Home » Cani » Cani avvelenati a Termini Imerese, al via le ronde

Cani avvelenati a Termini Imerese, al via le ronde

cani avvelenati Termini Imerese

Dalla scorsa settimana a Termini Imerese, in provincia di Palermo, i cani randagi continuano a morire avvelenati, tutti nella zona portuale. Così sono scese in campo le ronde anti veleno organizzate dalle stesse Guardie Ambientali della città, che hanno messo a setaccio l’intera area, che rappresenta un rischio non soltanto per gli animali, ma anche per l’uomo.

In attesa che il sindaco di Termini Imerese disponga la bonifica della zona, infatti, sono partite le ronde, pronte a chiamare le Forze dell’Ordine al primo sospetto. La speranza è che, chi si sta divertendo ad avvelenare, i cani prima o poi possa commettere un errore. Forse, però, una risposta sulla sua identità potrebbe arrivare dalla registrazione fatta da alcune telecamere.

Come ha spiegato Giuseppe Purpi, Responsabile delle Guardie Ambientali di Termini Imerese:

L’avvelenamento dei cani randagi non è l’unico aspetto da approfondire. Quello che occorre è un coordinamento tra gli stessi volontari. Già lo scorso agosto, in 2 diverse zone di Termini, sono morti 13 cani e 20 gatti. Poi, non appena si è sparsa la voce, sono arrivate altre segnalazioni. Potevamo non saperne niente, nessuno le avrebbe mai considerate, così come sarebbe stato impossibile capire le reali dimensioni del fenomeno e, forse, intervenire in anticipo.

Nel frattempo, non è partita alcuna bonifica. Qualche mese fa, le linee guida del ministero della Salute, in seguito al reitero dell’ordinanza anti-avvelenamento, aveva messo in evidenza come a non funzionare, nello stesso provvedimento, sia stato il tavolo tecnico che doveva costituirsi presso le prefetture con il compito di gestire e tenere sotto controllo il fenomeno. Per questo motivo, le associazioni per la difesa degli animali hanno chiesto l’intervento del Ministro Balduzzi.

In Italia, infatti, a tutt’oggi non esiste una specifica disposizione su quanto titolato nell’ordinanza del Ministero. Di anno in anno, infatti, deve essere reiterata, con l’ansia che qualcuno si dimentichi di farlo. Un’ordinanza, è bene ricordarlo, che non può vietare la vendita e la detenzione di sostanze velenose, ma può soltanto disporre sanzioni sulla base di leggi già esistenti e regolamentare le azioni di intervento, compresi i tavoli delle prefetture.

Fonte: GeaPress; Photo Credit|ThinkStock

Lascia un commento