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Cani da laboratorio, che fine faranno quelli di Novartis?

In queste ore, sono molte le persone che si chiedono cosa ne sarà gli animali utilizzati da Novartis per la vivisezione e i test scientifici. Big Pharma, infatti, che riunisce in sé le più grandi multinazionali del farmaco, e che di fatto, detiene il monopolio delle cure sulla nostra salute, è in via di ristrutturazione nella sua sede in Svizzera.

Il gigante farmaceutico, infatti, ha intenzione di tagliare i costi, e poiché i canicavie, qualunque sia la loro razza di appartenenza, rappresentano un bene economico, bisogna sbarazzarsene. Come si viene a sapere dalla stessa portavoce di Novartis, Karin Blumer, non è stato ancora deciso nulla in merito alla sorte da riservare a questi animali. Le ipotesi finora immaginate sono diverse, dal trasferimento in altre divisione dell’azienda alla più “umana” cessione a rifugi per animali, dalla vendita ad altri laboratori di vivisezione alla soppressione.

I tempi per prendere una decisione in merito sono stretti, il termine, infatti, è l’inizio del 2012. Stando a quanto dichiarato da Novartis, si farà il possibile per far adottare il numero più alto di cani di razza beagle, per poi decidere in seguito cosa fare del resto, per questo motivo, pare avrebbe preso accordi con la Protezione Animali svizzera. Il portavoce del colosso farmaceutico, ha spiegato che:

Se il loro stato di salute non è critico si deve dare a questi cani una seconda opportunità. Alcuni di loro non sono mai usciti dai laboratori, non sono mai stati all’aria aperta, non hanno mai potuto correre. È giusto che possano vivere come veri cani.

Un diritto che andrebbe loro riconosciuto sin dalla nascita, ad essere sinceri, ma purtroppo per legge le medicine devono ancora essere testate sugli animali prima di finire sul mercato, nonostante più e più volte si sia parlato di metodi di ricerca alternativi, e come questi siano anche più efficaci per l’uomo della vivisezione stessa.

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