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Fukushima: animali in pericolo, soprattutto i pesci

Sembra calato il sipario sul Giappone e su Fukushima, dove lo tsunami conseguente al terremoto dell’11 marzo scorso ha creato enormi danni alla centrale nucleare. Il fatto che giornali e tv parlino di meno del Paese del Sol Levante, purtroppo non corrisponde ad un mancato pericolo, tanto che le radiazioni presenti sono ancora alte, difficili da quantificare ed è altrettanto complesso capire per quanto tempo bisognerà restare in allarme. Se fuori dai confini nazionali, la possibilità di contaminarsi cala parecchio è proprio nei pressi di Tokyo che bisogna stare attenti e da tenere d’occhio sono principalmente gli animali.

Secondo la denuncia di Greenpeace, c’è poco da stare tranquilli e infatti: ‘‘I livelli di contaminazione dei campioni di alghe analizzati superano fino a cinquanta volte i limiti ufficiali di sicurezza, minacciando in modo preoccupante popolazione e ambiente”.Proprio nelle scorse settimane, del resto, sono avvenuti in zona nuovi monitoraggi ma non lasciano ben sperare e il pericolo per cani, gatti, e soprattutto pesci, è più che reale.

Come hanno proseguito da Greenpeace, quindi: ‘‘I campioni di organismi marini, tra cui pesci, alghe e molluschi, sono stati raccolti all’inizio del mese con un team a terra lungo la costa, e una squadra a bordo della nave ammiraglia Rainbow Warrior, al di fuori delle acque territoriali giapponesi al largo di Fukushima. I campioni sono stati fatti analizzare da laboratori indipendenti in Francia e Belgio e i risultati hanno evidenziato un’alta contaminazione da iodio radioattivo, ben peggiore di quanto indicato nelle analisi preliminari, e livelli significativi di cesio radioattivo. Mentre le autorita’ giapponesi affermano che il materiale radioattivo riversato in mare non risulta piu’ pericoloso poiche’ si sta disperdendo,  queste nuove analisi dimostrano come la contaminazione stia risalendo la catena alimentare costituendo un serio problema per la salute umana. Anche se oggi si riuscisse a bloccare definitivamente ogni sversamento dalla centrale, il problema delle radiazioni non sparirebbe”.

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