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Randagio, gli sparano alla testa con una balestra

Quando la cattiveria umana non ha limiti… un povero cane randagio vagava da giorni a Trapani con una freccia infilata in una narice, senza potersi alimentare e in preda al terrore e al dolore per la violenza subita da ignoti. Alcuni cittadini l’hanno notato e segnalato la sua presenza alle guardie zoofile OIPA, che sono subito intervenute.

Cane randagio

Recuperare il cane non è stato facile e il tempo non giocava a suo favore. Dopo un primo avvistamento e la fuga dell’amico a 4 zampe verso la campagna, le guardie sono rimaste sulle sue tracce per 2 giorni pattugliando senza interruzione la zona con 15 volontari.

Finalmente, sul calare della sera di venerdì il cane è stato accerchiato e bloccato. La corsa in clinica veterinaria e la radiografia hanno permesso di appurare che la freccia era penetrata nel muso passando per la narice sinistra fino a raggiungere il tessuto molle in prossimità dell’orecchio, fermandosi ad un centimetro dal cervelletto.

Il povero animale è stato operato d’urgenza e sottoposto ad una trasfusione di sangue grazie al contributo di un altro cane gestito dalle guardie zoofile. Freccia, così è stato ribattezzato, ha superato i 2 interventi, il primo finalizzato a rimuovere il dardo, il secondo a posizionare un sondino gastrico per alimentarlo. Come ha spiegato Danilo Catania, coordinatore guardie zoofile OIPA Trapani:

Sono state giornate drammatiche perché temevamo di non trovarlo in tempo e rinvenire solo un corpo senza vita. Lo sforzo e la determinazione di tutti i volontari che hanno partecipato alla ricerca ha fatto la differenza, ecco perché quando finalmente siamo riusciti a prenderlo abbiamo festeggiato. Eravamo stremati ma felici. Ora stiamo raccogliendo informazioni per chiarire la dinamica dell’accaduto e indagheremo per individuare l’autore di un gesto tanto crudele. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno segnalato la presenza di Freccia, non mostrandosi indifferenti di fronte al destino di un cane randagio, permettendoci di salvarlo.

Via e Photo Credit| OIPA

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