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Giammanco: si agli animali domestici in condominio

Una nuova proposta arriva dalla deputata del PdL Gabriella Giammanco la quale vorrebbe cancellare tutti i regolamenti condominiali che vietano di detenere un animale a quattro zampe in famiglia: l’obiettivo sono quindi quei regolamenti condominiali rigidi, che vietano animali domestici in apartamenti e parti comuni del condominio.  I maggiori problemi di vicinato tra condomino sono proprio a causa degli amici a quattro zampe: finora il divieto doveva essere introdotto nel regolamento all’atto del contratto di acquisto. Cioè se il costruttore decide per il no all’animale, quando si acquista una casa bisogna tenerne conto. Solo dopo un’assemblea condominiale si può modificare tale norma, ma spesso le opposizioni sono aspre.

Carlo Parodi, direttore dell’ufficio studi dell’Associazione nazionale amministratori di condominio spiega:

Da uno dei rapporti Censis sulle principali cause di liti condominiali la questione degli animali è in realtà al terzo posto. Personalmente faccio da 30 anni l’amministratore di condominio e non ho trovato grosse conflittualità. Il problema è che si deve fare attenzione quando si acquista una casa a leggere bene il regolamento condominiale. Le difficoltà arrivano se il cane di casa sporca parti comuni o se abbaia anche di notte. Di solito sono ben accolti anche quando il regolamentolo lo vieta.

Giammanco vuole introdurre una normativa che si possa applicare indifferentemente a ogni animale domestico da compagnia e senza scopi alimentari. Solo per questi animali, che sono definiti animali familiari. a stessa proposta poi si rivolegerebbe anche alle strutture di riposo che ospitano persone spesso sole, costrette a separarsi dal loro amico a quattro zampe: gli animali domestici potranno seguire i propri padroni in caso di ricovero per anziani, in ospedale e in case di accoglienza.

Un ottimo punto di partenza che ci auguriamo possa trovare unanime consenso tra tutti gli schieramenti politici e portare ad una conforme e comune disciplina in tal senso. Fonte La Stampa

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