Macachi addestrati per andare su Marte, nuovo abuso

La storia non insegna proprio niente. I crimini contro gli animali non hanno mai fine. Dopo la povera cagnolina Laika, i cani, i gatti, le scimmie e tutti gli animali sacrificati in missioni assurde, sparati nello spazio per viaggi inutili e senza ritorno, stavolta i russi stanno addestrando quattro macachi con l’intento di ‘colonizzare’ il pianeta rosso entro il 2017. C’è una petizione on line per dire no a questo ennesimo, inutile, e dispendioso sacrificio di animali.

 

Famiglia di macachi Rhesus

Fa le fusa, ma non è un gatto, bensì una scimmia

fusa no gatto scimmia

fusa no gatto scimmiaFa le fusa ma non è un gatto …. che cos’è? Sembra un indovinello dei vecchi tempi, in realtà si riferisce ad una recente scoperta scientifica che ha per protagonista una scimmia che vive in Amazzonia, nel Nord Ovest, nella parte meridionale della Colombia: si chiama Callicebus caquetensis ed è una scimmietta minuta, lunga solo 35 centimetri (la coda 61 cm) e dal peso compreso tra gli 800 grammi ed i 1400. Ha un manto folto e rosso e chiaramente è in via d’estinzione. Ovvero ne sono stati trovati pochissimi esemplari.

Vivisezione, che fine faranno le scimmie della Harlan?

vivisezione scimmie harlan

vivisezione scimmie harlan

E’ scaduta la quarantena per i 104 macachi della Harlan, nei laboratori Corezzana, in provincia di Monza, ma le scimmie non sono ancora state liberate, nonostante le proteste degli animalisti e l’eco mediatica. Dalla multinazionale americana, infatti, tutto tace, e le promesse fatte all’On.le Brambilla dal numero uno di Harlan, David Broken, sono cadute nel vuoto.

Le associazioni animaliste raccolgono firme per fermare Green Hill ed Harlan

associazioni animaliste raccolta firme fermare green Hill harlan

associazioni animaliste raccolta firme fermare green Hill harlanVi abbiamo parlato ieri dell’importazione di 900 macachi destinati alla vivisezione, da parte dell’allevamento Harlan che ha sede in Brianza. Le associazioni animaliste, si sono duramente opposte a questo che hanno definito un

“episodio senza precedenti che indigna l’intero nostro Paese”.

Ed ancora una volta, insieme hanno deciso di fare un muro compatto per dire basta a questo stato di cose. L’ Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA), la Lega Anti Vivisezione (LAV), la Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente (LEIDAA), la Lega Nazionale per la Difesa del Cane (LNDC) e l’ Organizzazione Internazionale Protezione Animali (OIPA) attendono ora dagli organismi preposti una risposta concreta sul fatto;

Lav: salva famiglia di scimmie destinata a vivisezione

Grazie alla Lav, una famiglia di scimmie uistitì (Callithrix jacchus) hanno evitato il loro crudo destino: la vivisezione in un laboratorio. Sono 4: mamma Estella, papà Josè ed i pargoli Esteban e Consuelo e davanti a loro adesso c’è una lunga vita in una nuova casa. Scampati al pericolo sono infatti stati portati presso il “Giardino Faunistico” dell’Abatino (Rieti), un centro di recupero per tanti animali in difficoltà, la maggior parte dei quali provenienti da laboratori. Ogni anno solo in Italia, la sperimentazione coinvolge circa 900.000 animali, cifra che in tutta Europa sale 12 milioni. Siamo abituati a pensare ai topolini come cavie da laboratorio ed invece, nonostante alcune normative restringano la possibilità di utilizzo di primati per esperimenti, il ricorso alle scimmie è sempre più frequente. Anche e soprattutto per la specie in questione, originaria delle foreste tropicali del Brasile, di piccole misure e dunque forse di scarso ingombro.

Allarme nell’Unione europea: sono 21 mila i cani vivisezionati

Nell’Unione Europea la situazione sta diventando insostenibile e, attualmente, sembra che siano almeno 21 mila i cani vivisezionati, solo se parliamo dei dati raccolti a partire dal 2008. Se si volge lo sguardo alle altre specie, poi, le cifre non sono per niente consolanti e si parla di 330 mila conigli e 9 mila scimmie. Non è necessario essere degli animalisti incalliti per rendersi conto che si tratta di un vero e proprio allarme e che bisogna intervenire immediatamente, per salvare milioni di creature innocenti pronti a fare una fine atroce. I numeri sono stati resi noti dalla lettura del rapporto sulle statistiche relative al numero di animali utilizzati a fini sperimentali da tre anni, nei laboratori dell’Europa. La lotta è partita dalla Lega Antivivisezione la quale ha ricordato che il 56 per cento dei primati che vengono utilizzati a fini sperimentali vengono catturati, quando si trovano in natura e questo comporta dei traumi ancora maggiori. Ogni pet, quindi, accumula dei livelli di ansia e angoscia insostenibili, anche perchè non è abituato a stare al chiuso o al contatto continuo con gli esseri umani. Senza contare che poi, molto spesso, l’intero nucleo familiare viene sterminato per prendere l’esemplare migliore, pronto magari ad affrontare un viaggio transoceanico lunghissimo, all’interno di scatole minuscole rispetto alle sue dimensioni.

Ecco come le scimmie combattono ansia e tensione

cebo-dai-cornetti

Gli animali, si sa, pur vivendo fondamentalmente di istinti, molto spesso, proprio per la loro semplicità di intenti, sono un esempio per l’evoluto e complicato essere umano. Come nel caso delle scimmie che, per diminuire ansia e tensioni all’interno del gruppo, hanno messo a punto nel tempo, una tecnica che si dimostra davvero molto efficace. I cebi dai cornetti, utilizzano il cosiddetto grooming, studiato da un gruppo di ricercatori dell’Istc-Cnr e dell’Università di Liverpool, che hanno lavorato di concerto per giungere alla curiosa scoperta, poi pubblicata all’interno della rivista Animal Behaviour. Insomma, questa specie sudamericana, assume dei comportamenti altamente sociali soprattutto nelle situazioni in cui si potrebbe presentare un pericolo e, in tal modo, si assicura la buona convivenza con gruppo. Del resto il vivere in branchi serve ad aumentare le proprie aspettative di vita e quelle della prole, anche se si corre il rischio di inutili competizioni e di conseguenti conflitti.

Sexy toys anche tra le scimmie

Ridimensiona disaimiri, scimmia scoiatolo

L’autorevole rivista Science qualche giorno fa ha pubblica uno studio di William McGrew, un professore di antropologia dell’Universita’ di Cambridge, piuttosto interessante: anche le scimmie utilizzerebbero tra di loro dei sexy toys nel periodo dell’accoppiamento. Nel suo studio McGrew non parla di un particolare Viagra per scimmie, ma solo di innocenti foglie che se strappate a dovere, emettono un suono in grado di attirare le femmine.

Si tratterebbe di una vera e propria sorta di sex toys tutto naturale! La tesi dalla quale parte l’antropologo nel suo studio è molto semplice e accomuna tutti gli esseri viventi, umani e no: i maschi per avere successo, sostanzialmente devono suscitare la curiosità femminile e cercare di farla durare nel tempo.

Per raggiungere questo obiettivo gli scimpanzè strappano delle foglie secche che rompendosi producono un rumore stridente. Lo scimpanzè talvolta è costretto a fare a pezzetti decine di foglie, prima di essere notato. Poi però se la femmina è interessata, la conquista è garantita

Cuccioli di scimmia comprati e venduti on line

scimmia

Il commercio clandestino di animali e ancor di più delle specie esotiche non si arresta: ne sa qualcosa l’Aidaa, l’associazione Italiana Difesa animali e ambiente che, quotidianamente, è impegnata nel combattere un triste fenomeno che, purtroppo, sembra essere in costante aumento. E’ degli ultimi giorni la notizia della scoperta di un sito on line dove avveniva la compravendita di cuccioli di scimmia. Piccoli e dolcissimi, questi esemplari seppur biricchini e poco domestici, sono molto amati e tante persone farebbero davvero carte false per poterne allevare uno. L’annuncio è stato trovato controllando un sito di annunci gratuiti in rete e un privato di Milano invitava gli interessati a rivolgersi a lui per l’eventuale acquisto della specie.

25 specie a rischio tra scimmie, gibboni e lemuri

lemuriVenticinque primati sarebbero a rischio di estinzione quasi immediata e potrebbero scomparire nel giro di qualche anno, prima che molti esseri umani possano conoscerli almeno in fotografia. Questo è quanto denunciato da un gruppo di zoologi di fama mondiale che hanno compiuto degli studi in merito, raccolti dall‘Iucn, Union for the Conservation of Nature. In grave pericolo sarebbero soprattutto le creature più prossime all’uomo come le scimmie, ma anche i gibboni e i lemuri che, al contrario degli esseri umani che oggi sono quasi sette miliardi, sono ridotte a poche centinaia di esemplari.