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Stomatite cronica gatto, pulizia denti o estrazione e anestesia

Richiesta di consulto veterinario su stomatite cronica gatto anziano
Buonasera, volevo un parere sulla situazione del mio gatto. Winnie ha 11 anni e soffre di stomatite cronica. Fiv e felv negative. Da qualche tempo assume cortisone come “mantenimento”. Il mio veterinario mi ha consigliato di fare la pulizia dei denti per migliorare un po la situazione. Ho chiesto consiglio ad un secondo veterinario che invece mi ha consigliato l’estrazione dei denti. La mia paura è l’anestesia essendo un gatto non più giovanissimo. Qual è la vostra opinione in merito? Grazie per la disponibilità.

Stomatite cronica gatto, pulizia denti o estrazione e anestesia

Tipo di consulto: Veterinario Generale
Tipo di problema: Stomatite cronica gatto anziano pulizia denti/ estrazione anestesia

 

Risponde il dottor Fabio Maria Aleandri, Medico Veterinario e direttore sanitario del Centro Veterinario Aleandri, con sede in Roma. Per contatti diretti mail [email protected]  www.ambvetaleandri.eu

 

 

Gentile Sig.ra Probabilmente si tratta di una  gengivostomatite cronica felina. In questo caso la terapia è complicata e spesso molto frustrante. La causa di questa patologia non è stata ancora definitivamente accertata. Sono state tirate in ballo diverse eziologie tra cui i batteri della placca, alcuni virus (calicivirus, herpesvirus, virus della leucemia felina FELV, virus dell’immunodeficienza felina FIV, coronavirus) e allergie alimentari , che agirebbero da stimoli antigenici persistenti, in grado di scatenare una reazione di ipersensibilità a livello del cavo orale. In particolar modo un fattore scatenante importante sono i batteri della placca dentale. Sono state proposte  numerose terapie mediche (es. antibiotici, corticosteroidi, interferone, megestrolo acetato, sali d’oro, lattoferrina, salicilato di sodio) Nessuna di queste si è rivelata efficace e duratura. Comunque il punto importante è il controllo dei batteri della placca. Questo si può ottenere attraverso una corretta igiene dentale, che passa attraverso una approfondita pulizia del tartaro con relativa lucidatura e poi igiene dentale giornaliera (pulizia dei denti con spazzolino e dentifricio). Il problema è che difficilmente un gatto si fa pulire i denti. In alternativa si possono utilizzare antibiotici. Tra i più usati, amoxicillina + ac. clavulqanico , clindamicina, spiramicina, metronidazolo. Accanto agli antibiotici di un certo aiuto è l’impiego locale di gel a base di adelmitrol , molecola in grado di controllare abbastanza bene sia il dolore che l’infiammazione. In alcuni casi  l’impiego di diete ipoallergiche può, ridurre il problema. Tuttavia ad oggi la terapia che ci da più successi è l’estrazione totale o parziale dei denti. Riusciamo con questo tipo di approccio, ad avere un sostanziale miglioramento o addirittura la guarigione nel circa il 70 % dei gatti trattati. Per questo, specialmente la dove non si riesce a somministrare farmaci,  l’estrazione rimane la scelta migliore.

L’impiego di antinfiammatori e antidolorifici è importante, ma l’uso del cortisone è controindicato. Infatti è vero che all’inizio ha un buon effetto, ma sulla lunga distanza porta effetti collaterali anche gravi. Inoltre , nel tempo tende a perdere di effetto e quindi sono necessarie dosi sempre più alte e, per il suo effetto immunodepressivo, favorisce lo sviluppo dei batteri del cavo orale (che come abbiamo detto è una delle cause più importanti del problema).

Riguardo l’anestesia , prima di procedere è importante una monitoraggio del gatto attraverso analisi del sangue, ecografia cardiaca e radiografia del torace. Se è tutto a posto i rischi sono abbastanza contenuti. D’altro canto la malattia è molto dolorosa ed invalidante per il gatto per cui è giustificato un approccio così drastico. Cordiali saluti  Dott. Fabio Maria Aleandri  Medico Veterinario.

 

 

 

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Foto: Thinkstock

 

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