50 mila gatti uccisi per la loro pelliccia

Ogni anno vengono uccisi 50 mila gatti per la loro pelliccia. Sebbene la distribuzione e la vendita di ne sia illegale, il fenomeno continua a dilagare, e il nostro Paese non fa eccezione. La denuncia arriva dall’Aidaa, che in vista del Natale e della corsa ai regali, invita le forze dell’ordine a intensificare i controlli, anche prelevando campioni di pelliccia per verificarne la provenienza.

Non di rado, infatti, ci s’imbatte in capi bordati di pelliccia, ma stranamente poco costosi. Il prezzo a buon mercato, anche nel consumatore più sprovveduto, dovrebbe subito far scattare qualche sospetto, tuttavia si razionalizza tutto pensando che si tratti di un materiale sintetico, che in effetti, sarebbe la soluzione migliore, non solo per il nostro portafogli, ma soprattutto per gli animali.

Purtroppo, così non accade, secondo Aidaa, infatti, questi capi d’abbigliamento sono molto diffusi, in particolar modo nei negozi gestiti da cinesi, ma anche sulle bancarelle del mercato. Stando ai dati forniti dall’Associazione, i gatti uccisi ogni anno sarebbero oltre 50 mila, e in parte anche in Italia. Cosa possiamo fare? Se è vero che devono esserci più controlli, anche noi, comuni cittadini, abbiamo il potere di fermare il mercato delle pellicce illegali prestando maggiore attenzione a quello che compriamo.

È vero che la crisi sta erodendo il nostro potere d’acquisto, e che tra non molto, in vista del Natale, inizierà la “caccia” selvaggia ai regali, ma il minimo che possiamo fare è evitare di comprare capi contenenti pelliccia di dubbia provenienza e denunciarne la vendita. Le segnalazioni possono essere fatte alle autorità competenti, ma anche all’Aidaa scrivendo a [email protected].

Fortunatamente, le sanzioni per chi importa, esporta o commercializza pellicce di cani e gatti non mancano. Per i trasgressori, infatti, è previsto l’arresto da 3 a 6 mesi e il pagamento di una multa che va dai 5 mila euro ai 100 mila euro.

Via| Aidaa – Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente; Photo Credit| Thinkstock