alla fine del 2012, quando ad essere sull’orlo del collasso erano “soltanto” 200… chi ne pagherà le conseguenze, ancora una volta, saranno gli amici a 4 zampe, che si troveranno senza una casa. Di quei 40 mila cani, su 150 che vivono nei canili, solo 28mila sono nel Sud.

Secondo una stima fatta da Aidaa su mille comuni solamente 35 pagherebbero le rette nei tempi prestabiliti e tutti, com’era facile da immaginare, nel Nord Italia. 300 comuni, invece, effettuerebbero i pagamenti entro 18 mesi e oltre 600 sarebbero morosi dai 2 ai 7 anni. Come ha dichiarato l’Associazione:

Appare evidente che questi ritardi portano i canili al collasso e molto spesso, in particolare al Sud, oltre a causare una situazione di canili lager, in assenza di adozioni sul territorio, favoriscono lo sviluppo di un mercato di “adozioni” pilotate e più o meno regolari verso la Germania ed i paesi del Nord Europa.

Per scongiurare la chiusura di tante strutture è assolutamente necessario che i comuni procedano al pagamento delle rette il più velocemente possibile, perché in caso contrario a farne le spese saranno i nostri amici a 4 zampe, che nella vita, se permettete, hanno già dovuto soffrire abbastanza.

Via| Aidaa – Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente; Photo Credit| Thinkstock

Lascia un commento