Home » Salute Cani » Dieta Barf Cane non piace ai veterinari: perché?

Dieta Barf Cane non piace ai veterinari: perché?

La dieta Barf nel cane suggerisce l’utilizzo di cibi crudi per favorire quella che dovrebbe essere la spontanea natura di cacciatore del migliore amico dell’uomo: essa viene descritta come perfetta per questi animali ma la maggior parte dei veterinari non è d’accordo. Scopriamo insieme perché.

dieta barf cane

Regime alimentare complesso per cane e padrone

Come accade anche con la dieta Barf del gatto, approcciarsi in questo modo all’alimentazione del cane comporta non solo un certo adattamento da parte dell’animale ma anche del suo padrone, chiamato a misurare i suoi pasti in maniera certosina, cercando di bilanciare tutti i nutrienti. Si tratta di qualcosa che non sempre è facile da fare e da gestire anche a livello di tempi. Bisogna poi tenere conto della possibilità di eventuali allergie che possono scatenarsi o intolleranze per via del cambio repentino della dieta, soprattutto se questo approccio nutrizionale viene applicato su un cane adulto. I cibi che i cani possono mangiare in caso di dieta Barf sono i seguenti:

  • carne di manzo ( polpa non oltre il 30% cuore, fegato e reni dello stesso animale)
  • agnello, pollo (carne, ossa, collo e becco)
  • pesce crudo
  • uova crude
  • carne di maiale bollita e frattaglie (due volte a settimana)
  • verdure crude.
  • mele, banane, prugne.

Alcune varianti della dieta Barf per i cani mettono in conto anche lo sfruttamento di cereali privi di glutine, verdure cotte, latticini e yogurt. Diventa quindi importante, davanti a questa vastità di ingredienti, trovare la soluzione che più si adatta alle esigenze del proprio animale.

Perché i veterinari sono contrari alla dieta Barf dei cani

dieta barf cane

Perché i veterinari nella maggior parte dei casi sono contrari alla dieta barf del cane? La prima ragione è di tipo genetico: i cani di adesso non hanno lo stesso dna dei lupi e quindi è un po’ forzato adattare agli animali domestici una dieta che per come è strutturata è in grado di assicurare la sopravvivenza di un animale selvatico per pochi anni rispetto alla naturale longevità di qualsiasi cane.

Altra ragione è riscontrabile nel fatto che, anche se si fosse in grado di trovare la giusta soluzione a livello nutrizionale e metabolico, bisognerebbe comunque ricordare che ogni cane è un esempio a sé stante e che una dieta cruda che va bene per un chihuahua non può andar bene per un pitbull. È importantissimo ricordare tale diversificazione quando ci si approccia a questo tipo di alimentazione e bisogna tenere anche conto dell’attività fisica fatta dal cane: mentre una dieta totalmente cruda condotta per un certo periodo di tempo può aiutare il lupo a mantenere la sua attività ai massimi livelli, lo stesso non si può dire del cane che potrebbe essere sedentario e quindi non in grado di sfruttare al meglio le energie che gli vengono fornite.

I veterinari sono poi particolarmente contrari alla somministrazione di ossa perché in grado, se non fornite modo giusto, di causare blocchi intestinali nel cane e problemi di salute ancora più gravi.

Lascia un commento