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Dopo il film tutti a caccia di Hachiko

akitainuHachiko, il mio miglior amico, film di cui abbiamo parlato più volte, è uscito da appena qualche giorno nelle sale italiane e già ha  sortito un grande successo. Le conseguenze di una storia di fedeltà cane/uomo così commovente non si sono ahimé limitate all’emozione e alla tenerezza che ha suscitato la pellicola, tratta da una storia vera. C’è chi, proprio come successe con il film Alla ricerca di Nemo, ha cavalcato l’onda del film per fare affari poco puliti. Allora, la corsa all’acquisto di pesci pagliaccio, sogno di ogni bambino dopo la visione del cartone, provocò una vendita boom dettata da criteri poco animalisti e alle condizioni in cui effettivamente venivano poi tenuti questi pesci, senza contare che si trattava di una specie a rischio, essendo in calo del 75% negli oceani.

Il rischio, già tangibile, è che accada lo stesso con i cani della razza di Hachi, gli akita Inu,  alimentando un traffico illegale. Dopo aver visto il film in molti sogneranno un cane così appassionato e fedele, ma attenzione, avvisano gli esperti: l’amore non si compra. Successe con i dalmata dopo La carica dei 101 e con i chihuahua dopo Beverly Hills Chihuahua, ma anche con il pastore tedesco dopo il successo di Rex.

A lanciare l’allarme squali sugli Hakita è la Saki, ovvero la Sezione Akita Italia del Cirn (Club italiano razze nordiche), organismo nazionale in ambito Enci:

Arrivano richieste inaccettabili di squali approfittatori pronti a cavalcare l’onda del successo. Persone che chiedono coppie di Akita proponendo la divisione dei guadagni; altri che cercano il maschio da far accoppiare con la femmina del parente o del vicino; o, addirittura, chi chiede anche il padre della stessa femmina, purché ci sia un maschio che la monti e le faccia sfornare cuccioli che possono portare guadagno.

Ma l’Akita non è un cane per tutti:

l’Akita non è un cane da compagnia per tutti, quando inizieranno ad avere problemi con il loro animale persone che non sono capaci di gestire un cane nè tanto meno un Akita. Il risultato? Li inizieremo a vedere nelle nostre strade e nei nostri canili.

[Fonte: Corriere.it]

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