Taglio coda e orecchie nei cani: marcia indietro del Ministero della Salute?

Taglio coda e orecchie nei cani

Taglio coda e orecchie nei cani

Niente taglio di coda e di orecchie per i cani. Come noto una legge approvata qualche anno fa, nello specifico la numero 201 del 2011, vieta qualunque mutilazione estetica nei confronti degli animali domestici: tale legge è stata approvata recependo le direttive di numerosi paesi europei che avevano già legiferato in tal senso. L’approvazione di tale legge venne accolta come una bellissima notizia, come un esempio di sensibilità finalmente nei confronti dei poveri cani, martoriati e privati di pezzi di coda e di orecchie. Peccato che questo argomento sia tornato ad essere triste attualità a causa di una circolare del ministero della Salute, nella quale viene confermato il divieto di interventi chirurgici a solo scopo estetico, ma si ammette, tuttavia, la possibilità di ricorrere alla caudotomia, cioè il taglio della coda, per quei cani che siano impegnati in attività di lavoro.

 

Cani: ora è vietato il taglio di coda e orecchie

Finalmente una buona notizia per i nostri amici a quattro zampe: è ufficialmente entrata in vigore la normativa che vieta il taglio di orecchie e coda ai cani, contenuta nella Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia, ratificata nel nostro paese dalla legge nazionale n. 210. Il divieto di interventi chirurgici non necessari è assoluto: stop agli interventi estetici e para-funzionali che menomavano per sempre molti cani di razza e costituivano dei veri e propri maltrattamenti.

Interventi coda e orecchie, Martini: “Niente mostre per i cani operati”

Gli interventi sui cani che implicano il taglio delle orecchie e della coda, e in generale tutte le operazioni che modificano la morfologia canina per rispettare standard di razza, caratteristiche estetiche, esigenze pratiche, sono da mesi oggetto di polemiche e di scontro, oltre che tra le associazioni della caccia, gli allevatori e gli animalisti, anche politico. Nello specifico a divergere a riguardo sono le posizioni dell’onorevole Francesca Martini, sottosegretario alla Salute e del Ministro della Salute Ferruccio Fazio.

Gli interventi a fini estetici devono essere vietati o no? E chi decide quando si tratta di fini meramente estetici piuttosto che delle necessità additate dai cacciatori per preservare i cani dal rimanere impigliati nei rami e nel sottobosco ferendosi ed esponendosi a fratture? Fazio aveva aperto a una deroga poco tempo fa, i maligni sostengono proprio per via della sua passione venatoria.

La Martini oggi rilancia: l’Italia, recependo la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, è tenuta a specificare come comportarsi per quanto concerne queste procedure.

Cani, divieto del taglio di orecchie e coda

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La convenzione europea per la tutela e la protezione degli animali da compagnia n. 125, firmata a Strasburgo il 13 novembre del 1987, ha posto un importante divieto, relativo alla brutta abitudine del taglio in alcune razze di cani, della coda e delle orecchie. In particolare la predetta convenzione all’articolo 10 vieta di praticare interventi chirurgici finalizzati a modificare l’aspetto di un animale da compagnia se non per fini esclusivamente terapeutici.

In particolare sono vietati il taglio della coda, il taglio delle orecchie, la recisione delle corde vocali, l’asportazione delle unghie e dei denti. Tali interventi saranno autorizzati unicamente se prescritti da un medico veterinario per il benessere dell’animale o per impedirne la riproduzione (intervento di castrazione). Tali interventi poi saranno realizzabili unicamente con l’ausilio dell’anestesia in quanto si presume che l’animale provi o possa provare dolore.

Il nostro paese ha approvato e rettificato tale convenzione il 9 novembre del 2009: da quel momento chiunque amputava per finalità estetiche la coda e le orecchie di un animale, commetteva il reato penale di maltrattamento di animale, come previsto dall’art. 554 ter codice penale. Per far si che tale dictat venga seguito da allevatori e proprietari di animali, le associazioni e le federazioni che si occupano di esposizioni e concorsi si sono date da fare.