Acari orecchie gatto, rimedi naturali per la cura

Acari orecchie gatto, rimedi naturali per la cura

Acari nelle orecchie del gatto? Niente panico: esistono rimedi naturali e casalinghi per la cura di questa fastidiosa infestazione nota anche come otoacariasi che aiutano ad arginare il problema se non si vogliono utilizzare antiparassitari in gocce come il frontline o lo stronghold. Se non si interviene, si rischia anche di andare incontro ad una otite parassitaria.

 

particolare orecchio gatto

Acari gatti dopo cura, possono tornare?

acari gatto ritornano

Richiesta di consulto veterinario
Salve dottore, l’anno scorso ho preso un gatto già adulto dal gattile e dopo qualche mese si grattava costantemente le orecchie e si creava delle ferite sulla parte esterna. Allora mi fu consigliato lo stronghold che effetivamente ebbe l’effetto sperato. Dopo un anno preciso gli si è ripresentato cosa strana dopo aver applicato lo stronghold due settimane prima. Ora gocce per orecchie e evermentin siringhetta. Io però ho un’altra gattina di 4 mesi a casa. Devo far vedere anche lei?? E poi è normale che questi acari si ripresentino così recidivamente?? grazie

 

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Acari orecchio gatto, cause, sintomi e cura

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Ad ognuno il suo acaro! Eh già perché di questi microscopici parassiti ne esistono di tanti tipi: sono molti quelli che possono annidarsi nell’orecchio del gatto, ma i più comuni sono certamente gli Otodectes cynotis, dotati di ben 8 zampette e golosi delle secrezioni del canale uditivo dei felini. Il loro ciclo vitale è di circa tre settimane nel corso delle quali crescono (fino a diventare di una dimensione appena visibile ad occhio nudo) e si riproducono. Provocano infiammazione ed irritazione che può trasformarsi in infezione anche grave. Ma vediamo più nel dettaglio le cause, i sintomi e le possibilità di cura.

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Rogna notoedrica nel gatto

La rogna notoedrica è una malattia della pelle contagiosa che provoca prurito al gatto causata da un’infestazione di parassiti, CATI Notoedres. Si tratta di un acaro della rogna che è strettamente legato al Sarcoptes canis, l’acaro che provoca la rogna sarcoptica nel cane. La malattia è altamente contagiosa nel gatto e si diffonde per contatto diretto. Gli acari possono sopravvivere soltanto sull’animale e possono vivere solo pochi giorni lontano dall’organismo ospite.

Anche se è un parassita che colpisce i gatti, questo acaro può occasionalmente infestare i cani e può causare un prurito lieve e temporaneo anche nell’uomo. L’acaro provoca prurito intenso e i gatti infestati possono causarsi danni significativi alla pelle mordendosi e graffiandosi. La malattia inizia alla base dell’orecchio e si diffonde al padiglione dell’orecchio, intorno al viso, e giù per il collo.
Alla fine, le lesioni possono raggiungere tutto il corpo, fino ai piedi e alla zona anale, probabilmente a causa del gatto stesso che, durante le operazioni di igiene quotidiana, la diffonde.

Cheyletiellosi nel gatto

La Cheyletiellosi è una malattia della pelle dei gatti che provoca prurito, causata da infestazioni di acari chiamati Cheyletiella. Quando si esamina un gatto infestato, si può vedere il movimento dei parassiti che vivono su tutto il corpo, anche se il prurito e le concentrazioni sono maggiori sulla schiena.

La Cheyletiellosi è contagiosa, si tratta di una zoonosi e dunque può essere diffusa ad altri gatti, cani o esseri umani. I gatti possono acquisire l’infezione da altri animali o da esseri umani. L’acaro si trasmette tramite il contatto con gli animali infestati. Dal momento che l’acaro può vivere per qualche giorno fuori dall’organismo ospite, è anche possibile venire infettati attraverso la contaminazione ambientale. Anche le uova sparse nell’ambiente sono una causa importante di reinfestazione.

Questa malattia è molto contagiosa il che la rende più comune nei gattili, negli istituti di bellezza dove ci sono molti animali domestici, in luoghi con scarsa igiene e sovraffollamento, tutti fattori favorevoli all’infestazione.
I gattini sembrano essere più suscettibili degli animali più anziani così come i gatti a pelo lungo.

Rogna sarcoptica nel gatto

scabbia gattoLa rogna sarcoptica (nota anche come scabbia) è una malattia altamente contagiosa causata da un microscopico acaro parassita denominato Sarcoptes scabiei, che colpisce sia gli animali che le persone. Questi acari invadono la pelle dei gatti adulti sani e dei gattini e creano una serie di problemi dermatologici. Gli esseri umani che sono esposti al contatto con gatti infestati possono esserne infettati a loro volta.
Ad esserne colpiti sono gatti di tutte le età, anche se la rogna sarcoptica è più comune negli animali giovani. Anche i gatti che vivono a stretto contatto con cani affetti possono sviluppare la malattia. L’acaro preferisce vivere tutta la vita sulla superficie della pelle, e non sopravvive a lungo al di fuori dell’organismo ospite.

Il sintomo distintivo della malattia è un prurito intenso che non risponde al trattamento sintomatico, il gatto si graffia e si morde. Ci possono essere anche papule ai margini delle orecchie, delle caviglie, alle ginocchia, al torace e all’addome. Queste lesioni possono essere generalizzate.
Altri sintomi possono includere perdita a chiazze di pelo, piaghe e croste.
I sintomi si pensa siano il risultato di una grave reazione allergica agli acari. Solo pochi acari possono provocare un prurito grave e generalizzato, che persiste a volte dopo la terapia a causa della componente allergica di questa malattia. Il periodo di incubazione (il tempo che trascorre fino quando si manifestano i primi sintomi clinici) può arrivare fino a 3 settimane dopo l’esposizione.
Se non trattate, le lesioni cutanee croniche sviluppano anche un aumento della pigmentazione, rughe e ispessimento della pelle, ulcerazioni. Infezioni batteriche secondarie sono comuni a causa dell’auto-trauma che si infligge il gatto mordendosi e graffiandosi la pelle.
Prurito e papule rosse sono comuni anche agli umani colpiti e si vedono su braccia, collo e giro vita. L’acaro della rogna sarcoptica dei gatti non si può riprodurre sulla cute umana, e le lesioni sugli esseri umani regrediscono spontaneamente nel giro di 12-14 giorni.