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Interventi coda e orecchie, Martini: “Niente mostre per i cani operati”

Gli interventi sui cani che implicano il taglio delle orecchie e della coda, e in generale tutte le operazioni che modificano la morfologia canina per rispettare standard di razza, caratteristiche estetiche, esigenze pratiche, sono da mesi oggetto di polemiche e di scontro, oltre che tra le associazioni della caccia, gli allevatori e gli animalisti, anche politico. Nello specifico a divergere a riguardo sono le posizioni dell’onorevole Francesca Martini, sottosegretario alla Salute e del Ministro della Salute Ferruccio Fazio.

Gli interventi a fini estetici devono essere vietati o no? E chi decide quando si tratta di fini meramente estetici piuttosto che delle necessità additate dai cacciatori per preservare i cani dal rimanere impigliati nei rami e nel sottobosco ferendosi ed esponendosi a fratture? Fazio aveva aperto a una deroga poco tempo fa, i maligni sostengono proprio per via della sua passione venatoria.

La Martini oggi rilancia: l’Italia, recependo la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, è tenuta a specificare come comportarsi per quanto concerne queste procedure.

A fare chiarezza, chiudendo di fatto alla nota di Fazio che apriva alle eccezioni per alcune categorie di cani, è stata dunque la stessa Martini, nell’ambito del rinnovo dell’Ordinanza sull’aggressività dei cani e l’incolumità pubblica.
Nella nuova ordinanza si torna infatti a parlare di interventi sui cani, specificando che potranno essere consentiti esclusivamente quelli a fini curativi e non preventivi, senza distinzione per i cani da lavoro. Ma c’è di più. Alle mostre canine non potranno partecipare i cani che hanno subito interventi e per la precisione, come si legge nella stessa ordinanza:

Gli interventi chirurgici destinati a modificare la morfologia di un cane o non finalizzati a scopi curativi in conformità all’art. 10 della Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia, ratificata con la legge 4 novembre 2010, n. 201.

Lo scontro, dunque si riapre, tra chi non accetta eccezioni alla possibilità di intervento preventivo, e chi annuncia già ricorsi contro l’ordinanza.

[Fonte: Geapress]

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